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Le misure d’accompagnamento contro il dumping salariale

Keystone Archive

L'estensione della libera circolazione delle persone ai dieci nuovi Stati membri dell'Unione europea è vincolata al rafforzamento dei controlli e delle sanzioni per lottare contro il dumping salariale.

Le misure di accompagnamento sono state sollecitate dai sindacati e dalla sinistra come condizione imprescindibile per appoggiare l’oggetto su cui si è votato.

I cantoni stanno aumentando il numero degli ispettori incaricati di controllare il mercato del lavoro e di denunciare gli abusi. L’obiettivo è di disporre in Svizzera di un ispettore per ogni 25mila impieghi, ossia un totale di 150.

Un altro provvedimento è la semplificazione dell’estensione a tutto il settore, con il conferimento del carattere obbligatorio, di un contratto collettivo di lavoro (CCL) in caso di pressione salariale «abusiva e ripetuta». Questa misura è parzialmente già applicabile dal giugno 2004, data alla quale sono state abolite le ultime restrizioni alla libera circolazione delle persone fra la Svizzera e i Quindici. In futuro non sarà più necessaria una proporzione minima di adesione padronale al CCL per estenderlo a tutto il settore, mentre il quorum dei dipendenti affiliati ai sindacati di categoria sarà innalzato dal 30 al 50 %, per garantire che la loro quota sia rappresentativa.

Multe ed esclusione dal mercato

Le sanzioni nei confronti di datori di lavoro esteri che invieranno dipendenti a lavorare in Svizzera senza rispettare le condizioni legislative e dei CCL saranno inasprite. Oltre a dover pagare multe, coloro che saranno colti in fallo rischieranno l’esclusione dal mercato elvetico.

Regole più severe sono state previste anche per i cosiddetti lavoratori distaccati. Solitamente costoro devono essere annunciati alle competenti autorità solo se lavorano in territorio elvetico per più di otto giorni. In settori «sensibili» come l’edilizia, la ristorazione o le pulizie dovranno invece essere annunciati anche per un solo giorno.

Turismo della disoccupazione?

Disposizioni sono state adottate anche per evitare il «turismo della disoccupazione». La libera circolazione non è applicata ai disoccupati: i cittadini dell’UE potranno insediarsi in Svizzera solo se avranno un contratto di lavoro valido e per poter beneficiare delle indennità dell’assicurazione di disoccupazione dovranno aver pagato i contributi per almeno dodici mesi.

Il nuovo strumentario per combattere il dumping salariale concernerà in primo luogo i lavoratori provenienti dai quindici vecchi Stati membri dell’UE. I cittadini dei dieci nuovi Stati membri dell’UE che verranno a lavorare in Svizzera saranno infatti sottoposti a condizioni più restrittive fino al 2011. I loro contratti saranno vagliati attentamente dalle autorità e i datori di lavoro dovranno dimostrare di non avere trovato un candidato indigeno o proveniente dai Quindici. Inoltre durante il periodo transitorio sarà applicato un sistema di contingenti che limiterà le autorizzazioni al massimo a 3000 per quelle di lunga durata e a 29mila per quelle di meno di un anno.

swissinfo e agenzie

Il sì all’estensione della libera circolazione concerne i cittadini di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Cechia, Cipro e Malta, che potranno stabilirsi in Svizzera.

Fino al 2011 è comunque prevista una limitazione dell’immigrazione, con contingenti dei permessi di dimora (che aumenteranno gradualmente da 1300 a 3000) e temporanei (che passeranno da 12’400 a 29’000). Questi contingenti concernono le persone che vengono a lavorare: gli studenti, i pensionati e tutti coloro che sono in grado di far fronte ai loro bisogni non sono compresi.

I datori di lavoro dovranno inoltre provare che non sono riusciti a trovare in Svizzera dei dipendenti con le stesse qualifiche.

I cantoni dovranno inoltre controllare le condizioni salariali e di impiego. La vera e propria libera circolazione comincerà solo nel 2011, a meno che la Svizzera, in caso di forti immigrazioni, non decida di prolungare i contingenti fino al 2014 facendo valere la clausola detta di salvaguardia.

A loro volta anche gli svizzeri potranno stabilirsi nei dieci nuovi stati UE. Ma allo stesso modo le nazioni interessate hanno la possibilità di limitare l’accesso al loro mercato del lavoro. Solo Cechia e Slovacchia hanno optato per un regime senza restrizioni.

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