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Libano: l’ONU chiede altri esperti svizzeri

Un ritratto di Rafic Hariri, l'ex primo ministro assassinato lo scorso 14 febbraio a Beirut Keystone

Per la seconda volta, le Nazioni unite hanno chiesto alla Svizzera di mettere a sua disposizione degli esperti per far luce sull'assassinio di Rafic Hariri.

Cinque specialisti svizzeri avevano già preso parte in marzo alla prima inchiesta internazionale aperta dopo la morte dell’ex primo ministro libanese.

Le Nazioni unite continuano la loro inchiesta internazionale per chiarire le cause e identificare gli autori dell’assassinio di Rafic Hariri.

L’ex primo ministro libanese era perito il 14 febbraio scorso, assieme ad altre 18 persone, in seguito all’esplosione di un’autobomba a Beirut.

L’attentato, attribuito dall’opposizione libanese al governo pro-siriano, aveva sollevato un’ondata di malcontento contro la Siria, accelerando il ritiro delle truppe di Damasco dal Libano, dopo quasi 30 anni di occupazione.

Commissione d’inchiesta ONU

Dopo aver denunciato le lacune emerse dall’inchiesta condotta dalle autorità libanesi, il Consiglio di sicurezza dell’ONU aveva deciso il 7 aprile scorso di istituire una seconda commissione d’inchiesta indipendente.

Di questa commissione, che comprende una cinquantina di membri, dovrebbero fare parte anche cinque esperti svizzeri.

Giunta sabato, la richiesta dell’ONU alla Confederazione verrà eaminata «nei prossimi giorni», ha indicato il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri Alessandro Delprete.

Tra l’altro, la commissione non dispone ancora di un capo: due personalità hanno rifiutato finora la proposta avanzata dallo stesso segretario generale dell’ONU Kofi Annan.

Seconda missione di esperti svizzeri

Il Consiglio federale aveva respinto in febbraio una richiesta delle autorità di Beirut in favore dell’invio di esperti svizzeri in Libano.

In marzo, dopo che le Nazioni Unite avevano deciso l’invio di una propria commissione d’inchiesta, le autorità svizzere si erano dette invece disposte a collaborare con gli inquirenti internazionali.

Berna aveva così messo a disposizione dell’ONU 5 specialisti di balistica ed esplosivi per una prima missione d’investigazione in Libano.

Questa commissione, incaricata di raccogliere ed analizzare elementi di prova sotto la direzione dell’irlandese Peter Fitzgerald, aveva criticato le manchevolezze palesate dalle investigazioni condotte dal governo libanese.

Osservatori elettorali

La Svizzera potrebbe mettere a disposizione dell’Unione europea anche degli osservatori per le elezioni in programma tra il 29 maggio e il 12 giugno.

Se l’Unione europea dovesse mettere in piedi una propria missione di osservatori, è possibile che vi partecipi anche la Svizzera, ha dichiarato Alessandro Delprete.

swissinfo e agenzie

14 febbraio 2005: una bomba uccide 19 persone a Beirut, tra cui l’ex premier libanese Rafic Hariri.
18 febbraio: il governo libanese chiede alla Svizzera di collaborare nell’inchiesta sull’assassinio di Hairi.
25 febbraio: Berna risponde negativamente – collaborerà solo se sarà l’Onu a chiederlo.
3 marzo: le autorità svizzere accettano la richiesta presentata dall’Onu. 5 esperti elvetici raggiungono la commissione d’inchiesta internazionale.
14 aprile: le Nazioni unite decidono d’istituire una nuova commissione d’inchiesta, dopo che la prima aveva denunciato le lacune emerse dalle investigazioni condotte dalle autorità libanesi.

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