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La Svizzera indaga su un caso britannico di corruzione

BAE Systems è sospettata di aver intrattenuto "casse nere" in Svizzera Keystone

Il Ministero pubblico della Confederazione ha annunciato l'apertura di un'inchiesta per far luce su una presunta vicenda di corruzione che vede al centro la società britannica BAE Systems.

Il produttore di armi inglese è sospettato di aver creato una “cassa nera” presso alcune banche in Svizzera, tramite la quale sarebbero state versate delle tangenti in Arabia saudita.

La vicenda risale agli anni ’80, quando la Gran Bretagna e l’Arabia saudita avevano concluso un ingente accordo sull’esportazione di armi nel paese arabo (accordo “Al-Yamamah”). Nell’ambito di tale accordo, il fabbricante britannico di armi BAE Systems aveva ottenuto commesse per diversi miliardi di franchi.

Oltre 10 anni dopo, il “Serious Fraud Office” di Londra aveva aperto un’inchiesta in relazione a sospetti di corruzione. La procedura concerneva in particolare la presunta creazione di una “cassa nera” presso alcune banche in Svizzera.

BAE Systems, che ha sempre respinto ogni accusa, avrebbe depositato in questa cassa qualcosa come 60 milioni di sterline (145 milioni di franchi).

Tali fondi sarebbero stati impiegati per il versamento di tangenti in Arabia saudita, destinate a strappare i contratti sulla vendita di armi. Secondo la stampa britannica, anche alcuni membri della famiglia reale saudita avrebbero percepito in questo modo dei soldi.

Richiesta di assistenza giudiziaria

Per verificare tali sospetti, nel giugno 2006 gli inquirenti britannici avevano presentato una richiesta di assistenza giudiziaria alla Svizzera.

Nel dicembre scorso, il governo britannico ha però ordinato al “Serious Fraud Office” di chiudere il dossier. Sempre secondo la stampa, tale decisione avrebbe fatto seguito alle minacce dell’Arabia saudita di rinunciare all’acquisto in Gran Bretagna di velivoli militari Eurofighter.

Anche il gruppo di lavoro dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sulla lotta alla corruzione aveva criticato le autorità britanniche per questa decisione. Il gruppo, guidato dallo svizzero Mark Pieth, aveva deciso di rivalutare la politica adottata da Londra per combattere la corruzione, considerandola insufficiente.

A detta del quotidiano “The Guardian”, il governo britannico avrebbe esercitato in seguito delle pressioni per spingere il giurista svizzero a rinunciare al suo incarico.

Annuncio sorprendente

L’annuncio dell’apertura di un’inchiesta in Svizzera sulla vicenda BAE Systems solleva una certa sorpresa, dal momento che le autorità britanniche hanno deciso di chiudere il proprio dossier su questo caso.

L’inchiesta della procura elvetica concerne il sospetto di riciclaggio di denaro sporco, ha comunicato Jeannette Balmer, portavoce del Ministero pubblico della Confederazione.

In Svizzera ogni caso sospetto di riciclaggio di denaro sporco deve essere denunciato alle autorità. La legislazione elvetica figura inoltre da alcuni anni tra le più severe nella lotta contro queste infrazioni.

Secondo il Ministero pubblico della Confederazione, tra i suoi doveri vi è quello di indagare in merito a qualsiasi presunto caso di riciclaggio di denaro e di verificare, in caso di richiesta d’assistenza giudiziaria, se un’inchiesta separata deve essere aperta su eventuali delitti commessi in Svizzera.

swissinfo e agenzie

Il “Serious Fraud Office” ha aperto un’inchiesta sulla presunta creazione di una “cassa nera” presso alcune banche in Svizzera da parte della società britannica BAE Systems.

Questa cassa sarebbe servita a far transitare fondi verso l’Arabia saudita – complessivamente 145 milioni di franchi – destinati a corrompere alti funzionari per ottenere ingenti commesse sulla vendita di armi.

Nel giugno 2006, le autorità britanniche hanno inoltrato una richiesta di assistenza giudiziaria al Ministero pubblico della Confederazione. La procura svizzera ha sequestrato diversi documenti relativi ai titolari dei conti, senza tuttavia bloccare il denaro depositato.

Nel novembre scorso, gli avvocati dei titolari dei conti si sono opposti all’arrivo in Svizzera degli inquirenti britannici. Il Tribunale federale ha dato loro ragione, ritenendo che non vi erano sufficienti garanzie di riserva.

Londra ha deciso in seguito di chiudere il dossier. Il “Serious Fraud Office” ha sospeso la sua domanda, senza ritirarla formalmente.

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