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La medicina attira sempre più studenti

Le aule delle università svizzere sono stracolme per i corsi di medicina Keystone Archive

Anche quest'anno, il numero di candidati agli studi di medicina supera le capacità d'accoglienza delle università svizzere, che reagiscono in maniera diversa.

Gli atenei di Basilea, Berna, Friburgo e Zurigo ricorrono ad un esame preliminare. Quelli di Ginevra, Losanna e Neuchâtel rifiutano dal canto loro di introdurre un numerus clausus.

Ben 1’712 persone si sono iscritte alla facoltà di medicina per l’anno accademico 2006/2007 a Basilea, Berna, Friburgo e Zurigo. Sono 187 in più rispetto all’anno precedente, secondo le cifre pubblicate mercoledì dalla Conferenza universitaria svizzera (CUS).

Tendenza simile per quanto concerne la medicina veterinaria, con 348 iscrizioni, 30 in più rispetto al 2005, e quella dentaria, con 217 richieste d’ammissione (+27).

Le capacità d’accoglienza in medicina umana nelle quattro facoltà summenzionate sono ampiamente superate, ciò che ha spinto i responsabili degli atenei a mantenere il sistema del numerus clausus, in vigore dal 1998. Gli esami preliminari sono previsti il 7 luglio prossimo.

La domanda è alta pure a Ginevra, con 338 iscrizioni per 187 posti disponibili, e a Losanna, con 394 iscrizioni per 167 disponibilità. A Neuchâtel, dove è possibile seguire solo il primo anno propedeutico, vi sono 45 richieste per 47 posti.

Contrariamente a Basilea, Berna, Friburgo e Zurigo, le tre università romande hanno una volta ancora respinto l’idea di introdurre un test attitudinale per scremare gli iscritti. La selezione avverrà come finora nel quadro degli esami universitari.

L’utilità dell’esame preliminare

Per Nivardo Ischi, segretario generale della CUS, il sistema del numerus clausus ha dato risultati positivi.

Prima di tutto, il continuo aumento delle candidature prova che questo provvedimento non scoraggia i giovani che vogliono intraprendere gli studi in medicina.

L’esperienza ha inoltre dimostrato che chi ben figura all’esame preliminare in seguito ottiene dei buoni risultati, mentre chi ha note discrete incontra più difficoltà e ha bisogno di un periodo più lungo per concludere gli studi.

Charles Bader, vicedecano della facoltà di medicina dell’università di Ginevra, relativizza queste cifre: “Il numero di studenti in eccedenza dovrebbe essere minimo da noi. I candidati devono infatti confermare la loro iscrizione in giugno e molti di loro devono ancora passare gli esami di maturità”.

Bader non esclude però che il prossimo anno venga introdotta una prova preliminare nel caso in cui le candidature dovessero esplodere: “La legge cantonale sull’università permette al Consiglio di Stato (Governo cantonale) di prendere delle misure urgenti valide un anno”.

Per contro, l’instaurazione permanente di un numerus clausus sembra poco probabile. “Quando questa opzione è stata discussa all’inizio degli anni ’90, sono fioccate opposizioni da tutte le parti: studenti, professori, responsabili politici,…”, ricorda Bader.

Coloro che si oppongono all’esame d’entrata ritengono essenziale permettere agli studenti di seguire per almeno un anno i corsi di medicina. E questo punto di vista continua a prevalere sia a Ginevra che a Losanna, secondo Charles Bader.

Una questione di principio

Un’opinione condivisa anche dal rettore dell’Università di Losanna. “In Svizzera – afferma Jean-Marc Rapp – la maturità liceale dà pieno accesso all’università e lo studente può scegliere liberamente a quale facoltà iscriversi. È un principio che ci sta a cuore”.

Jean-Marc Rapp ritiene inoltre che le limitazioni imposte ai candidati stranieri permettano di gestire un eventuale afflusso di studenti europei. “Gli accordi sottoscritti con i nostri vicini europei, come ad esempio le Convenzioni di Bologna e di Lisbona, autorizzano simili restrizioni”.

La Svizzera – osserva ancora il rettore dell’ateneo vodese – resta comunque uno dei paesi europei che accoglie più studenti stranieri. E questo in tutte le facoltà e da diversi anni.

swissinfo, Fréderic Burnand e agenzie
(traduzione di Daniele Mariani)

In Svizzera, il Parlamento sta esaminando la revisione della legge sulla formazione delle professioni mediche, che data del 1877. Mercoledì, la Camera alta ha accettato il testo già approvato dalla Camera bassa.

La legge definisce in particolare le esigenze in materia di competenza professionale di cui devono disporre i medici, i dentisti, i farmacisti, i chiropratici ed i veterinari.

Tra le novità, il Parlamento ha previsto una formazione specifica per l’accompagnamento di pazienti in fin di vita, nonché sul “dovere morale” del medico di avere un’assicurazione responsabilità civile.

Inoltre, i medici non potranno fare della pubblicità non obiettiva, che non risponde a un interesse generale o che induce in errore.

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