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La criminalità economica aumenta

Le falsificazioni di bilanci figurano tra gli strumenti utilizzati dalla criminalità economica. imagepoint

Secondo uno studio, il 37% delle società svizzere hanno subito delle frodi negli ultimi due anni, contro il 24% nel biennio precedente.

In Svizzera gli autori dei reati sono in oltre un caso su due dei quadri superiori, una quota molto più alta rispetto a quella degli altri paesi.

La criminalità economica è sensibilmente aumentata in Svizzera nel periodo 2003 – 2004, provocando perdite finanziarie per centinaia di milioni di franchi.

È quanto emerge da uno studio realizzato in 34 paesi e presentato martedì dalla società di consulenza PricewaterhouseCoopers (PwC).

La criminalità dei colletti bianchi rappresenta una minaccia significativa, che registra una progressione costante in tutto il mondo, ha affermato a Zurigo John Wilkinson, partner di PwC, presentando il rapporto.

Nella loro analisi, fatta per la terza volta, gli autori hanno interrogato complessivamente 3634 imprese, di cui 125 nella Confederazione.

Meno frodi in Svizzera

Secondo l’inchiesta, il 37% delle società svizzere sono state vittime di frodi negli ultimi due anni, contro il 24% nel periodo 2001 – 2002.

Tuttavia la proporzione di atti fraudolenti – quali appropriazione indebita, falsificazioni di bilanci, corruzione, reati insider, riciclaggio di denaro e altro – è ancora inferiore a quella rilevata nell’Europa occidentale (42%) e all’insieme del pianeta (45%).

Fra i vari rami, le imprese attive nel commercio al dettaglio e all’ingrosso sono prese di mira con maggior frequenza (59% in Svizzera).

Gli atti fraudolenti sono infatti favoriti dalla grande quantità di merci e denaro in circolazione, ha osservato Wilkinson.

In seconda posizione si situa il settore finanziario (48%). In seguito ai molteplici meccanismi di controllo i reati vengono più facilmente alla luce in tale ramo, è stato indicato.

Responsabilità dei dirigenti

In circa la metà dei casi i reati sono compiuti da persone all’interno dell’azienda.

“In Svizzera esiste una sorta di ‘cultura della fiducia’: molta gente è convinta che gli svizzeri non commettono delle frodi. Ma la realtà dimostra che questa impressione è sbagliata e che bisogna quindi rafforzare la vigilanza anche da noi”, dichiara a swissinfo Rolf Schatzmann, partner di PwC in Svizzera.

Gli autori si sono detti sorpresi per quanto riguarda la gerarchia: nella misura del 53% si tratta di quadri superiori, mentre su scala globale ed europea tale proporzione è rispettivamente del 24 e del 26%.

Proprio a causa della loro posizione, i dirigenti sono meglio piazzati per utilizzare la loro autorità e premunirsi contro i controlli.

Secondo PwC, i consigli di amministrazione dovrebbero esaminare più accuratamente le attività dei manager.

Nel 32 % dei casi rilevati in Svizzera (contro il 27% in Europa occidentale e il 31% a livello mondiale) gli autori svolgono funzioni di quadri intermedi.

Solo il 16% degli atti fraudolenti è compiuto da personale subalterno (47% in Europa occidentale e 46% nel mondo).

Poche sanzioni

Altra sorpresa: la scoperta di frodi non ha conseguenze per il 40% dei top manager. In meno della metà dei casi si giunge a licenziamenti o procedimenti penali.

Per i quadri intermedi invece il licenziamento è la regola e le denunce penali riguardano il 58%. Per il resto dei dipendenti nell’83% dei casi si giunge al licenziamento e nella metà a una denuncia penale.

La criminalità economica causa danni ingenti: in media ciascuna azienda elvetica colpita ha perso 2,7 milioni di franchi negli ultimi due anni.

In Svizzera l’appropriazione indebita rappresenta il 54% dei reati, le truffe il 43%.

La maggior parte degli atti fraudolenti è scoperta per caso, nel 36% in seguito a informazioni da parte dei collaboratori e solo nel 16% grazie alla revisione interna.

“Non si tratta ora di sviluppare una ‘cultura della diffidenza’. Ma le aziende dovrebbero adottare ulteriori misure per prevenire le frodi, trovando un giusto equilibrio tra la fiducia nei collaboratori e la salvaguardia degli interessi aziendali”, sostiene Rolf Schatzmann.

swissinfo e agenzie

Il 37% delle aziende interrogate in Svizzera hanno subito delle frodi nel periodo 2003 – 2004 (contro il 24% nel 2001 – 2002).
Questa quota è inferiore a quella degli altri paesi europei (42%) e del resto del mondo (45%).
Il 66% delle società elvetiche intervistate ritengono di aver adottato misure adeguate per prevenire delle frodi nei prossimi 5 anni.
Il 53% dei reati di frode commessi in Svizzera sono da addebitare a quadri superiori.

La società PricewaterhouseCoopers – attiva in oltre 140 paesi nel settore della consulenza aziendale e della revisione contabile – ha realizzato per la terza volta uno studio sulla criminalità economica.

Per questa inchiesta sono state interrogate 3634 aziende, di cui 125 in Svizzera.

Le società svizzere vittime di frodi – quali appropriazione indebita, falsificazioni di bilanci, corruzione, reati insider o riciclaggio di denaro – hanno perso in media 2,6 milioni di franchi.

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