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Lassù sulle montagne

L'aquila reale e il gipeto barbuto: due specie da proteggere. Museo alpino svizzero, Berna

E' l'unico museo alpino in Svizzera, il più grande del genere in Europa.

Il Museo alpino svizzero di Berna invita i visitatori ad avvicinarsi al mondo delle Alpi e a capirne i molteplici aspetti.

Le Alpi, che cosa sono le Alpi? Un “ammasso di brutte pietre”, come ha scritto un alpinista bernese, che però aggiunge, “ma nel momento in cui ci avviciniamo a loro ci appaiono in tutta la loro bellezza”.

Le Alpi sono un mondo a sé: delle Alpi si è parlato nel passato e si parla ancora oggi. La catena montagnosa nel cuore dell’Europa è importante a livello politico, economico, ambientale, turistico.

A questo proposito, perfino dalla lontana India ogni anno attori e registi raggiungono i paesaggi alpini svizzeri per girarvi i loro film d’amore.

Le Alpi e la Svizzera

Le Alpi sono uno dei simboli della Svizzera: “Sono onnipresenti”, dice a swissinfo il direttore del Museo alpino svizzero, il geografo Urs Kneubühl, “molti svizzeri hanno le loro radici nelle Alpi e per molti altri le montagne sono il luogo di riposo e di vacanza preferito”.

Plasmano il nostro Paese in tutti i sensi e si situano al 30esimo posto nella graduatoria delle montagne con la più grande superficie.

Le Alpi hanno un peso importante anche come “serbatoio di tradizioni e culture antiche”, sottolinea il direttore.

Emozioni e informazioni

Il Museo alpino svizzero, situato nel centro di Berna, è stato creato nel 1905 ma esiste nella forma attuale dal 1933. Vuole essere soprattutto un luogo d’incontro per tutti coloro che desiderano avvicinarsi alle Alpi.

Proprio per questo motivo, nelle quattro sale aperte al pubblico il museo non trasmette solo sapere e informazioni, ma anche emozioni, motivando il visitatore ad un “dialogo silenzioso” con questo mondo poco conosciuto.

“Il nostro museo è orientato più verso la storia attuale e futura, che non verso il passato”, spiega Urs Kneubühl.

Ogni sala dispone di video, diapositive, giochi di luce e informazioni parlate e scritte. “Uno degli scopi principali del Museo”, dice Urs Kneubühl, “è quello di avvicinare il pubblico alla realtà alpina, con un approccio autentico e non turistico”.

Rilievi di rilievo

Il Museo dispone della più grande collezione di rilievi delle Alpi e di una nutrita serie di carte: dalle prime, molto schematiche e lineari del 16esimo secolo, dove le montagne erano tutte alte uguali, fino alla prima valida carta della Svizzera, disegnata nel 1800 dal cartografo Meyer-Weiss.

Questi rilievi dominano, nel vero senso della parola, la prima sala a pianterreno, dove si imparano a conoscere anche i vari tipi di roccia: il marmo della val Lavizzara, in Ticino, la quarzite del Vallese o il gabbro del ghiacciaio dell’Allalin, pure in Vallese, che colpisce per lo sgargiante color verde.

La regina dei cieli

Il pianterreno è il regno della flora e della fauna. Lo sapevate che nelle Alpi crescono anche le orchidee? Sono le cosiddette orchidee nane alpine. Anche il timo, i rododendri e l’abete rosso sono di casa ad alta quota.

Nell’arco alpino un tempo vivevano anche due grandi predatori: l’aquila reale, la regina dei cieli, sterminata attorno al 1900 e dal 1952 specie protetta.

E il gipeto barbuto, l'”avvoltoio degli agnelli” il più grosso uccello rapace d’Europa, sparito alla fine del 19esimo secolo e reintrodotto nel 1991 nel Parco nazionale svizzero.

Ricevute e contratti

La seconda sala è la sala della cultura popolare e delle tradizioni. Si possono ammirare utensili e vestiti di un tempo e soprattutto strumenti, come lo stereoscopio, un dispositivo ottico che permette di vedere le immagini in tre dimensioni, o il primo perforatore di ghiaccio in metallo.

Particolarmente interessanti sono le cosiddette “tessere”: pezzi di legno, più o meno grandi, dalla froma rettangolare, che fungevano da certificati ufficiali.

Su queste tessere venivano intagliati dei segni che rappresentavano i quantitativi di latte acquistati o il numero di mucche che avevano il diritto di pascolare su un determinato terreno.

C’erano le tessere dei diritti dell’alpe, di calcolo, dei “doveri”.

Le montagne e il pericolo

La terza sala è dedicata alle esposizioni temporanee e la quarta ha come tema l’alpinismo ed è dominata dai dipinti sovradimensionali del pittore svizzero Ferdinand Hodler (1853-1918).

Nel 1894 l’artista venne incaricato di raffigurare per l’esposizione mondiale di Antwerpen la prima scalata del Cervino del 1865, coronata da successo ma costellata anche di drammi.

Figure molto plastiche, tipiche della pittura hodleriana: alpinisti in pericolo, dal volto segnato dalla stanchezza e dalla paura. Immagini crude, che non celano nulla della tragicità di un’ascesa. Forse per questo, l’opera non riscontrò un grande successo.

swissinfo, Elena Altenburger, Berna

Fondato nel 1905
Esiste nella forma attuale dal 1933
Il museo alpina attira dai 20’000 ai 30’000 visitatori all’anno

Un approccio interessante, variato e autentico alla realtà delle Alpi: è quello che propone il Museo alpino svizzero, il più grande del genere in Europa, punto di riferimento per altri Paesi di montagna.

Aperto lunedì dalle 14 alle 17 e da martedì a domenica dalle 10 alle 17

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