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L’occhio svizzero sulle elezioni americane

La squadra OSCE, diretta da Barbara Haering, ossera le procedure di voto negli USA Keystone

La zurighese Barbara Haering presiede la delegazione dell'OSCE che controlla il duello elettorale fra Bush e Kerry.

La parlamentare socialista spiega a swissinfo l’importanza del mandato sia per gli Stati Uniti, sia per l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

swissinfo: Normalmente l’OSCE controlla le elezioni in paesi come la Georgia o l’Afghanistan. Adesso è stata organizzata anche una missione negli Stati Uniti, un paese democratico. Perché?

Barbara Haering: Non è la prima volta che l’OSCE partecipa come osservatrice a delle elezioni in paesi a ovest di Vienna. La Gran Bretagna e anche la Spagna hanno già invitato gli osservatori dell’OSCE. Questo caso è analogo: controlliamo le procedure di voto su espressa richiesta del governo statunitense.

swissinfo: I disguidi organizzativi delle ultime presidenziali pesano sulla credibilità degli Stati Uniti?

Barbara Haering: Credo che questa missione abbia dei risvolti su più livelli: in primo luogo rafforza la credibilità degli USA nel quadro della loro presenza nell’OSCE stessa.

Ma rafforza anche l’OSCE: numerosi pesi dell’est le rinfacciano all’organizzazione di applicare due pesi e due misure, dimenticando di controllare il procedere nei paesi occidentali.

Inoltre, e questa è la terza ragione, un procedere ordinato dello spoglio servirà anche a ridare ai cittadini americani la fiducia nel sistema di voto, rafforzando le istituzioni.

swissinfo: Come è stata accolta la vostra delegazione negli Stati Uniti?

Barbara Haering: Le autorità locali ci hanno accolto con spirito positivo e tutte le istituzioni con cui siamo in contatto ci sostengono.

È comunque inevitabile che l’osservazione esterna delle elezioni, che già di per sé si svolgono in un clima teso, finiscono nell’occhio del ciclone delle polemiche. Da più parti la delegazione è stata attaccata.

swissinfo: Il sistema di voto statunitense è più fragile, rispetto a quello di altri paesi paragonabili per livello di tradizione democratica?

Barbara Haering: Mi sono resa conto subito che – analogamente alla Svizzera – esistono modi molto diversi di gestire la situazione. Nel nostro paese, la competenza è dei cantoni, negli USA sono i singoli Stati che se ne occupano.

Inoltre l’introduzione di nuove tecnologie, soprattutto del voto elettronico, pone nuove questioni. Ma tutti i paesi che fanno questo passo si trovano confrontati con delle incognite.

swissinfo: La sua delegazione ha già registrato delle irregolarità precedenti al voto?

Barbara Haering: Non posso esprimermi sulle osservazioni fatte fino a questo momento. Dopo le elezioni tutto il materiale e le informazioni raccolte saranno raccolte in un rapporto. Prima del 4 novembre, data in cui vorremmo pubblicare il nostro resoconto, non vogliamo formulare dei giudizi.

swissinfo: Cosa farà e dove sarà concretamente la delegazione il 2 novembre?

Barbara Haering: L’osservazione non si limita chiaramente solo al giorno in cui sono aperte le urne. Il mandato contempla anche l’analisi della campagna elettorale, la presenza dei candidati nei media, la questione della registrazione degli aventi diritto nei registri elettorali, come il funzionamento delle nuove tecnologie utilizzate.

Il giorno stesso dell’elezione saremo presenti in dieci Stati dove controlleremo puntualmente i lavori in alcuni seggi.

Personalmente sarò con una piccola squadra nell’Ohio. Fisseremo le nostre osservazioni su dei formulari standardizzati, così da poter valutare in modo uniforme tutti i risultati a operazioni concluse.

swissinfo: Se un osservatore OSCE, come lei in questo caso, nota delle irregolarità, può intervenire immediatamente?

Barbara Haering: No. L’OSCE non fa il poliziotto. Il compito della delegazione è quello di osservare; eventuali irregolarità e i consigli per migliorare finiscono nel rapporto.

La realizzazione delle misure, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, è compito dei singoli Stati dell’Unione.

swissinfo: In Florida i locali di voto sono stati aperti due settimane fa e sono già state registrate le prime panne. È un cattivo auspicio l’elezione del nuovo presidente?

Barbara Haering: Anche qui non posso esprimermi. Ma registriamo con attenzione tutte le segnalazioni e le informazioni. Da settimane riceviamo informazioni dalla stampa e messaggi per lettera o via internet.

swissinfo: tenete la Floria sotto particolare controllo?

Barbara Haering: Il nostro compito è quello di dare un’îmmagine completa ed equilibrata. Non andiamo quindi solo in Florida o nell’Ohio, ma anche in altri Stati.

swissinfo: Quest’anno il voto elettronico verrà impiegato in maniera molto più estesa, rispetto a quattro anni fa. Si tratta di un passo nella giusta direzione?

Barbara Haering: È sicuramente un passo che pone nuove questioni ai responsabili. Bisogna garantire il controllo sulle macchine, dunque sui programmi come sui computer stessi. Gli Stati che fanno questa scelta devono valutare attentamente la loro scelta.

swissinfo: Le differenze fra i vari Stati sono importanti. In molti si continua con il sistema delle schede perforate, altrove si trovano altri sistemi. Questa varietà non è problematica?

Barbara Haering: In effetti si trova tutta la gamma di possibilità: dalle schede perforate alle macchine con una semplice leva, fino ai sistemi informatici. Ma in linea di principio la varietà dei sistemi non è problematica.

swissinfo: Alcune decine di osservatori in un paese sterminato; non si tratta di una missione impossibile?

Barbara Haering: In primo luogo non è possibile fare più che singole prove esemplari; in Russia non è stato diverso. Non disporremmo mai del personale necessario a controllare a tappeto un paese così grande.

In secondo luogo bisogna studiare bene dove compiere i sopralluoghi. Inoltre negli Stati Uniti disponiamo di troppe, non di troppo poche informazioni.

Ovunque si presenti un problema, sul posto si presentano immediatamente al meno un giornalista ed un esponente di un’organizzazione non governativa che si occupano del caso denunciandolo.

swissinfo: Ritiene che un giorno l’OSCE possa controllare delle elezioni anche in Svizzera?

Barbara Haering: Certamente, basta che la svizzera inviti i suoi osservatori. È un segnale positivo al resto della comunità internazionale, se un paese avanzato segnala chiaramente di volersi attenere ai valori e ai principi dell’OSCE, accettandone il controllo.

Intervista swissinfo raccolta da Gaby Ochsenbein
(traduzione: Daniele Papacella)

La zurighese Barbara Haering è consigliera nazionale socialista dal 1990.
Diplomata al Politecnico di Zurigo, è un’affermata esperta di questioni di sicurezza.
Barbara Haering è vicepresidente dell’Assemblea dei parlamentari dell’OSCE.

60 deputati provenienti dai 55 paesi dell’OSCE, con una squadra di assistenti, seguiranno le elezioni in circa 10 Stati dell’Unione nordamericana.

Il 30% degli elettori americani può votare in modo elettronico. Il numero esatto dipende dalla partecipazione.

Da circa 20 anni, l’OSCE segue gli appuntamenti elettorali in numerosi paesi.

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