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La lunga strada della Svizzera verso l’ONU

10 settembre 2002: il presidente svizzero Kaspar Villiger si rivolge per la prima volta all'ONU Keystone

È stato necessario oltre mezzo secolo di accese discussioni per convincere gli svizzeri, nel 2002, a raggiungere le Nazioni Unite.

Anche se l’opinione pubblica sostiene in misura maggiore l’ONU, un numero sempre crescente di persone è contrario all’invio di militari svizzeri in missioni di pace.

Il 3 marzo 2002 il 55% dei cittadini elvetici ha approvato l’adesione della Confederazione alle Nazioni Unite. Attualmente, stando a uno studio intitolato «Sicurezza 2007» pubblicato in agosto dal Politecnico federale di Zurigo, il 61% degli interpellati afferma di sostenere «fortemente» o «molto fortemente» l’impegno attivo della Svizzera in seno all’ONU.

Secondo Andreas Ladner, professore di scienze politiche all’Istituto di alti studi in amministrazione pubblica (IDHEAP) di Losanna, uno dei motivi di questo risultato è il fatto che la Svizzera si è mostrata piuttosto attiva in seno all’organizzazione internazionale.

A titolo di esempio, la creazione del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’ONU – che lo scorso anno ha sostituito a Ginevra la contestata Commissione dei diritti dell’uomo – è frutto di un’iniziativa elvetica.

«Le persone si sono abituate al fatto che la Svizzera è membro dell’ONU, e si rendono conto che non si tratta di un fatto negativo», spiega Andreas Ladner a swissinfo.

Forte opposizione

È difficile immaginare che la Svizzera – 190esimo membro dell’organizzazione – abbia raggiunto l’ONU soltanto cinque anni or sono, considerando anche la forte opposizione manifestata dalla destra nazionalista dell’Unione democratica di centro (UDC) e dagli isolazionisti dell’Azione per una svizzera neutrale e indipendente (ASIN).

Secondo Hans Hirter, politologo dell’Università di Berna, il sostegno manifestato nel corso degli ultimi anni dimostra che l’appartenza all’ONU è considerata un fatto ormai acquisito. Tuttavia, aggiunge, «non credo che le persone abbiano cambiato opinione dal 2002. Diciamo piuttosto che al momento sono abbastanza indifferenti alla questione».

Invio di truppe

Non si può dire la stessa cosa per quanto concerne l’impiego di militari svizzeri nel quadro di missioni di pace dell’ONU. I sostenitori di questo tipo di interventi sono infatti passati dal 69% del 1999 al 54% del 2006. «Si tratta di un tema di stretta attualità, o perlomeno è quanto cerca di far credere l’UDC», commenta Hans Hirter.

Dal canto suo, Andrea Ladner aggiunge che l’idea di «neutralità attiva» – in passato assai in voga presso certi ambienti – riscuote ora molto meno consensi.

«La questione della partecipazione dei soldati svizzeri è delicata per molte persone, soprattutto se i militari dovessero essere armati. L’idea di vederli coinvolti in conflitti non è ben accolta. Tale percezione potrebbe mutare con il tempo, ma per il momento non vi è un vero dibattito», aggiunge Andreas Ladner.

Dimensione internazionale

Nelle discussioni precedenti la votazione del 2002, l’argomento principe degli oppositori all’adesione era quello dei possibili rischi per la neutralità tradizionale.

Il ministro della giustizia Christoph Blocher – allora non ancora membro del Governo – aveva a sua volta affermato che l’adesione avrebbe messo a repentaglio la democrazia diretta elvetica, asserendo che la legislazione promulgata a livello internazionale avrebbe potuto influire su quella svizzera.

Questo argomento aveva d’altronde convinto gli elettori in occasione di una prima votazione concernente l’ONU, tenutasi nel marzo 1986: in quell’occasione, il 75% degli aventi diritto di voto si erano espressi negativamente.

Secondo Hans Hirtner, nel 2002 l’ONU non era però più considerato come uno spauracchio; i timori relativi all’organizzazione erano infatti nel frattempo stati proiettati sull’Unione europea.

«La Guerra fredda è terminata e, con la globalizzazione, la gente ha potuto constatare che il fatto di non far parte dell’ONU era un fattore negativo per l’immagine della Svizzera», conclude il politologo bernese.

swissinfo, Adam Beaumont
(Traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Il dibattito concernente l’adesione è iniziato verso la fine degli anni Sessanta; il governo ha presentato il suo primo rapporto nel 1969, concludendo che i tempi non erano ancora maturi.

Nel 1977, l’esecutivo ha iscritto l’adesione tra i propri obiettivi, ma nel marzo 1986 la proposta è stata seccamente respinta dal popolo.

Nel 1998, il Consiglio federale ha definito l’adesione un «obiettivo strategico». Quattro anni più tardi, la Svizzera è diventato il 190esimo Paese membro dell’ONU.

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