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La violenza contro le donne è vicina di casa

La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è organizzata ogni anno dal 1981 swissinfo.ch

In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, delle organizzazioni svizzere hanno sottolineato che il problema tocca ancora molte donne nel paese.

Per creare la consapevolezza su questa problematica, sono in programma diverse manifestazioni, tra cui ad esempio la distribuzione di materiale informativo nei centri di consulenza.

“La campagna annuale è organizzata a livello locale”, spiega a swissinfo Monique Aeschbacher, dell’Ufficio federale per l’uguaglianza.

Monique Aeschbacher menziona ad esempio una campagna d’affissi organizzata dai ricoveri per le donne, un’iniziativa che si focalizza sugli omicidi domestici e una serie di incontri tra esperti.

A Zurigo, è prevista la distribuzione di “badge” con la scritta “Stop alla violenza contro le donne”.

Costi enormi

L’antenna svizzera dell’organizzazione tedesca Terre des Femmes, dal canto suo, mette l’accento sui matrimoni forzati, che concernono principalmente giovani donne immigrate di età compresa tra 16 e 19 anni. Secondo Terre des Femmes, questa problematica dovrebbe essere abbordata nelle scuole.

L’UNICEF, da parte sua, sottolinea che il diritto svizzero non garantisce una protezione sufficiente alle ragazze contro le mutilazioni genitali.

Stando alle stime più recenti, in Svizzera una donna su cinque tra i 20 e i 60 anni è stata vittima di violenze fisiche o sessuali perpetrate da un partner o da una persona conosciuta.

I costi generati dalla violenza domestica sono valutati a 400 milioni di franchi all’anno.

La legislazione si adatta

Le autorità federali osservano che la Confederazione è attiva nella lotta contro questo tipo di violenze sia all’interno delle sue frontiere che all’estero.

A livello nazionale, l’Ufficio federale dell’uguaglianza sostiene i centri di consulenza sulla violenza domestica e le strutture d’accoglienza per le donne.

Dal 2004, grazie a un nuovo articolo legale, le autorità giudiziarie possono perseguire casi di violenza domestica anche senza una denuncia da parte della vittima.

Lo scorso mese di giugno, il Parlamento ha inoltre approvato un emendamento che prevede la possibilità di ordinare l’allontanamento provvisorio dal proprio domicilio di un marito – o di una moglie – violento.

Diverse organizzazioni non governative hanno però attirato l’attenzione sul fatto che vi è una grave carenza di letti nei centri d’accoglienza per le donne maltrattate e che non si fa abbastanza per combattere la violenza domestica.

Da un recente studio è inoltre emerso che circa della metà degli omicidi commessi in Svizzera sono perpetrati nel quadro familiare. Particolare emozione nel paese l’aveva suscita l’omicidio dell’ex campionessa di sci Corinne Rey-Bellet, uccisa da suo marito.

Una donna su tre

La Giornata mondiale dell’ONU contro la violenza sulle donne, organizzata dal 1982, cade ogni anno il 25 novembre.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, nel mondo almeno una donna su tre è stata vittima nel corso della sua vita di violenza fisica, di abusi sessuali o altre forme di maltrattamento e nella maggior parte dei casi il colpevole è una persona conosciuta.

Nel suo messaggio, il segretario generale dell’ONU Kofi Annan ha dichiarato che simili aggressioni causano “una miseria nascosta” e impediscono alle donne di sviluppare il loro potenziale.

“Se si parla di violenza contro le donne – ha concluso Annan – non c’è una sola società che può dirsi civilizzata”.

swissinfo e agenzie

Una donna su cinque è stata vittima almeno una volta nel corso della sua vita di violenza domestica – minacce, ricatti, percosse o violenze sessuali.
In Svizzera tra il 2000 e il 2004, in media ogni anno 28 donne e 13 uomini sono stati uccisi da familiari, secondo quanto emerso da un recente studio pubblicato dall’Ufficio federale di statistica.
Il 54% degli omicidi è avvenuto all’interno delle mure domestiche, una percentuale molto elevata se paragonata ad esempio al 20% negli Stati Uniti.

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