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L’inarrestabile ascesa del franco svizzero

Come fermare il rialzo del franco svizzero ? swissinfo.ch

Di fronte alle incertezze mondiali, gli investitori acquistano in massa la moneta elvetica, simbolo di stabilità. L'industria d'esportazione s'inquieta.

Conflitti commerciali tra USA e Unione europea, tensioni economiche, crisi finanziaria in Argentina, rigurgiti dell’estrema destra in Europa, lampi e tuoni tra India e Pakistan, minacce di nuovi attentati, conflitto in Medio Oriente. Il pianeta vive un periodo davvero tumultuoso.

Inquieto, il mondo della finanza corre alla ricerca di investimenti sicuri. Il corso dell’oro ha così raggiunto il livello più alto dall’ottobre 1999: quasi 500 franchi l’oncia. Il franco, altro importante valore rifugio, continua a salire.

Impotenza della BNS

Nel luglio del 2001, un dollaro valeva ancora 1.80 franchi. Oggi il biglietto verde si scambia a 1.57 franchi. L’euro è quotato a fr.1.45, contro i fr. 1.52 dello scorso agosto.

Eppure la Banca Nazionale Svizzera (BNS) non ha lesinato gli sforzi per raffreddare i bollenti spiriti della sua moneta. Ancora mercoledì ha abbassato il suo tasso Repo (tasso di pensionamento per la gestione delle liquidità), portandolo all’1.03%.

Di fronte alle fiammate del franco, la BNS era già intervenuta a diverse riprese negli scorsi mesi. La sua politica monetaria è stata costantemente addolcita e la banda d’oscillazione del Libor, il tasso d’interesse di referenza, è stata ridotta fino all’attuale 0.75%-1.75%.

Ma non accade nulla. Nel migliore dei casi, la moneta elvetica si stabilizza per qualche giorno prima di ripartire verso l’alto. Pur se dispone ancora di un certo margine di manovra, sembra che la BNS non potrà affrontare da sola questa spirale ascendente che sta avviluppando il franco svizzero.

Bisogna che la situazione mondiale si stabilizzi e che gli investitori si rendano conto che i tassi d’interesse sul mercato elvetico sono decisamente troppo bassi per essere attrattivi.

Minaccia alle esportazioni

La forza del franco, asfissiando l’industria d’esportazioni, sta facendo correre seri rischi all’economia elvetica. Multinazionali, settore delle macchine, chimica, orologeria e turismo sono i settori più esposti.

Se l’attuale corso del franco dovesse persistere, le esportazioni svizzere ne risulteranno parecchio danneggiate. Già colpite dal rallentamento economico, le aziende faranno sempre più fatica a vendere all’estero i loro prodotti rincarati dall’evoluzione dei corsi di cambio.

L’industria delle macchine, che impiega quasi 330’000 persone in Svizzera, giudica dannoso un tasso di cambio tra euro e franco inferiore a 1.5. Le ordinazioni nel settore nel primo trimestre del 2002 sono calate del 22%.

Ma le conseguenze negative riguardano l’intera economia elvetica. Un tale tasso di cambio è infatti dannoso per tutti i settori d’esportazione. Visto che oltretutto i due terzi dei prodotti venduti all’estero si dirigono verso la zona euro.

Luigino Canal

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