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L’operazione «In città senz’auto» poco seguita in Svizzera

Uno studio indica che i tre quarti degli svizzeri non fa abbastanza movimento Keystone

Scene insolite sabato in quasi un migliaio di città europee, dove strade o interi quartieri solitamente «sommersi» dal traffico sono stati «consegnati» ai pedoni, che li hanno trasformati in luoghi di divertimento e di festa per la seconda edizione dell'operazione "In città ma senz'auto". Modesto il risultato in Svizzera, dove si è preferito continuare a spostarsi con l'auto. Eppure, uno studio rileva che la mancanza d movimento costa 1,6 miliardi di franchi all'anno.

Per la prima volta uno studio ha potuto quantificare le conseguenze, in materia di costi sanitari, della sedentarietà degli svizzeri: il 73,1% dei cittadini elvetici non fa infatti abbastanza moto e contribuisce così all’insorgere di 1,4 milioni di malattie, che avrebbero potuto essere evitate.Gli svizzeri non si muovono abbastanza.

Nonostante un’allettante offerta di centri sportivi, palestre e occasioni di vario genere e per tutti i livelli, solo un terzo dei cittadini elvetici fa abbastanza moto. Nella Svizzera tedesca il 27% non si muove abbastanza, in Ticino la percentuale sale al 55% e nella Svizzera francese ben il 62% degli interpellati pregiudica la propria salute con una vita sedentaria.

Una realtà non completamente nuova per gli esperti che, tuttavia, per la prima volta si sono resi conto dell’impatto economico del problema. “Lasciando qualche volta la macchina a casa, rinunciando all’ascensore, muovendosi per almeno una mezz’ora al giorno si eviterebbero 1,4 milioni di malattie all’anno, di cui 200 con esito letale e costi per 1,6 miliardi di franchi,” afferma il dottor Brian Martin, dell’Ufficio federale dello sport, coautore di uno studio, da poco pubblicato.

I risultati delle ultime statistiche non hanno lasciato indifferenti i responsabili. L’Ufficio federale della sanità pubblica ha varato un programma, intitolato “Ambiente e salute”, che si prefigge di promuovere e accrescere la mobilità personale dei cittadini, invitandoli ad andare più spesso a piedi o a circolare in bicicletta. Anche l’Ufficio federale delle strade sta elaborando un progetto analogo. Il Consiglio federale aveva invece approvato già l’anno scorso una serie di provvedimenti speciali nell’ambito di una nuova politica dello sport.

Che gli svizzeri non si muovano abbastanza è un fatto risaputo. Nelle società ricche e industrializzate come quella elvetica è difficile rinunciare a comodità, che sono a portata di mano. Dagli ultimi rilevamenti, effettuati nel 1992 e nel 1997, risulta tuttavia che la situazione è peggiorata. Le fasce della popolazione che già nel 1992 non facevano molto moto – anziani, donne, classi sociali inferiori, abitanti delle regioni latine – negli ultimi tempi non hanno cambiato le loro abitudini.

Per quanto riguarda le differenze fra latini e svizzero-tedeschi il dottor Martin sottolinea che l’assenza di dati statistici a livello europeo non permette di fare un confronto fra le varie mentalità e abitudini culturali. Brian Martin non esclude che l’interpretazione stessa di “moto”e di “attività fisica” diverga da Paese a Paese. Il 90% di tutti gli svizzeri, concordano comunque nell’attribuire una grande importanza al moto.

L’attività sportiva vera e propria in generale è in aumento ma mentre una piccola percentuale di persone pratica magari più discipline sportive, la maggioranza fa troppo poco. Eppure il moto, anche solo una passeggiata regolare, ha effetti benefici su tutto l’organismo, oltre che sullo spirito: ci si sente più distesi, più rilassati. L’attività fisica ha anche un forte effetto antidepressivo, ci dice il dottor Martin Il movimento contribuisce inoltre ad evitare le malattie cardiovascolari, il cancro al colon e certi tipi di diabete.

Elena Altenburger

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