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La conferenza sull’Aids punta sulla prevenzione

La 15esima conferenza mondiale sull'Aids si svolge in Thailandia Keystone

Ricercatori svizzeri presentano a Bangkok un nuovo studio sull'uso del preservativo.

I risultati della ricerca, condotta da un gruppo della Scuola superiore argoviese per la ricerca applicata, potrebbero influenzare le prossime campagne di prevenzione in Svizzera.

I ricercatori svizzeri si sono recati a Bangkok, insieme a una delegazione dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), dell’Aiuto Aids Svizzero e della direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC). Nella capitale thailandese, 17’000 specialisti di 160 paesi partecipano alla quindicesima conferenza mondiale sull’Aids, aperta ufficialmente domenica.

Il gruppo dell’istituto argoviese, sotto la direzione di Daniel Gredig, ha interrogato 982 uomini svizzeri eterosessuali tra i 25 i 65 anni sull’uso del preservativo.

L’inchiesta voleva dimostrare che, per l’uomo, la percezione del proprio corpo e la conoscenza di ciò che gli fa bene sono molto importanti per decidere se impiegare o no il preservativo.

«La nostra tesi è stata confermata», ha dichiarato Gredig a swissinfo. Si è addirittura dimostrato che il valore attribuito alle necessità del proprio corpo è più importante delle preoccupazioni sulle aspettative dei partner.

E questa è una scoperta che ha sorpreso i ricercatori, poiché inchieste analoghe condotte in altri paesi avevano portato ad altri risultati.

Adattare la prevenzione

Lo studio dei ricercatori svizzeri mette in risalto diversi modelli di comportamento dell’uomo: dagli idealisti, che cercano un perfetto equilibrio tra corpo e spirito, fino a quelli che non si preoccupano affatto del proprio corpo.


E questi sono risultati che potrebbero influenzare gli sforzi della Svizzera nella lotta contro la diffusione dell’Aids, ha dichiarato Gredig.

Sebbene le informazioni sul virus HIV e sulla sua diffusione siano
molto importanti, bisogna contemporaneamente riconoscere che le varie mentalità reagiscono in modo molto diverso.

Messaggi diversi per uomini diversi

«Dobbiamo ripensare il lavoro di prevenzione», afferma il direttore dello studio.

«Servono nuovi messaggi adatti ai diversi gruppi di uomini, che non si possono suddividere in giovani e vecchi o istruiti e non istruiti, bensì in diversi tipi di mentalità.»

Nello studio, sono stati presi in considerazione gli uomini eterosessuali, proprio perché questo gruppo è spesso dimenticato nella lotta contro l’Aids. Mentre le statistiche, sia in Svizzera che nel resto d’Europa, mostrano un aumento del contagio tra eterosessuali.

Accesso per tutti

Alla conferenza sull’Aids di Bangkok, si discute quale accesso all’informazione, all’istruzione, alle cure mediche e all’assistenza bisogna offrire ai portatori del virus e alle persone potenzialmente minacciate. Gli specialisti dovranno in particolare dibattere su come si potrà migliorare tale accesso per le donne e i giovani.

Per la DSC, la conferenza è estremamente importante, afferma la portavoce Barbara Affolter, perché permette di scambiare esperienze e discutere nuovi spunti nella lotta contro l’Aids.

Secondo la Affolter, «per la DSC, la lotta contro l’Aids è una delle priorità dei progetti d’aiuto allo sviluppo».

Sieropositivi in aumento

L’Ufficio federale della sanità pubblica e l’Aiuto Aids Svizzero intendono informare sul programma svizzero di prevenzione, in particolare sul nuovo progetto nazionale d’informazione 2004-2008 e sulla campagna Stop-Aids per gli immigrati.

In uno studio delle Nazioni Unite, il numero dei sieropositivi è stimato a 38 milioni di persone, il che corrisponde a un aumento di 3 milioni nel corso di un solo anno. Nel 2003, altri 3 milioni di persone sono morte di Aids.

Secondo l’UNAids, bisognerebbe spendere 20 miliardi di dollari (25 miliardi di franchi) all’anno per lottare contro la malattia, vale a dire quattro volte di più di quanto si spende oggi.

swissinfo, Morven McLean
(traduzione: Fabio Mariani)

La conferenza mondiale di Bangkok dura dall’11 al 16 luglio.
Vi partecipano 17’000 specialisti di 160 paesi.
Nel mondo si contano 38 milioni di sieropositivi.

Ricercatori svizzeri hanno dimostrato che per gli uomini la percezione del proprio corpo è un fattore importante per decidere se usare il preservativo.

Secondo i ricercatori, la campagna di prevenzione in Svizzera dovrà essere ripensata e adattata alle diverse mentalità.

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