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La libera circolazione delle persone ha effetti sul lavoro

Il dumping salariale è particolarmente pronunciato nel settore edile Ex-press

Circa un quarto delle aziende controllate nei settori in cui vige un contratto collettivo di lavoro non rispettano i salari o le condizioni di lavoro previste dalla legislazione elvetica.

L’ultimo rapporto dell’amministrazione sugli effetti della libera circolazione delle persone con l’Unione europea evidenzia inoltre, dal 2006, un aumento delle ispezioni dell’80%.

Più controlli e sanzioni più severe: la prassi dell’attuazione delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone fra la Svizzera e l’Unione europea (Ue) è diventata più severa, secondo il rapporto della SECO (Segreteria di Stato dell’economia) illustrato giovedì a Berna.

Il quadro della situazione è globalmente rassicurante, ma presenta differenze settoriali. La vigilanza per prevenire il dumping salariale e sociale dovrà essere ulteriormente rafforzata.

«Il bilancio è sostanzialmente positivo», ha affermato la ministra dell’economia Doris Leuthard, commentando il periodo gennaio 2006 – giugno 2007.

«Al contempo prendiamo sul serio le infrazioni e le irregolarità che si verificano in determinati rami economici. I controlli possono e devono essere migliorati ulteriormente», ha spiegato la consigliera federale.

Infrazioni in un’azienda su quattro

La grande maggioranza delle aziende prese in esame rispetta le condizioni salariali e lavorative. Tuttavia la proporzione degli abusi non è uniforme.

Nei settori privi di contratti collettivi di lavoro (CCL) con carattere obbligatorio generale, la quota delle infrazioni è dell’8%. Nei settori coperti da un CCL la percentuale sale invece al 24%.

La proporzione più elevata in questi settori – spiega la SECO – è dovuta al maggior numero di denunce e di controlli. Inoltre, in settori dotati di CCL vigono disposizioni precise, secondo cui anche abusi minimi in materia di salari previsti nella convenzione costituiscono un’infrazione, ha aggiunto Serge Gaillard, responsabile alla SECO della Direzione del lavoro.

«Nel settore alberghiero e della ristorazione, così come nell’edilizia bisogna tuttavia fare di più», ha avvertito Doris Leuthard. I casi di dumping salariale o sociale constatati per i lavoratori provenienti dall’Ue sono in effetti più numerosi rispetto ad altri rami dell’economia.

Differenze si riscontrano anche fra imprese svizzere, con una quota del 18%, e imprese estere con lavoratori distaccati in Svizzera (32%).

Il rapporto rileva poi che l’attività di vigilanza è stata nettamente incrementata: rispetto al 2005 i controlli sono aumentati dell’80%, balzando a un totale di 31’243 nel giro di 18 mesi. Sono stati eseguiti da 150 ispettori in tutti i rami economici e in tutte le regioni della Svizzera.

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Misure sufficienti

Senza CCL – ha commentato il capo economista dell’Unione sindacale svizzera, Daniel Lampart – le misure di accompagnamento sono «lettera morta».

A preoccupare i sindacati è in particolare il settore edile, dove la rinuncia del CCL da parte della Società svizzera degli imprenditori (annunciata per il 1. ottobre) rischia di accentuare i disaccordi tra le parti.

Pur riconoscendo che la discordia tra sindacati e imprenditori rappresenta un «fattore d’instabilità» che «ravviva i dubbi sulla libera circolazione delle persone», la ministra dell’economia rimane dell’avviso che le misure di accompagnamento all’apertura delle frontiere alla manodopera europea siano sufficienti.

swissinfo e agenzie

La Svizzera e l’Unione europea (Ue) hanno avviato lo scorso 10 luglio una serie di negoziati sull’estensione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone alla Bulgaria e alla Romania.

Mercoledì, le due delegazioni si sono accordate sul principio di un periodo transitorio, che permetterà alla circolazione delle persone tra la Confederazione e i due nuovi Stati dell’Ue di svilupparsi in modo progressivo e controllato.

Berna e Bruxelles hanno inoltre adottato il principio di una clausola di salvaguardia che autorizza la reintroduzione dei contingenti in caso di forte immigrazione. La durata di questo periodo transitorio e della validità della clausola deve tuttavia ancora essere negoziata.

La prossima sessione di discussioni si terrà il 7 novembre.

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