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L’integrazione passa per gli anziani

Alcuni partecipanti del progetto di mentoring di Baden swissinfo.ch

Sostenere gli stranieri nella ricerca di un apprendistato. È l'obiettivo di un progetto di Baden (Argovia), insignito del Premio svizzero dell'integrazione 2005.

Grazie ad un sistema di tutoraggio che vede coinvolti i membri del Consiglio degli anziani della città, i giovani immigrati possono beneficiare di un aiuto nel loro processo di integrazione.

Brenda, 16 anni, vorrebbe diventare cuoca: in futuro potrebbe esportare le ricette del suo Paese, il Camerun, e far scoprire gusti e sapori lontani ai palati svizzeri. A Catia, 17enne di origini portoghesi, piacciono invece gli animali e nei suoi sogni si vede vestita di un camice bianco nei panni di un’assistente veterinaria.

Le aspirazioni e le speranze dei giovani studenti si scontrano tuttavia con la difficoltà di accedere al mercato del lavoro. Nel 2005, si stima che tre o quattro mila giovani non abbiano trovato un posto di apprendistato (su circa 80’000 che hanno terminato la scuola dell’obbligo). Le cose si complicano ulteriormente per coloro che, giungendo dall’estero come Brenda e Catia, devono inoltre superare le sfide poste dalla nuova società.

Presso la Classe d’integrazione e ricerca di un mestiere (IBK) di Baden, nel canton Argovia, si è così deciso di affrontare i due problemi seguendo un’unica strada: «Sostenendo gli alunni stranieri nella ricerca di un tirocinio, favoriamo la loro integrazione. Assieme alla lingua e alla formazione, il lavoro è infatti uno dei pilastri del processo d’integrazione», spiega a swissinfo Martin Brunner, cofondatore e docente dell’IBK.

Mentoring per stranieri

A fare il primo passo in direzione dei giovani immigrati, nel 2004, è stato un gruppo di pensionati della città.

La loro proposta era semplice: mettere in piedi un sistema di tutoraggio (mentoring) per gli studenti stranieri giunti di recente (meno di due anni) in Svizzera nell’ambito di un ricongiungimento famigliare.

Grazie all’interesse dell’IBK, alla partecipazione del Servizio comunale per l’integrazione e alla disponibilità dei membri del Consiglio degli anziani di Baden, il progetto ha preso avvio e oggi 12 alunni possono contare sul sostegno di 8 mentori nel difficile passaggio dalla scuola alla vita attiva.

«Il mio mentore mi aiuta a scrivere le domande d’impiego e se necessario assiste ai colloqui con i datori», ci dice Brenda, sottolineando che la presenza di un accompagnatore suscita a volte (ma non sempre!) una buona impressione.

Esperienza e formazione

Periodicamente, mentori e studenti dell’IBK (che corrisponde al 9. anno di scolarità) si ritrovano così per discutere di problemi comuni e di casi individuali.

L’accento è posto sull’orientamento professionale, ma non mancano consigli su come superare lo scoglio dell’integrazione anche in altri ambiti della vita quotidiana. D’altronde, cosa significa essere uno straniero in Svizzera, i tutori lo sanno bene: i due terzi di loro son frutto dell’immigrazione.

Il solo vissuto però non basta: «Abbiamo già una certa esperienza in materia e seguiamo regolarmente dei corsi di perfezionamento», indica Peter Lacheta, giunto in Svizzera dall’Austria una trentina di anni fa.

Un premio all’originalità

In un singolare esempio di solidarietà nella diversità, il progetto non riunisce soltanto svizzeri d’adozione e giovani immigrati, ma anche pensionati e adolescenti. «Siamo entusiasti – sottolinea Lacheta – di vedere come siamo accolti dagli scolari dell’IBK. I giovani sono aperti e amichevoli».

Anche a causa a questa particolarità, la Commissione federale degli stranieri ha assegnato al «Mentoring per giovani di Baden» il Premio dell’integrazione 2005, un riconoscimento conferito ai progetti che si distinguono per la loro esemplarità ed innovazione.

Accanto alla sua originalità, il progetto si contraddistingue inoltre per l’aspetto finanziario: pochi i soldi necessari, siccome i membri del Consiglio degli anziani partecipano senza pretendere alcuna remunerazione, solamente il rimborso di eventuali spese.

Ecco dunque che alla luce di queste considerazioni, il fatto che «solamente» pochi giovani abbiano poi trovato un posto di apprendistato passa in secondo piano. «La dinamica e le interazioni che si sviluppano all’interno del gruppo sono incredibili, così come il contributo all’integrazione», commenta Martin Brunner.

«Senza l’aiuto dei mentori il risultato finale sarebbe comunque meno positivo», aggiunge.

Iniziativa personale

Che agisca in favore dell’integrazione o del semplice accesso al mercato del lavoro (il mentoring è un sistema diffuso anche tra gli studenti di nazionalità elvetica), il tandem mentore-giovane si basa sul medesimo ed indiscutibile pilastro: lo sviluppo dell’iniziativa personale.

In altre parole, il mentore non fa le veci di un padrino o, peggio ancora, di un cerca lavoro, mentre il giovane se ne sta spaparanzato davanti alla televisione.

«I giovani devono mantenere una certa autonomia e dimostrare di avere un’iniziativa propria», avverte Brunner.

swissinfo, Luigi Jorio, Baden

Il progetto di mentoring di Baden è stato lanciato durante l’anno scolastico 2004/2005.
Al momento vi partecipano 8 mentori e 12 studenti.
A Baden gli stranieri rappresentano il 25% della popolazione.
La percentuale è di poco superiore alla media svizzera (20,6% nel 2004).

Il Premio svizzero dell’integrazione, del valore di 10’000 franchi e promosso dalla Commissione federale degli stranieri, è stato conferito l’anno scorso per la prima volta.

Tra le 150 candidature presentate, sono stati ricompensati, oltre a quello di Baden, altri due progetti a favore dell’integrazione degli stranieri:

– l’emissione «Il Ponte» della televisione privata di lingua italiana TeleTicino per l’accento che pone sul tema.

– il progetto QUIMS del canton Zurigo per la promozione della qualità dell’insegnamento scolastico in un contesto multiculturale.

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