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La Svizzera intensifica gli sforzi diplomatici

Il Libano sotto la pioggia dei bombardamenti israeliani. Situazione umanitaria gravissima Keystone

La Svizzera farà di tutto per porre fine alla violenza nel Vicino Oriente. E' quanto ha dichiarato la consigliera federale Micheline Calmy-Rey al primo ministro libanese.

Intanto l’evacuazione dei 400 svizzeri tuttora in Libano continua ad essere ostacolata da numerose difficoltà.

Martedì una quindicina di svizzeri ha potuto lasciare il Paese dei Cedri e sei di loro – secondo Jean-Philippe Jeannerat, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) – hanno potuto raggiungere il porto di Larnaca, a Cipro.

L’altro giorno una quarantina di rossocrociati erano rimasti sul molo del porto di Beirut: il traghetto preso a nolo dalla Francia era partito in anticipo, su richiesta delle autorità israeliane, per motivi di sicurezza.

Difficile dire quando anche gli altri 400 – turisti, uomini d’affari e residenti – potranno lasciare il Libano: dipende dall’intensità dei bombardamenti dell’aviazione israeliana. Certo è che, vista la gravità della situazione, le partenze si dosano con il contagocce.

Intanto la Svizzera intensifica i passi diplomatici per tentare di porre fine alla spirale di violenza in Medio Oriente. Proprio martedì la direttrice del DFAE Micheline Calmy-Rey ha discusso per telefono con il primo ministro libanese Fouad Abdel Basset Siniora.

Situazione umanitaria gravissima

Quest’ultimo ha descritto alla consigliera federale la situazione umanitaria – qualificandola di catastrofica – e il grave impatto sulla popolazione. Considerata la situazione allarmante, le ha dunque chiesto di impegnarsi a favore di un cessate-il-fuoco immediato.

Il primo ministro libanese – che alla BBC ha dichiarato che Israele “sta aprendo le porte dell’inferno e della follia” – auspica la creazione di un corridoio umanitario marittimo fra Cipro e il Libano.

Di fronte ad una situazione che sembra aggravarsi d’ora in ora, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha assicurato a Fouad Abdel Basset Siniora il sostegno della Svizzera in questo momento difficile.

Del resto specialisti elvetici dell’aiuto umanitario sono già in viaggio verso l’ambasciata svizzera in Libano, dove al loro arrivo prenderanno immediatamente contatto con le autorità. Occorre infatti valutare con rapidità e attenzione i bisogni della popolazione.

Libanesi in Svizzera si mobilitano

Anche i libanesi residenti in Svizzera si mobilitano per denunciare il conflitto in Medio Oriente. Il responsabile di tre organizzazioni non governative ha infatti chiesto alla consigliera federale Micheline Calmy-Rey di fare pressione all’ONU per giungere ad un cessate il fuoco.

Nella lettera alla ministra degli esteri, l’avvocato svizzero-libanese Joseph Najm chiede pure di denunciare l’ “aggressione israeliana” e di adoperarsi per far rispettare i diritti umani.

Najm – che è presidente dell’Unione per la pace e di Democratici senza frontiere e segretario generale dell’Unione per il sostegno dei popoli vittime della comunità internazionale – auspica pure un aiuto umanitario immediato.

Mercoledì sera i libanesi residenti in Svizzera organizzeranno una manifestazione silenziosa a Ginevra.

Collaborazione con altri Stati

La Svizzera, che collabora intensamente con altri Stati e con l’ONU per organizzare le evacuazioni, si sta sforzando di accelerare le partenze dal paese in fiamme. Mercoledì sera è prevista un’altra operazione di rimpatrio. E Berna ha già sin d’ora riservato una nave che, in caso di bisogno, potrà raggiungere il Libano venerdì.

E mentre la comunità internazionale sta organizzando il rimpatrio dei propri cittadini, Israele non ha cessato di bombardare il Paese dei Cedri. L’offensiva israeliana ha spinto, secondo il responsabile dell’UNICEF nella capitale libanese, 500 mila persone alla fuga.

swissinfo e agenzie

Israele ha dato avvio al suo attacco al Libano dopo che il movimento sciita libanese Hezbollah aveva rapito due soldati israeliani.

Al settimo giorno di bombardamenti israeliani, che hanno provocato la morte di oltre 230 persone, l’esodo dal Paese dei Cedri prosegue.

Siccome la principale strada verso la Siria e l’aeroporto di Beirut sono stati chiusi, molti tentano di evacuare per via marittima.

In Israele gli attacchi di Hezbollah hanno causato la morte di oltre venti persone.

838 cittadini elvetici vivono in Libano.
713 hanno la doppia cittadinanza libanese e svizzera.
Al momento si trovano in Libano alcune centinaia di turisti elvetici.
Chi è senza notizia dei propri parenti svizzeri in Libano può rivolgersi al servizio di protezione consolare: +41 31 324 98 08 (dalle 8 alle 18, compresi sabato e domenica).

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