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La canapa ritorna sui banchi del Parlamento

Ci sono circa 500'000 fumatori di canapa in Svizzera Keystone

Questa settimana la canapa sarà ancora una volta alla ribalta della cronaca. Il parlamento si chinerà in effetti su un nuovo progetto di depenalizzazione della pianta psicoattiva.

La Svizzera è diventata celebre negli anni ’80 per la sua politica liberale in materia di droghe. I tempi sono tuttavia cambiati e alcuni studi sull’impatto negativo della marijuana sembrano dar ragione ai contrari alla depenalizzazione.

Prima del voto popolare (di cui non è ancora stata fissata una data), il dibattito sull’iniziativa a favore della canapa dovrà essere affrontato dalle due camere del Parlamento. Il Consiglio nazionale si chinerà sul tema nella seduta di mercoledì, mentre il Consiglio degli Stati (camera alta) si pronuncerà nel 2008.

Geri Müller, deputato ecologista in Parlamento e membro del comitato promotore dell’iniziativa, è convinto che la lotta per una depenalizzazione della canapa non è affatto persa.

«Credo che l’insostenibilità della situazione attuale sia riconosciuta in modo diffuso. Il voto alla Camera del popolo potrebbe essere serrato», afferma.

Secondo Müller, molti dei nuovi deputati in Parlamento (persino i rappresentanti di partiti conservatori e di destra) sostengono l’idea di una politica liberale in materia di droghe.

Tuttavia, tre dei quattro maggiori partiti svizzeri in Consiglio nazionale si sono espressi contro quest’apertura. Soltanto i socialisti si sono detti a favore.

Le ragioni dei fautori dell’iniziativa

L’iniziativa “Per una politica ragionevole della canapa e per un’efficace protezione della gioventù” chiede di depenalizzare, a condizioni ben precise, il consumo di canapa (vedi a fianco). Il commercio di marijuana psicoattiva non sarebbe completamente autorizzato, ma controllato dalle autorità, che tenterebbero così di dare un giro di vite allo spaccio illegale.

Per i sostenitori di una parziale liberalizzazione dell’uso della canapa, non ha senso considerare i 500’000 fumatori regolari o occasionali di marijuana in Svizzera come dei criminali.

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Opinione pubblica

Geri Müller non sembra scoraggiato dagli studi che hanno messo in evidenza gli effetti dannosi del consumo di canapa e dall’apparente mutamento d’opinione tra i giovani.

«Le giovani generazioni sono più preoccupate del problema degli eccessi alcolici e della violenza. Il tema della canapa sembra al contrario aver perso d’interesse, soprattutto nelle scuole», osserva.

Una decina di gironi fa, i partecipanti alla sessione invernale dei giovani hanno chiaramente respinto la nuova iniziativa, sostenendo che invierebbe un messaggio sbagliato ai teenager, i quali rischiano di iniziare con la canapa per poi passare alle droghe pesanti.

Agli occhi di Müller, diversi studi sulla canapa sono «irrilevanti», siccome le considerazioni in seno alla comunità scientifica non sono unanimi.

Uno studio dell’Università di Zurigo ha evidenziato che i fumatori di canapa sono maggiormente inclini a sviluppare forme di schizofrenia. Altri ricercatori hanno invece rilevato che l’uso regolare della marijuana potrebbe danneggiare i polmoni.

Puntare sulla prevenzione

Gli esperti in materia hanno lanciato ripetuti appelli per un approccio più pragmatico al problema. Hanno inoltre auspicato un compromesso tra la responsabilità individuale e la necessità di leggi e del rispetto delle regole all’interno della società.

L’Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (SFA), basato a Losanna (Vaud), è favorevole ad una depenalizzazione. L’iniziativa non rappresenta però il modo giusto di procedere. «Troppe domande rimangono in sospeso, come ad esempio la coltivazione della canapa per uso personale», afferma la sua portavoce, Monique Helfer.

Non è compito dell’istituto incoraggiare i giovani a fumare della canapa, sostiene Helfer. «L’elemento chiave della politica sulle droghe è la prevenzione».

Prima del voto popolare (di cui non è ancora stata fissata una data), il dibattito sull’iniziativa a favore della canapa dovrà essere affrontato dalle due camere del Parlamento. Il Consiglio nazionale si chinerà sul tema nella seduta di mercoledì, mentre il Consiglio degli Stati (camera alta) non ha ancora fissato un’agenda a riguardo.

Revisione della legge

Nel corso delle tre settimane della sessione invernale (3-21 dicembre) il Parlamento dovrebbe inoltre portare avanti la revisione della Legge sugli stupefacenti. L’obiettivo è di ancorare alla legge la politica dei quattro pilastri del governo (repressione, prevenzione, terapia e riduzione dei danni).

A cavallo degli anni Ottanta e Novanta, la Svizzera è stata al centro dell’attenzione per le scene aperte della droga apparse nelle città principali (Zurigo in primis). In seguito, il popolo elvetico ha respinto due iniziative contrapposte che chiedevano di rendere più severa o di allentare la politica nazionale in materia di droghe.

swissinfo, Urs Geiser
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

Nel gennaio del 2006, il comitato «Per la protezione della gioventù contro la narco-criminalità» ha depositato un’iniziativa popolare munita di 106’000 firme per depenalizzare il consumo, la detenzione, l’acquisto e la coltivazione ad uso personale della canapa psicoattiva.

Il governo svizzero ha raccomandato nel dicembre 2006 al Parlamento di respingere l’iniziativa senza controprogetto.

L’ultima parola spetterà comunque al popolo, che si recherà alle urne tra 2-4 anni, segnala il comitato.

Nel 2004, il Parlamento aveva respinto un progetto simile di revisione della Legge sugli stupefacenti presentato dal Consiglio federale, che prevedeva appunto la depenalizzazione della canapa.

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