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La campagna elettorale statunitense fa tappa a Lugano

Bob Gebhardt, presidente dei repubblicani dell'estero in Svizzera swissinfo.ch

I repubblicani dell'estero residenti in Europa si sono incontrati alcuni giorni fa a Lugano per la loro assemblea annuale, dedicata principalmente alla prossima scadenza elettorale americana.

La riunione annuale dei repubblicani dell’estero (Republicans Abroad, AR) si è svolta la scorsa fine settimana all’albergo Splendide Royal di Lugano. Un luogo scelto non ha caso. Qui infatti soggiornò George Bush senior.

“Questo albergo mi piace molto e dalla visita di Bush ci ritorno spesso”, afferma Bob Gebhardt, presidente dei repubblicani in Svizzera e organizzatore della manifestazione.

Chi si aspetta di ritrovarsi di fronte un’orda di partigiani infervorati come durante le convention organizzate oltreoceano dai due partiti rimarrà deluso. All’apertura del convegno venerdì pomeriggio, nella sala conferenze dell’albergo sono presenti solo un paio di dozzine di persone di una certa età.
Ad ascoltare i diversi oratori vi sono anche alcuni studenti di una scuola americana di Lugano.

L’ex membro della CIA ed esperto di sicurezza Jack Caravelli parla della questione nucleare e del possibile uso di queste armi da parte degli Stati ‘canaglia’ e dei terroristi. L’avvocato Ed Flaherty abborda dal canto suo il tema “Il diavolo porta un casco blu – perché l’ONU deve essere riformata o rimpiazzata”.

Difficile essere repubblicani

È solo a partire da sabato che il congresso entra nel vivo dell’elezione presidenziale in programma in novembre, con un rapporto sulla campagna in corso e sul suo finanziamento, nonché sulla situazione del Partito repubblicano nei differenti paesi europei. “Abbiamo sempre discussioni molto aperte su temi importanti e in seguito abbordiamo questioni più specifiche legate al partito”, spiega Bob Gebhard.

Anche oggi la partecipazione non è massiccia, poiché poco più di 40 persone provenienti da tutta Europa sono convenute a Lugano. “È dai tempi di Ronald Reagan che sono una repubblicana convinta”, afferma durante una pausa caffè Marie Christin Guerin, residente a Parigi.

Anche Jeff Daniels, da 12 anni in Ticino, è repubblicano nell’animo e nel corpo. “In Svizzera è però difficile essere repubblicano”, dichiara ridendo. Come nel resto dell’Europa, anche nella Confederazione Obama gode di maggiori simpatie.

“Sono però convinto che il ticket McCain/Palin sia la migliore soluzione per gli Stati Uniti e per il mondo intero”, sottolinea Jeff. Sui temi importanti – sostiene – si sono dimostrati più preparati.

Un voto importante

Malgrado la scarsa partecipazione, Francesco Pallazzuoli dal canto suo ritiene importante continuare a sensibilizzare gli americani espatriati: “Sempre più statunitensi vivono all’estero e perciò il loro voto acquista un peso maggiore”.

Durante la cena di gala ha preso la parola anche James Nicholson, un repubblicano della vecchia scuola, ex ministro per i veterani del governo di George W. Bush. A dare invece il benvenuto vi era Fulvio Pelli, presidente del Partito liberale radicale svizzero.

Nessuna raccolta fondi

Durante la manifestazione non si è proceduto a nessuna raccolta fondi. “Non è il nostro compito, ma naturalmente a chi vuole versare qualcosa spieghiamo come fare”, precisa Gebhard.

I democratici, dal canto loro, hanno agito in modo diverso. Ad inizio settembre in una cena di gala organizzata a Ginevra sono riusciti a raccogliere 900’000 dollari, grazie anche alla presenza della star di Hollywood George Clooney.

“Il mio amico Charles Adam ci ha pure proposto di organizzare un evento simile a Ginevra “, afferma Bob Gebhardt. I repubblicani hanno però rinunciato.

Prima delle elezioni, in Svizzera i rappresentanti dei due partiti incroceranno le spade ancora una volta. Il 22 ottobre il coordinatore dei repubblicani a Zurigo Mark Nedlin e la sua omologa democratica Jennifer Giroux cercheranno di convincere gli ultimi indecisi durante un dibattito in programma all’Università di Zurigo.

swissinfo, Gerhard Lob, Lugano
(traduzione di Daniele Mariani)

La 56esima elezione presidenziale statunitense si svolgerà il 4 novembre 2008.

L’elezione avviene in modo indiretto. I cittadini scelgono gli elettori che formano lo “United States Electoral College”, corpo costituzionale che elegge il presidente e il vicepresidente. Per essere eletto alla carica suprema un candidato deve riunire una maggioranza di 270 grandi elettori.

Se nessun candidato riuscirà a raggiungere la maggioranza, spetterà alla Camera dei rappresentanti eleggere il successore di George W. Bush. Un simile caso si è presentato solo una volta, nel 1824.

In lizza per i repubblicani vi è il senatore dell’Arizona John McCain, mentre per i democratici il senatore dell’Illinois Barack Obama. Si sono candidati pure molti rappresentanti di piccoli partiti, che non hanno però nessuna chance di successo.

La campagna elettorale 2008 sarà la più cara della storia. Complessivamente i fondi raccolti dai candidati dovrebbero superare il miliardo di dollari.

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