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Kaspar Villiger: “I valori dell’ONU sono anche i nostri”

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Aderendo all'ONU, la Svizzera avrebbe solo da guadagnare: lo sostiene il Consiglio federale lanciando la campagna in vista del voto popolare.

Non è cosa di tutti i giorni che tre consiglieri federali si mobilitino in favore di un’iniziativa popolare: segno che la posta in gioco il prossimo 3 marzo è davvero alta. La troika governativa, formata dal presidente della Confederazione, Kaspar Villiger, dal ministro degli esteri, Joseph Deiss e da quello della difesa, Samuel Schmid, ha illustrato con dovizia di particolari i diversi argomenti che deporrebbero in favore dell’adesione, replicando così indirettamente alle tesi degli oppositori. Questi denunciano la perdita della neutralità elvetica e la sostanziale inutilità di una partecipazione a pieno titolo alle Nazioni Unite.

“I valori dell’ONU sono anche i nostri valori”, ha voluto osservare Villiger, in qualità di presidente della Confederazione. Consapevole di quanto gli svizzeri guardino alla concretezza di ogni progetto, il ministro delle finanze ha voluto illustrare anche i vantaggi di un’adesione, che rispetto ad oggi comporterebbe spese superiori per la Confederazione di circa 70 milioni l’anno.

Soluzioni per il rimpatrio dei profughi…

Per un paese meta di molti rifugiati come la Svizzera, gli sforzi delle organizzazioni ONU per prevenire le cause della miseria, all’origine di molti flussi migratori, e per creare condizioni favorevoli al rientro in patria delle popolazioni in fuga, si rivelerebbero molto utili. Un’adesione sarebbe importante anche per le ricadute economiche di cui beneficerà Svizzera, valutate in circa 240 milioni di franchi l’anno.

“Il nostro attuale statuto di osservatore riduce considerevolmente le nostre possibilità in seno all’ONU”, ha dichiarato da parte sua Joseph Deiss, “uno statuto che veicolerebbe nel mondo un’immagine di passività”. Anche il ministro degli esteri ha tenuto a sottolineare gli aspetti pratici delle attività delle Nazioni Unite, ma ha voluto soprattutto replicare agli argomenti avanzati dagli oppositori all’adesione.

…senza compromettere né la neutralità né la sicurezza

Un’adesione non solo non è contraria alla neutralità, ma anzi le conferirebbe una nuova dimensione e una nuova credibilità. Anche la tradizione umanitaria e la politica dei buoni uffici verrebbero maggiormente messi in valore all’interno dell’ONU. Sono infatti le Nazioni Unite a gestire l’aiuto umanitario ed è la Germania, un membro della NATO, ha fatto rimarcare Deiss, a ricevere l’incarico di organizzare la conferenza sull’avvenire dell’Afghanistan.

Anche sotto il profilo della politica di sicurezza, un’adesione corrisponde agli interessi della Svizzera e risulta perfettamente compatibile con il principio della neutralità armata, ha precisato il ministro della difesa, Samuel Schmid. Attraverso i provvedimenti d’ordine internazionale, l’ONU riveste attualmente un ruolo determinante nelle questioni di sicurezza e di promozione della pace a livello mondiale.

Da oltre 30 anni, la Svizzera applica le sanzioni non militari dell’ONU e da 10 si associa interamente a quelle d’ordine economico. Quanto alle missioni di mantenimento della pace “nessun membro dell’ONU è obbligato a partecipare con proprie truppe a queste operazioni, neppure la Svizzera dopo una sua adesione”, ha messo in chiaro Schmid, e lo stesso vale per le operazioni di imposizione della pace. E chi sostiene il contrario, ha osservato il ministro UDC, non conosce la pratica dell’ONU o mira ad indurre in errore gli elettori.

Luca Hoderas

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