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L’inferno nella discoteca di Bali

Gli effetti devastanti dell'esplosione e dell'incendio Keystone Archive

L'esplosione di un'autobomba ha fatto più di 180 morti, soprattutto turisti stranieri. Tra le vittime almeno una cittadina svizzera. Forse anche il suo amico.

Il dipartimento degli esteri sconsiglia di recarsi a Bali o in Indonesia.

Nell’attentato di sabato contro un locale notturno a Bali, che ha fatto 183 morti e oltre 330 feriti secondo un bilancio ufficiale, è deceduta anche una svizzera, del canton Grigioni, mentre altri cinque cittadini elvetici sono rimasti feriti.

Due di loro si trovano in gravi condizioni e sono stati trasportati dalla Guardia aerea svizzera di soccorso (REGA) in una clinica di Singapore. Nei prossimi giorni, probabilmente mercoledì, i due svizzeri saranno trasferiti a Zurigo a bordo di un aereo-ambulanza.

Intanto l’ambasciata svizzera a Giacarta ha inviato a Bali uno dei suoi membri per aiutare il console onorario nella ricerca di eventuali altre vittime elvetiche negli ospedali della regione.

“Crimine odioso”

Interpellato in proposito, il consigliere federale Joseph Deiss ha severamente condannato l’attentato: si tratta di un «crimine odioso» perpetrato ai danni di innocenti.

Il ministro degli esteri elvetico ha espresso la speranza che i responsabili vengano arrestati al più presto, ha indicato un portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Il Consiglio federale ha inviato un messaggio di condoglianze alla famiglia della svizzera uccisa, la cui identità non è stata rivelata. Il Governo elvetico ha inoltre espresso la propria partecipazione per l’accaduto alle autorità indonesiane.

Meta sconsigliata

Poiché non è esclusa la possibilità che in Indonesia si verifichino altri attentati di questo genere, il DFAE sconsiglia per il momento di intraprendere viaggi nella regione.

L’operatore turistico elvetico Hotelplan ha confermato che circa 190 turisti svizzeri si trovano a Bali. Soltanto uno dei partecipanti al viaggio organizzato ha finora espresso il desiderio di tornare a casa.

Anche il gruppo TUI Svizzera (Imholz e Vögele) ha segnalato la presenza di 180 turisti svizzeri in Indonesia, di cui 140 a Bali. Nessuno di loro sembra intenzionato a rientrare. Lo ha detto il portavoce del gruppo Roland Schmid, secondo il quale le autorità indonesiane hanno rafforzato le misure di sicurezza, specialmente negli alberghi e nei centri turistici.

L’operatore turistico ha tuttavia annullato tutte le partenze verso l’Indonesia fino al 21 ottobre. Anche altre agenzie di viaggio stanno contattando i turisti in procinto di partire per Bali, offrendo loro, gratuitamente, altre destinazioni.

Indonesia anello debole della lotta contro il terrorismo

Si tratta dell’attentato più grave nel mondo dopo l’11 settembre del 2001. L’esercito di Giakarta presidia gli impianti elettrici e minerari, per timore di nuove azioni terroristiche.

In Indonesia – considerata l’anello debole della lotta al terrorismo internazionale – agiscono alla luce del sole numerosi gruppi islamici estremisti ma le autorità, pur attente alle esigenze di Washington, li tollerano, per il timore che un’azione repressiva provochi reazioni a livello popolare.


swissinfo e agenzie

Bali, l’isola degli dei, è la principale destinazione indonesiana, con più di 1,4 milioni di turisti nel 2001.
L’isola vanta una forte maggioranza induista, mentre l’Indonesia è il paese con la più grande numero di musulmani del mondo.
Giudicata sicura, l’isola era finora stata risparmiata dagli attentati che da due anni a questa parte colpiscono l’Indonesia.
Ora, nel timore di altri attentati, Berna sconsiglia di intraprendere viaggi verso Bali o l’Indonesia.

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