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L’istituto dell’infinitamente piccolo

A Basilea, grandi apparecchi per studiare l'infinitamente piccolo. SNI/Basel University

Presentato come una prima in Svizzera, lo Swiss Nanoscience Institute ha aperto venerdì le sue porte all'Università di Basilea. Il suo programma: ricerca e trasferimento di tecnologie.

Il progetto è finanziato dall’ateneo renano, dalla Confederazione e dal canton Argovia, il promotore del centro.

Lo scopo dello Swiss Nanoscience Institute (SNI, Istituto svizzero di nanoscienze), che dispone di un budget annuale di circa 20 milioni di franchi, è di favorire il trasferimento di tecnologie verso l’industria.

Il centro dell’Università di Basilea – che occupa una sessantina di persone, tra cui dieci professori – si concentra sulla ricerca interdisciplinare sia fondamentale che applicata.

«Si rivolge alle scienze della vita, ma anche alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione», indica il professore Christian Schönenberger, che dirige la struttura.

Unico in Svizzera

L’istituto è un’emanazione del programma sulle nanoscienze del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, coordinato dall’ateneo renano.

Secondo i promotori del progetto, si tratta di una prima svizzera e di una rarità a livello planetario. Strutture simili esistono solamente a Karlsruhe (Germania), negli Stati Uniti e in Giappone.

«Basilea ha già una lunga tradizione in materia di nanoscienze, in particolare per ciò che concerne la ricerca fondamentale. Con il contributo fornito dal canton Argovia possiamo però passare alla ricerca applicata e ampliare i nostri orizzonti», spiega a swissinfo Schönenberger.

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Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS)

Questo contenuto è stato pubblicato al L’FNS è un’organizzazione privata, finanziata in gran parte dal Governo, che promuove la ricerca scientifica in Svizzera. Finanzia studi in tutte le discipline, dalla filosofia alla biologia, dalla nanotecnologia alla medicina. Il compito principale dell’FNS è di valutare i progetti che gli vengono sottoposti e di eventualmente finanziarli. Ogni anno sovvenziona circa 7’000 ricercatori, 5’000…

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Il contributo di Argovia

Con cinque milioni di franchi, Argovia è un finanziatore importante del centro. «Il cantone spera in questo modo di accrescere l’attrattiva economica della regione nord-occidentale della Svizzera», ha indicato venerdì in una nota il direttore del Dipartimento cantonale argoviese dell’istruzione Rainer Huber.

«Argovia si attende inoltre che i progetti dell’istituto siano di beneficio per le imprese sul suo territorio», aggiunge il direttore dello SNI.

Il resto del finanziamento è assicurato dall’Università di Basilea e dal Governo svizzero.

swissinfo e agenzie

Il budget dello Swiss Nanoscience Institute è di 20 milioni di franchi.
L’Università di Basilea ha fornito dieci milioni.
Gli altri dieci sono assunti in parti uguali dal canton Argovia e dalla Confederazione.
L’istituto occupa una sessantina di collaboratori.

Le nanoparticelle sono degli oggetti a scala nanometrica (un milionesimo di millimetro). Si tratta di molecole o di atomi.

Per dare un’idea della loro dimensione, si può dire che il rapporto tra un atomo e una mela è circa lo stesso che tra una mela e il globo terrestre.

Le nanotecnologie consentono di utilizzare gli atomi e le molecole come se fossero dei mattoni e di assemblarli in materiali dotati di proprietà ancora inedite.

Non bisogna confondere le nanoparticelle con le particelle elementari studiate dai fisici del CERN di Ginevra (Centro europeo di ricerca nucleare), la cui grandezza è inferiore a quella dell’atomo.

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