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La battaglia sugli assegni per i figli

Nella giungla degli assegni famigliari Keystone

Ci sono voluti 15 anni di discussioni per partorire un compromesso su un assegno per i figli unitario in Svizzera e abolire i 26 sistemi cantonali attuali.

Ma i datori di lavoro non vogliono passare alla cassa, mentre i difensori del federalismo vedono nella nuova legge un attacco inaccettabile alle competenze cantonali.

La nuova legge fissa a 200 franchi l’assegno mensile per ciascun figlio fino all’età di 16 anni e fino a 20 anni se il figlio è agli studi. I figli che seguono una formazione professionale riceverebbero invece 250 franchi a partire da 16 anni e fino alla fine della formazione, ma non oltre i 25 anni. Gli assegni sarebbero adattati periodicamente al rincaro.

Un percorso lungo e tormentato

Il compromesso raggiunto dalle due Camere del Parlamento risale a un’iniziativa parlamentare socialista del 1991. Un primo disegno di legge vide la luce solo nel 1998, ma non vi fu seguito perché nel frattempo si era deciso di risanare prioritariamente le finanze della Confederazione.

Nel 2003, il sindacato Travail.Suisse ottiene però le 100.000 firme necessarie per un’iniziativa popolare che chiede un assegno di 450 franchi mensili.

Il parlamento risponde a questa iniziativa ripescando il progetto di legge del 1998. Nel 2005 inizia veramente la discussione e si assiste ad una logorante staffetta tra le due camere, per appianare le divergenze.

Nel marzo del 2006, la nuova legge è approvata con 106 voti contro 85 alla Camera bassa e con 23 voti contro 21 alla Camera alta. Decisiva l’alleanza tra socialisti, verdi e popolari democratici. Di fronte al compromesso raggiunto, il sindacato ritira allora la sua iniziativa. Allo schieramento borghese sconfitto e agli ambienti padronali non resta che lanciare il referendum.

“Un figlio – un’indennità”

La legge oggi sottoposta al popolo accoglie il principio di base “un figlio – un assegno”, che la maggior parte dei paesi europei hanno da tempo fatto proprio. Essa pone fine al legame fin qui esistente tra l’ottenimento di un assegno e l’esercizio di un’attività lavorativa. Inoltre, il montante dell’assegno non dipenderebbe più dalla percentuale dell’attività lavorativa del genitore. In effetti, il figlio di una persona che lavora al 60% costa tanto quanto il figlio di un dipendente a tempo pieno.

Oggi, il sistema degli assegni famigliari è lasciato all’iniziativa dei cantoni e la Svizzera si ritrova così con 26 sistemi diversi: un sistema per ciascun cantone. Gli assegni variano da un minimo 150 franchi mensili nel cantone di Argovia, fino a un massimo di 444 franchi per un giovane in formazione professionale nel canton Vallese.

In questa giungla, alcuni cantoni prevedono assegni alla nascita che possono arrivare fino a 1000 franchi. Altri prevedono generose deduzioni fiscali – fino a 8000 franchi per figlio in Ticino. Altri ancora consentono di dedurre le spese di custodia. Ci però anche cantoni particolarmente avari.

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Pro e contro

E proprio questa diversità arbitraria disturba i difensori della nuova legge. Secondo loro, il nuovo testo dovrebbe finalmente portare una maggiore giustizia. Ma gli oppositori contestano questa visione. Armonizzare gli assegni, dicono, non significa per nulla armonizzare la politica famigliare svizzera. Oggi, fanno notare, l’assegno famigliare medio è di 188 franchi e fa la sua bella figura in un paragone internazionale.

Insomma, il sistema cantonale ha fatto le sue prove e una centralizzazione degli assegni costituisce un attacco pericoloso al federalismo.

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Pochi contratti collettivi di lavoro sono conclusi a livello nazionale, affermano, perché i costi variano da regione a regione.

Per i difensori della nuova legge, qui il federalismo diventa in realtà un elemento di precarietà delle famiglie e un pretesto per disimpegnarsi da una vera politica famigliare. Inoltre, dicono, se prendiamo i pagamenti diretti all’agricoltura, un contadino appenzellese per una mucca riceve la stessa somma di un contadino zurighese.

I datori di lavoro fanno anche notare il costo secondo loro troppo elevato: per i contributi sociali siamo sollecitati da tutte le parti, non possiamo dire ogni volta di sì, dicono. Ma sull’altro fronte si ribatte che negli ultimi anni i padroni hanno pagato complessivamente di meno per gli assegni famigliari, dato che in Svizzera ci sono sempre meno nascite.

Anche il principio dell’annaffiatoio disturba i datori di lavoro: in questo modo anche i figli dei milionari riceveranno gli assegni. Certo, si ribatte, ma si tratta di una piccola minoranza trascurabile. Per evitare che qualche persona ultraricca riceva questi assegni sarebbe necessario uno sforzo burocratico insensato.

Infine, i difensori della legge fanno notare che gli assegni famigliari devono essere visti come un investimento per il futuro e, in ogni caso, sono un elemento di crescita economica immediata, perché i genitori investono queste somme subito nell’acquisto di beni per la famiglia.

Ma per i referendisti l’aumento degli assegni potrebbe ripercuotersi sulla busta paga dei dipendenti e i cantoni potrebbero essere costretti a tagliare, nel peggiore dei casi, proprio le sovvenzioni alla formazione.

Chi paga?

Se la nuova legge fosse accettata, bisognerebbe prevedere maggiori costi varianti da 370 a 700 milioni, secondo le fonti. La maggioranza di questi costi supplementari sarebbero a carico dei datori di lavoro. Il prelievo sul salario per gli assegni passerebbe dunque dall’1,52% attuale all’1,7%.

Oggi, solo il canton Vallese – che è anche il cantone con gli assegni più alti – preleva lo 0,3% dai salari per gli assegni familiari. I cantoni dovrebbero lo stesso passare alla cassa per finanziare con circa 120 milioni gli assegni per le persone non attive professionalmente. Anche la Confederazione avrebbe qualche spesa supplementare, circa 12 milioni, per gli assegni per i figli degli agricoltori.

swissinfo, Mariano Masserini

Il costo di un figlio fino all’età di 18 anni varia da 800.000 a 1,13 milioni di franchi.
Sono considerati costi diretti (alimentazione, affitto, vestiti, asilo nido, scuola) e indiretti (lavoro non pagato per la famiglia e in casa, mancato guadagno).
40.608 franchi è la somma media in assegni per 1 figlio incassata dai genitori fino a 18 anni.

Gli assegni mensili per i figli variano da cantone a cantone. Per il primo figlio vanno da 150 a 260 franchi. Dal terzo figlio possono toccare 344 franchi.

In 13 cantoni, assegni superiori sono pagati per i figli in formazione. Questi assegni variano da 190 a 360 franchi. Per il terzo figlio arrivano fino a 444 franchi (in Vallese).

Una famiglia con tre figli, di cui due in formazione, secondo il cantone in cui risiede, riceve da 450 a 1064 franchi mensili di assegni. In dieci cantoni esiste un’indennità di nascita unica che varia da 600 a 1500 franchi.

Gli assegni per i contadini sono regolati a livello federale e variano da 170 a 195 franchi.

La media svizzera è di 188 franchi.

I paragoni intercantonali restano difficili, perché ogni cantone ha una diversa politica fiscale. Il Ticino, ad esempio, accorda un assegno di soli 183 franchi mensili, ma consente la maggiore deduzione fiscale (8000 franchi detraibili per figlio). Inoltre, ha una politica famigliare citata spesso ad esempio.

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