Prospettive svizzere in 10 lingue

L’ONU proroga il mandato di Carla del Ponte

Carla del Ponte durante una visita a Belgrado il 4 giugno del 2007 Keystone

Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha prolungato fino al 31 dicembre il mandato di Carla del Ponte, procuratrice del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia.

Nel frattempo la polizia serba ha fermato, poi espulso, Sasa Karadzic. Suo padre Radovan, ex capo dei serbi di Bosnia, è da anni ricercato per crimini di guerra.

Lo scorso mese di giugno, su richiesta del segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, la ticinese aveva già dato il suo accordo ad un’eventuale proroga di tre mesi del suo mandato. La decisione in tal senso del Consiglio di sicurezza dell’ONU era quindi attesa.

A favore si sono detti ben 14 paesi su 15, con una sola astensione, quella della Russia.

Spiegando le ragioni del suo mancato sostegno alla procuratrice in carica del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (TPIJ), il rappresentante russo Ilya Rogachev ha aspramente criticato l’operato di del Ponte, accusandola di “non avere una concezione corretta del suo mandato”. Ha poi chiesto una “modifica urgente” del modo in cui il TPIJ è gestito.

L’astensione del rappresentante russo non stupisce, visto che il suo Paese è un fedele alleato della Serbia. Carla del Ponte accusa regolarmente la Russia, la Serbia e la Bosnia di non volere cooperare agli sforzi per arrestare gli ex leader politici e militari dei serbi in Bosnia: Radovan Karadzic e Ratko Mladic, in fuga da ormai dodici anni.

I due uomini sono accusati di genocidio dall’istanza giudiziaria internazionale per il ruolo svolto durante la guerra in Bosnia (1992-1995), più precisamente per avere architettato e pianificato, nel 1995, il massacro di Srebrenica – in cui furono eliminati 8000 musulmani – e l’assedio di Sarajevo.

Missione difficile

Sin dal 1999, quando ha assunto la carica di procuratrice capo del tribunale dell’Aja, Carla del Ponte ha lottato con tenacia per fare arrestare i criminali di guerra. Una missione difficile, dove non sono mancate le critiche e le minacce.

Tra i suoi successi figura la consegna al TPIJ di Slobodan Milosevic, morto però in cella prima che la corte emettesse un verdetto sulla sua colpevolezza.

Fino al 2003, Carla del Ponte ha seguito anche il dossier sul genocidio in Ruanda. Ha dovuto rinunciare al mandato per le pressioni del governo ruandese che l’accusava di rallentare l’iter giudiziario. Osservatori indipendenti ritengono per contro che la magistrata elvetica si sia inimicata le autorità ruandesi perché le sue indagini non vertevano solo sull’etnia Hutu – ufficialmente responsabile del genocidio – ma anche sui reati commessi dai Tutsi, nel frattempo arrivati al potere.

La lunga carriera della sessantenne ticinese non termina con la sua prossima partenza dal tribunale dell’Aja. A partire dal mese di gennaio tornerà infatti in seno all’amministrazione federale, stavolta nelle vesti di ambasciatrice di Svizzera in Argentina.

swissinfo e agenzie

Nasce a Lugano nel 1947.

Nel 1981 è nominata giudice istruttrice del canton Ticino. Nel 1985 assume l’incarico di procuratore generale presso il ministero pubblico del canton Ticino.

Dal 1994 al 1999 è procuratrice generale della Confederazione.

Nel 1999 viene nominata dalle Nazioni unite procuratrice capo del Tribunale penale internazionale dell’Aja dove segue i dossier sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia e, fino al 2003, sul genocidio in Ruanda.

Il suo mandato di procuratrice scadeva il 30 settembre ma è stato prorogato fino a fine anno.

A partire dal mese di gennaio tornerà in seno all’amministrazione federale quale ambasciatrice di Svizzera in Argentina.

Carla del Ponte è divorziata e ha un figlio di 30 anni.

Il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia è stato creato in virtù della risoluzione 827 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La risoluzione è stata adottata il 25 maggio 1993 in risposta alla minaccia per la pace e la sicurezza internazionale rappresentata dalle gravi violazioni del diritto internazionale umanitario commesse sul territorio dell’ex Jugoslavia dal 1991.

Il TPIJ per l’ex Jugoslavia ha sede all’Aja, in Olanda.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR