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L’egoismo non paga sempre

Il comportamento solidale può essere più efficace di quello egoistico Keystone

Un ricercatore dell'Università di Zurigo ha scoperto che nelle relazioni fra le persone le motivazioni egoistiche non sono le uniche a dominare le azioni individuali.

E che le sanzioni sono efficaci soltanto se giustificate. Anche l’altruismo conta.

È l’egoismo che fa girare il mondo: questo semplice assunto domina i modelli che descrivono il comportamento individuale negli ambiti dell’economia e della psicologia comportamentale. Ovvero: ogni persona agisce in modo da massimizzare sempre il proprio profitto.

Un incentivo o una sanzione possono spingere a compiere o, rispettivamente, a non compiere una determinata azione.

Ora però una ricerca pubblicata su “Nature” del 13 marzo e co-firmata da Ernst Fehr, dell’Università di Zurigo, dimostra che le motivazioni gratuitamente altruistiche giocano pure un ruolo importante. Non solo: la percezione dell’equità di una sanzione può influire sull’altruismo individuale.

In sostanza, una sanzione ingiusta inibisce il comportamento altruistico e una sanzione giudicata equa lo lascia intatto.

Investitori e amministratori

Ernst Fehr, insieme a Bettina Rockenbach, dell’Università di Erfurt, ha scelto un campione di circa 200 studenti dell’Università di Bonn. Ha poi suddiviso i volontari in coppie, nelle quali uno dei due impersonava un investitore e l’altro un amministratore.

I due partecipanti al gioco interagivano una e una sola volta. L’amministratore doveva aumentare il patrimonio affidatogli dall’investitore, e poi lo poteva restituire opportunamente accresciuto secondo le richieste dell’investitore oppure trattenerlo integralmente.

Si presume che in un mondo di perfetti egoisti l’amministratore derubi l’investitore e non restituisca nulla. Invece, sorprendentemente, Fehr e Rockenbach hanno constatato che gli amministratori erano ragionevolmente onesti e rendevano una parte significativa di quello che veniva loro richiesto dagli investitori.

In una diversa fase del gioco, gli investitori potevano imporre una penale agli amministratori disonesti. Ebbene, con questa condizione gli amministratori diventavano meno generosi che nel primo caso.

In compenso, se gli investitori rinunciavano a imporre la multa, la generosità e l’onestà degli amministratori aumentavano significativamente.

La multa è legittima oppure no?

Secondo gli autori della ricerca, la conclusione è duplice: da un lato l’imposizione della multa viene percepita come un atto ostile e quindi riduce la cooperazione, e dall’altro la rinuncia a percepire la penale viene sentita come un gesto equo e solidale e quindi favorisce l’altruismo e la generosità.

Eppure le sanzioni nella società reale funzionano. Perché? Secondo Fehr e Rockenbach è il tipo di sanzione ad essere determinante. Se la multa viene percepita come legittima, l’altruismo non ne risente.

Se invece la penale favorisce soltanto uno degli attori del gioco (come nel caso dell’esperimento descritto), il comportamento altruistico viene pesantemente ridotto.

I due studiosi concludono dunque che gli approcci prevalenti in economia, in biologia e in ecologia comportamentale devono tenere conto anche della legittimità morale delle sanzioni.

swissinfo, Marco Cagnotti

Alla base dei modelli che descrivono il comportamento in economia e in biologia vi è l’assunto che ogni agente tende a massimizzare il proprio profitto individuale.

Una ricerca pubblicata su “Nature” dal ricercatore svizzero Ernst Fehr e da una sua collega tedesca intendeva verificare l’importanza delle motivazioni altruistiche.

La ricerca ha studiato pure l’influsso delle sanzioni sul comportamento individuale.

Risulta che esse sono efficaci soltanto quando vengono percepite come legittime, mentre sono controproducenti e inibiscono l’altruismo individuale se sono sentite come ingiuste.

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