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Le reazioni degli allevatori di polli

Istallazioni già pronte

Contadini e allevatori di pollame sostengono all’unisono il Consiglio federale nella riedizione dell’obbligo di rinchiudere gli animali da cortile. Visto il precedente dello scorso autunno, per gli ambienti interessati il provvedimento sarà facilmente attuabile, senza costi diretti supplementari. C’è comunque chi chiede una strategia sostenibile a lungo termine.

Aviforum, centro di competenze dell’avicoltura elvetica, condivide pienamente l’opinione del governo, ha detto Ruedi Zweifel, direttore dell’organizzazione. I detentori professionisti di pollame rappresentati da Aviforum, che comprendono anche i produttori di uova, hanno attivamente sostenuto l’obbligo di rinchiudere gli animali a tempo indeterminato vista la moltiplicazione dei focolai d’infezione registrata in Europa negli ultimi giorni, ha aggiunto Zweifel.

Sin da quest’autunno gli allevatori hanno adattato le loro istallazioni per evitare contatti con uccelli migratori. Secondo Zweifel, non ci dovrebbero dunque essere spese e il «confino» potrà entrare in vigore senza problemi da lunedì.

Se vi saranno costi supplementari, saranno indiretti, in funzione della reazione dei consumatori. Per ora, grazie alle misure di prevenzione e alla trasparenza praticata dall’Ufficio federale di veterinaria (UFV), i produttori non hanno però risentito effetti negativi.

Albert Brand, presidente dell’associazione degli avicoltori e produttori romandi, e Sandra Helfenstein, portavoce dell’Unione svizzera dei contadini (USC), fanno esattamente le stesse riflessioni.

Strategie a lungo termine

L’organizzazione svizzera di protezione degli animali da reddito kagfreiland ha una valutazione un po’ più critica. L’associazione accetta la decisione del Consiglio federale anche se a malincuore: per kagfreiland vi saranno costi supplementari e un impatto negativo sulla qualità di vita dei volatili.

L’associazione invita poi il governo a studiare strategie a lungo termine: rinchiudere gli animali da cortile per vari mesi e a più riprese non può essere considerato un modo d’agire sostenibile, indica un comunicato odierno dell’associazione.

swissinfo e agenzie

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