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La politica non deve interferire con la cultura

Pascal Couchepin intende promuovere maggiormente la cultura in Svizzera Keystone Archive

Il ministro della cultura, Pascal Couchepin, sostiene una politica culturale liberale.

Alla vigilia del dibattito parlamentare sulla Legge sulla promozione della cultura, il partito radicale svizzero ha organizzato un seminario intitolato «Cultura di Stato contro libertà artistica?».

Il consigliere federale, Pascal Couchepin, desidera che gli Svizzeri si interessino maggiormente alla cultura. Infatti, benché l’offerta culturale sia considerevolmente aumentata negli ultimi anni, solo la metà della popolazione elvetica ne trae beneficio.

Couchepin si è inoltre espresso sull’influenza della politica sulla cultura.

La cultura al servizio solo di sé stessa

In un’intervista concessa al quotidiano svizzero-tedesco «Bund», il ministro della cultura si pronuncia in favore di una politica culturale liberale. In questo ambito, il consigliere federale sostiene che lo Stato deve agire come mecenate e non come sponsor.

«La cultura non deve essere al servizio della politica o dell’economia, ma solo di sé stessa», ha affermato Pascal Couchepin.

Dello stesso parere, i radicali e i liberali, riuniti sabato a Zurigo nell’ambito di un seminario intitolato «Cultura di Stato contro libertà artistica?», a cui hanno partecipato un centinaio di persone, fra cui anche Pascal Couchepin.

I partecipanti al seminario hanno affermato che la libertà della cultura costituisce un elemento fondamentale di ogni società illuminata.

Politica liberale

Intervenendo nell’ambito della manifestazione, Couchepin ha affermato che «negli ambienti politici di destra c’è la tendenza a criticare e punire gli artisti di sinistra. Le cerchie di sinistra fanno altrettando escludendo gli artisti situati più a destra politicamente».

Il ministro ha citato come esempi l’esposizione dell’artista bernese Thomas Hirschhorn al Centro culturale svizzero di Parigi, che ha sucistato la reazione scandalizzata di parte del mondo politico per alcune immagini, e il caso del consigliere nazionale dell’Unione democratica di centro Oskar Freysinger che ha incontrato problemi nel farsi accogliere all’Associazione delle autrici e degli autori svizzeri (AdS).

«Quello che è inquietante per la nostra società non sono gli artisti che fanno scandalo, ma coloro che mettono in dubbio la società liberale con la censura o i limiti», ha detto Couchepin.

Legge sulla promozione della cultura

Alla vigilia del dibattito delle Camere consacrato alla Legge sulla promozione della cultura, radicali e liberali hanno adottato una risoluzione all’attenzione dei loro rispettivi comitati direttivi.

Oltre ad affermare il ruolo sussidiario della Confederazione, il testo adottato dai due partiti promuove una «politica più chiara a sostegno della domanda», allo scopo di favorire maggiormente la frequentazione degli spazi culturali.

swissinfo e agenzie

«Cultura di Stato contro libertà artistica?»: è questo il titolo del seminario organizzato sabato a Zurigo dal partito radicale.
Alla vigilia del dibattito alle Camere federali sulla Legge sul promovimento della cultura, liberali e radicali hanno adottato una risoluzione all’attenzione dei loro comitati direttivi.

Al centro del dibattito, l’esposizione di Thomas Hirschhorn presso il Centro culturale svizzero di Parigi. Una mostra dove l’artista bernese critica il ministro Christopher Blocher e il suo partito di destra, l’Unione democratica di centro.

L’immagine di un attore che urina su una foto dove è raffigurato un personaggio molto simile a Blocher ha suscitato veementi critiche e animato i dibattiti.

Furiosi, i deputati hanno deciso di ridurre di 180’000 il budget accordato a Pro Helvetia, la fondazione per la cultura organizzatrice dell’esposizione.

Ma, in un secondo tempo, i senatori hanno rifiutato il compromesso dei consiglieri nazionali e, invece di 180’000 franchi, hanno deciso di mantenere la decisione iniziale di ridurre il credito di un milione sui 34 totali accordati a Pro Helvetia.

L’affluenza all’esposizione «Swiss Democracy» ha raggiunto massimi storici. Oltre 30’000 persone vi sono accorse: il triplo rispetto alle altre esposizioni organizzate dal centro parigino.

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