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L’isolamento può portare al suicidio

La rete di protezione montata sui muraglioni della Plattform, a Berna, un luogo prediletto dai candidati al suicidio swissinfo.ch

In Svizzera, 1500 persone all'anno si tolgono la vita. Si tratta di uno dei tassi di suicidio più alti al mondo.

Sulle cause del suicidio i pareri degli esperti sono discordanti, fin dall’epoca dei primi studi scientifici intrapresi per analizzare il fenomeno. Psicologi, psichiatri e pedagoghi si soffermano solitamente sulle ragioni individuali, mentre i sociologi ricercano nelle varie componenti sociali di una data popolazione le cause che portano un individuo a darsi la morte.

Negli ultimi anni, però, si tende a un approccio interdisciplinare della ricerca, analizzando così entrambe le componenti (individuale e sociale) del problema. L’interdisciplinarietà caratterizza anche il “Gruppo di lavoro svizzero per la prevenzione del suicidio” (ASS), che si prefigge di coordinare le conoscenze settoriali sul tema di medicina, psicologia, sociologia e aiuto sociale. Martedì e mercoledì a Berna l’ASS ha organizzato un congresso interdisciplinare.

Età e sesso

Il fattore che sembra accomunare i vari ambiti di ricerca è quello dell’isolamento. Nei paesi altamente industrializzati si assiste generalmente ad un aumento considerevole del tasso di suicidio tra le persone che hanno superato il 65esimo anno di età. Inoltre, anche se, fortunatamente, nel nostro Paese si registra negli ultimi anni un lieve calo di suicidi tra i giovani, la morte « manu propria » resta la seconda causa di decesso dopo gli incidenti stradali per la fascia di età tra i 15 e i 24 anni.

Il fenomeno del suicidio tocca dunque da vicino proprio le fasce di età che sono ai margini dell’attività produttiva della società: troppo giovani o troppo vecchi per farne parte. A queste persone mancano i mezzi di socializzazione e di integrazione sociale forniti da un’attività lavorativa.

Ricerche condotte in Svizzera hanno dimostrato che nel nostro paese gli indicatori di isolamento e disintegrazione sociale hanno un influsso significativo sul tasso di suicidio proprio tra i giovani e gli anziani. A questo proposito va aggiunto che il fenomeno è in aumento, probabilmente a causa del problema dell’invecchiamento della popolazione: un intervento preventivo in questo segmento è quindi urgente.

Più suicidi riusciti tra gli uomini, più tentativi fra le donne

Per quanto riguarda il sesso va detto che anche qui la Svizzera non si discosta dagli altri paesi occidentali: gli uomini si suicidano molto di più rispetto alle donne (circa 30 suicidi per 100.000 abitanti per gli uomini, contro 15 per le donne). Gli uomini scelgono inoltre metodi più violenti (armi da fuoco, impiccagione), mentre le donne ricorrono più spesso all’avvelenamento a all’annegamento.

E’ curioso il fatto che per quanto riguarda i tentativi di suicidio, invece, le statistiche rivelano una netta supremazia delle donne sugli uomini: gli esperti vedono in questo gesto un’ ultima, disperata richiesta di aiuto. In generale, il numero di tentativi di suicidio è dieci volte più alto di quello dei suicidi.

Città e campagna ugualmente colpite

Contrariamente a ciò che accadeva fino ad alcuni decenni fa, oggi non si verifica più una netta distinzione tra città e campagna. In Svizzera una delle aree più colpite dal fenomeno è quella rurale del Canton Appenzello Interno. Il fatto si spiega con il progressivo processo di urbanizzazione. Stili di vita molto simili sono ormai riscontrabili sia in città che nelle aree rurali. In passato, chi per una ragione o per l’altra si trovava escluso dalla vita sociale del paese tendevano ad emigrare verso i centri urbani, portando così ad un aumento dei suicidi in queste zone.

Lidia De Bernardi

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