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Le opinioni dei due schieramenti

La verde Maya Graf e la popolare democratica Brigitte Häberli-Koller si confrontano sull'iniziativa «senza OGM».

Lo sviluppo e l’impiego di OGM solleva in effetti una serie di interrogativi complessi, che non attengono solo alla sfera scientifica ed economica, ma anche a quella etica. Sul tema le opinioni divergono profondamente, non solo in Svizzera.

Per capire meglio le ragioni dei fautori dell’iniziativa e dei suoi oppositori ci siamo rivolti a due consigliere nazionali, la verde Maya Graf e la popolare democratica Brigitte Häberli.

swissinfo: Maya Graf, quali sono le ragioni che la spingono a sostenere l’iniziativa?

M.G.: Oggi l’agricoltura svizzera produce alimenti non modificati geneticamente. L’iniziativa permetterà di mantenere invariata questa situazione fino al 2010. Si tratta di una grande opportunità per l’agricoltura svizzera, che punta alla qualità.

D’altra parte l’ecologia, il benessere degli animali d’allevamento e l’assenza di OGM corrispondono ai desideri delle consumatrici e dei consumatori in Svizzera, che vogliono continuare ad acquistare alimenti non modificati geneticamente.

swissinfo: Brigitte Häberli, perché lei si oppone invece alla moratoria sugli OGM?

B.H.: La Svizzera ha già una legge molto severa sulla tecnologia genetica. Una legge che impedisce gli abusi, che garantisce la produzione nel nostro paese di alimenti non modificati geneticamente e che prevede un obbligo di indicare sulle etichette la presenza di OGM.

La moratoria di cinque anni chiesta dall’iniziativa è perciò superflua. Le condizioni restrittive e le lunghe procedure di autorizzazione previste dalla legge attualmente in vigore per la coltivazione all’aria aperta di OGM rendono del resto assai improbabile che nei prossimi cinque anni vi sia una coltivazione a fini commerciali di piante transgeniche.

swissinfo: Signora Graf, lei invece ritiene che la legge sull’ingegneria genetica sia insufficiente?

M.G.: La legge sulla tecnologia genetica risponde a molte questioni legate all’uso di OGM nell’agricoltura. Questo è vero. La legge stabilisce delle regole per la ricerca e per l’obbligo di dichiarazione, contiene norme per la protezione delle coltivazioni prive di OGM.

Ma fino ad oggi non abbiamo nessuna base legale che ci dica come deve essere gestita la coesistenza fra colture tradizionali e colture transgeniche in un paese caratterizzato da superfici agricole di piccole dimensioni. Concretamente, se un contadino comincia a seminare piante transgeniche mette in pericolo la qualità delle colture degli altri contadini.

Per l’agricoltura svizzera, che dipende in larga misura da una produzione di qualità che rispetta i criteri biologici, questo è un grosso problema. L’iniziativa offre all’agricoltura svizzera l’opportunità di affermarsi su un mercato liberalizzato con prodotti privi di OGM.

swissinfo: La coesistenza tra colture tradizionali e colture transgeniche è dunque impossibile, Brigitte Häberli?

B.H. Non sono d’accordo. Oggi la coesistenza è possibile. Ci sono prove sufficienti sulla possibilità di coltivare piante non modificate geneticamente accanto a piante transgeniche. Ed è importante che ci sia una libertà di scelta. Inoltre bisogna tenere conto del segnale che invieremmo accettando questa moratoria.

Si tratterebbe di un segnale negativo soprattutto nei confronti della comunità scientifica in Svizzera, un settore che ha un ruolo molto importante per il nostro paese. I ricercatori si chiederebbero se vale ancora la pena di vivere in Svizzera, se è ancora possibile fare della ricerca in questo paese. L’iniziativa finirebbe per mettere in pericolo delle risorse intellettuali e dei posti di lavoro.

swissinfo: Maya Graf, come risponde all’accusa che l’iniziativa danneggia la ricerca scientifica in Svizzera?

M.G.: Gli avversari dell’iniziativa parlano sempre della ricerca. Posso solo ripetere che l’iniziativa non tocca la ricerca e non minaccia la comunità scientifica elvetica. Questo settore è regolamentato dalla legge sulla tecnologia genetica. Quando la signora Häberli dice che una coesistenza tra i due tipi di colture in Svizzera è possibile, le devo ricordare che tutte le organizzazioni contadine della Svizzera sono a favore della moratoria.

E questo perché dicono che i problemi di coesistenza non sono risolti. Inoltre non è chiaro chi dovrebbe assumere i costi per evitare un inquinamento di colture tradizionali con colture transgeniche. La separazione tra alimenti tradizionali e OGM in tutte le fasi della produzione e della commercializzazione è un problema ancora irrisolto.

swissinfo: Che ne dice, signora Häberli?

B.H.: Se l’Unione dei contadini, come dice giustamente la signora Graf, sostiene questa iniziativa, molti contadini sono dell’avviso che la moratoria non sia necessaria e che le norme molto severe della legge sulla tecnologia genetica siano sufficienti.

La legge contempla anche un principio di precauzione e prevede un intervento statale al primo annunciarsi di problemi causati da coltivazioni transgeniche. Per l’importazione e la commercializzazione di OGM vi è una procedura di autorizzazione molto severa, basata su controlli molto articolati. Tra l’altro fino ad oggi non è stata inoltrata nessuna domanda per la coltivazione di piante transgeniche.

swissinfo: Per concludere, signora Graf, cosa succederebbe a sua avviso se l’iniziativa fosse respinta?

Sono molto fiduciosa sul fatto che l’iniziativa sarà approvata dalla popolazione svizzera. A differenza del parlamento, che ha bocciato la nostra proposta con un solo voto di scarto, la popolazione si è pronunciata in molti sondaggi contro gli OGM negli alimenti e nell’agricoltura.

Se l’iniziativa sarà respinta, questo avrà conseguenze negative per la promozione di un’agricoltura svizzera di qualità. E poi quando il primo contadino comincerà a usare sementi transgeniche la libertà di scelta degli altri contadini, che vogliono produrre senza OGM, sarà messa in forse. Molte questioni sono ancora aperte e per dar loro una risposta abbiamo bisogno di questi cinque anni.

swissinfo: E se invece prevalesse il sì?

Con questa iniziativa lanceremmo un segnale sbagliato. La moratoria non avrebbe conseguenze dirette sulla diffusione di OGM in Svizzera, perché le procedure di autorizzazione sono molto lunghe, ma ostacolerebbe la ricerca, metterebbe in pericolo posti di lavoro.

La legge sulla tecnologia genetica prende molto sul serio i timori della popolazione. Si tratta di una buona legge, che garantisce un uso sicuro e responsabile di piante geneticamente modificate in Svizzera e che nello stesso tempo permette una libertà di scelta. Per questo la moratoria è superflua.

swissinfo

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