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L’ecologia entra in borsa con la Precious Woods di Zurigo

Teak o mogano, la cosa importante è rispettare l'equilibrio della foresta e ripiantare quello che si taglia. Precious Woods

È una prima per la Borsa svizzera: una società che produce legname pregiato in Sud America mostra che marchio ecologico e profitto non sono in contraddizione.

Entrando in Borsa lunedì 18 marzo la Precious Woods vuole allargare la base dei propri azionisti, che sono già più di 600, in Svizzera ma anche in Italia, Germania e in altri paesi. Per il 90% si tratta comunque di istituzioni svizzere, ad esempio la Cassa pensioni degli impiegati del canton Zurigo, che detiene il 16% del capitale, la Basilese (8%) la Swiss Re (8%), la Confederazione (2%).

Questi pionieri del commercio ecologico di legni tropicali hanno fatto registrare l’anno scorso una cifra d’affari di circa 8 milioni di dollari, l’utile netto è stato di 1,6 milioni di dollari. Non sono certo cifre da capogiro, ma nei prossimi anni ci si attende una forte crescita. La ragione principale, come spiega a swissinfo il presidente del consiglio d’amministrazione, Andres Gut, sta nel fatto che i legnami pregiati con marchio ecologico sono sempre più richiesti.

Un commercio sempre più sostenibile

“Chi oggigiorno non propone legnami con una certificazione ecologica viene penalizzato, perché non riesce a vendere il prodotto ai clienti migliori”, spiega Gut e cita come esempi l’americana Home Depot, la più grande catena “do-it-yourself” del mondo, ma anche Ikea e Migros. Il prezzo per i legnami ecologici è sensibilmente più caro sul mercato internazionale, in particolare in Europa. Per contro, in Asia, in paesi come la Cina e le Filippine, questo meccanismo di mercato non è ancora accettato. “Ma questi non sono nemmeno i mercati più attraenti” spiega Gut.

Pionieri in Brasile e Costa Rica

“All’inizio, quando abbiamo cominciato in Brasile, gli altri commercianti di legnami pregiati ci prendevano in giro. Dalle autorità invece abbiamo subito ottenuto molti riconoscimenti.” Nel frattempo altre ditte hanno cominciato a fare riforestazione e le leggi che puniscono le pratiche illegali si sono rafforzate, spiega il presidente della Precious Woods.

Perché la foresta resti il più naturale possibile, la Precious Woods taglia solo quattro o cinque alberi per ettaro, e solo dopo 20 anni torna nella stessa zona. Un’attenzione particolare viene poi prestata alla bio-diversità. “Non tagliamo solo quei due o tre tipi di legname che si vendono bene, bensì circa 50 tipi diversi di legname, per non distruggere l’equilibrio tra le varie specie”.

Deforestazione: è l’agricoltura la causa principale in Amazzonia

La deforestazione illegale per la vendita di legname prezioso, grazie anche alle numerose azioni di Greenpeace, è notevolmente diminuita negli ultimi anni in Brasile.
“Proprio in questi giorni stiamo trattando l’acquisto di una ditta di proprietà malese” dice Gut, “che è stata obbligata a chiudere e a vendere a sottoprezzo perché non prevedeva nessun programma di rimboschimento. Le fonti da cui provenivano i legnami di questa ditta erano inoltre piuttosto dubbiose, per non dire illegali”.

Se il taglio della foresta per procurarsi legname è un fenomeno in calo in Amazzonia, si continua invece a disboscare massicciamente per ottenere terreni coltivabili e per far posto alle infrastrutture, come strade o dighe. Naturalmente noi tutti inorridiamo al pensiero che il polmone del pianeta venga sacrificato a questi scopi. “Se torniamo indietro nel tempo, ci rendiamo conto che altri popoli, dai greci, ai romani, alle popolazioni germaniche, hanno fatto la stessa cosa, se non peggio, con i propri boschi migliaia di anni fa per costruire le proprie civiltà”.

Certo, oggi sappiamo molto di più che in passato sull’importanza vitale della foresta tropicale per tutta l’umanità e Andres Gut sottolinea come sia importante che ditte come la Precious Woods continuino a propagare la filosofia ecologica: “Ma stiamo anche molto attenti a non dare giudizi sentenziosi sul terzo mondo”.

La coscienza ecologica è insomma un lusso che proprio il “primo” mondo deve potersi permettere perché un giorno valga come norma per l’intero pianeta. E se ciò crea in più profitti in borsa, tanto di guadagnato per tutti quanti.

Raffaella Rossello

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