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Negoziati salariali nell’edilizia: priorità al prepensionamento

I sindacati chiedono prepensionamento flessibile nell'edilizia per le difficili condizioni di lavoro nel settore Keystone

Le difficili e spesso pericolose condizioni di lavoro sui cantieri impediscono a numerosi operai di approfittare della pensione.

In questo settore il pensionamento è realistico e finanziabile, secondo i sindacati. I rappresentanti dei lavoratori propongono che un terzo dei costi vada a carico dei dipendenti e due terzi dei datori di lavoro.

Da agosto il pensionamento anticipato costituisce una rivendicazione principale nelle trattative per il rinnovo del contratto mantello. Dopo quattro tornate negoziali senza risultati, lunedì la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) ha segnalato la sua disponibilità a trattare su tale questione.

In vista del nuovo round di trattative, convocato per il 23 novembre, il Sindacato edilizia e industria (SEI) e il sindacato cristiano-sociale Syna hanno elaborato una proposta concreta. Secondo tale modello, è prevista la possibilità del prepensionamento da 60 anni o dopo 40 anni di attività. La rendita transitoria corrisponderà all’80% dell’ultimo salario lordo, ha detto giovedì a Berna Hansueli Scheidegger, segretario centrale del SEI.

Cinquant’anni dopo la sua introduzione, il pensionamento anticipato dovrebbe costare 196 milioni di franchi l’anno, somma da finanziare con un contributo padronale pari al 3% della massa salariale, mentre il contributo dei dipendenti dovrebbe attestarsi all’1,5%. Si tratta di carichi sopportabili per le parti sociali, secondo il segretario del SEI. Tuttavia il Consiglio degli Stati dovrà apportare ancora alcuni miglioramenti all’11esima revisione dell’AVS per agevolare le fasce di reddito più basse.

I sidacati respingono invece il prepensionamento a 62 o 63 anni. Non servirebbe, ha detto Scheidegger. Infatti due lavoratori su tre abbandonano i cantieri prima dei 60 anni. Già dopo i 40 anni la proporzione dei dipendenti nell’edilizia diminuisce fortemente. Parallelamente salgono i casi di invalidità e i decessi. La maggior parte dei dipendenti dell’edilizia che cambiano mestiere invocano motivi di salute, ha osservato il sindacalista.

Introducendo il pensionamento flessibile, il numero delle partenze dovrebbe diminuire, a vantaggio di tutto il settore. Per dare forza alle loro rivendicazioni, i sindacati hanno organizzato una giornata nazionale di protesta il 19 novembre.

Da parte padronale, il prepensionamnto non sembra ancora essere accettato da tutti all’interno della SSIC. “I datori di lavoro propongono sicuramente un modello da 63 anni in poi”, ha detto all’Ats Daniel Lehmann, direttore della SSIC.


swissinfo e agenzie

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