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La Svizzera positiva sul vertice di New York

Il vertice di New York è stato il più grande incontro di leader mondiali nella storia Keystone

L'ambasciatore svizzero alle Nazioni Unite nega che il vertice mondiale di New York, conclusosi venerdì, sia stata un'opportunità mancata.

Peter Maurer sottolinea gli aspetti positivi dell’incontro fra i 150 leader mondiali, nonostante le critiche di numerose organizzazioni non governative, che reputano il summit un fallimento.

«Non direi che si tratta di un’opportunità mancata», ha detto Maurer a swissinfo. «Credo che il segretario generale Kofi Annan abbia dato una descrizione corretta dei risultati, dicendo che ci sono stati progressi importanti e un’accresciuta convergenza in molti argomenti».

«Ma ci sono anche questioni su cui è stato impossibile raggiungere un accordo e su cui bisognerà ancora lavorare in futuro».

Maurer non pensa che il programma del vertice fosse troppo ambizioso e ritiene che mettere sul tavolo la questione dei diritti umani, dello sviluppo, della pace e della riforma dell’ONU sia stata una decisione giusta.

Prima dell’incontro, l’ONU aveva parlato del vertice come «un’occasione unica per un’intera generazione di prendere decisioni importanti nell’ambito dello sviluppo, della sicurezza, dei diritti umani e delle riforma delle Nazioni Unite».

Il summit doveva anche ridare slancio agli Obiettivi di sviluppo per il millennio, che dovrebbero ridurre della metà la povertà e la mortalità infantile e arginare la diffusione dell’Aids entro il 2015.

La dichiarazione finale del vertice enumera varie iniziative, tra cui la creazione di un nuovo Consiglio per i diritti umani, di una Commissione per la promozione della pace e l’enunciazione dell’obbligo di proteggere i civili contro il genocidio, i crimini di guerra e la pulizia etnica.

Ma il documento, oggetto di accanite contestazioni in molte sue parti, non ha potuto registrare un accordo sulla diffusione delle armi di distruzione di massa o su una nuova definizione di terrorismo.

Deluse anche le aspettative dei paesi in via di sviluppo nell’ambito degli aiuti allo sviluppo e del commercio. Quanto alle riforme dell’ONU, che dovevano essere uno dei momenti centrali del vertice, i progressi sono stati minimi.

Diritti umani

La Svizzera, che ha avanzato la proposta di un organo di dimensioni più ridotte dell’attuale Commissione per i diritti umani, dovrà ora aspettare l’assemblea generale che si terrà nei prossimi giorni perché siano definite la dimensione e il mandato del nuovo Consiglio per i diritti umani.

Maurer si dice convinto che le questioni ancora aperte potranno essere chiarite nei prossimi 12 mesi e che il risultato finale sarà un organo che potrà sostituire efficacemente l’attuale commissione.

«Non sono veramente preoccupato che la proposta sia annacquata», assicura. «Ma avremmo sperato in una decisione più rapida».

Maurer ha confermato d’altro canto che la Svizzera è intenzionata a partecipare con un contributo di 4 milioni di dollari (5 milioni di franchi) al previsto fondo delle Nazioni Unite per interventi in caso di catastrofi naturali e altre situazioni di emergenza, un fondo che dovrebbe ammontare complessivamente a 150 milioni di dollari.

La reazione delle ONG

Loubna Freih, direttrice di Human Rights Watch a Ginevra, parla del documento finale come di «un compromesso molto timido». Si dice però soddisfatta dei progressi nell’ambito della riforma della Commissione dei diritti umani ed elogia l’impegno della Svizzera.

«La Svizzera ha avuto un ruolo molto importante nel promuovere l’idea di un Consiglio permanente per i diritti umani», ammette.

«Io spero che gli svizzeri possano seguire le consultazioni e possano contribuire a guidare le discussioni. Devono darci una mano a battere il ferro finché è caldo».

Bastienne Jorchel di Alliance Sud, associazione federativa de ONG svizzere, condivide il giudizio negativo sui risultati del vertice. A suo avviso si tratta persino di un passo indietro ripesto al Vertice del Millennio del 2000.

«Questo vertice non si sarebbe dovuto limitare a confermare le decisioni prese nel 2000 ma avrebbe anche dovuto varare alcune misure concrete da parte della comunità internazionale per realizzare gli obiettivi del millennio».

swissinfo, Adam Beaumont, New York
(traduzione: Andrea Tognina)

Il vertice tenutosi a New York sull’arco di tre giorni è stato il più grande incontro di leader mondiali nella storia.

Le questioni principali discusse al vertice riguardavano lo sviluppo, il Consiglio per i diritti umani, la Commissione per la promozione della pace, l’obbligo di proteggere i civili contro il genocidio, i crimini di guerra e la pulizia etnica, il terrorismo e la riforma delle strutture dell’ONU.

Il summit del 60esimo anniversario dell’ONU si è concluso con l’adozione di un documento finale sulla modernizzazione dell’organizzazione e gli sforzi da intraprendere a favore dello sviluppo. Nel testo si fa appello ai paesi membri delle Nazioni Unite di «intraprendere sforzi concreti per raggiungere l’obiettivo dello 0,7% del prodotto interno lordo da dedicare all’aiuto allo sviluppo». Meno ambizioso di quanto si sperava, il documento ha suscitato numerose critiche.

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