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Liberare Posta e Swisscom dal corsetto dello Stato

Una banca postale per permettere al gigante giallo di affrontare la concorrenza swissinfo.ch

È questa l'intenzione del governo, che governo ha presentato le proposte di legge per creare una banca postale e per consentire la cessione della maggioranza azionaria di Swisscom. Con tale proposta, si intendono rafforzare le due aziende, agevolandone l'innovazione tecnologica.

Non accenna a rallentare il ritmo delle riforme per le aziende statali, al contrario. Per consentire alla Posta e a Swisscom di restare al passo con la forte concorrenza sui mercati liberalizzati della posta e delle telecomunicazioni, il Consiglio federale ha mandato un pacchetto di misure in consultazione, che prevede ulteriori profondi cambiamenti.

“L’obiettivo è quello di rafforzare le due aziende, di assicurare numerosi posti di lavoro e di agevolare l’innovazione tecnologica”, ha spiegato il consigliere federale Moritz Leuenberger.

Già dal 1998 le due aziende, nate dalla divisione dell’ex monopolista PTT, devono fare i conti con le leggi della concorrenza, ma l’evoluzione nei rispettivi settori è stata talmente rapida che secondo Berna un maggiore margine di manovra aziendale si rende assolutamente necessario.

Così, dopo l’annuncio della ristrutturazione della deficitaria rete di uffici postali dato settimana scorsa dalla direzione della Posta, il governo intende ora offrire una chance al gigante giallo per sopravvivere finanziariamente in maniera autonoma.

L’attuale comparto Postfinance dovrebbe potersi trasformare in una vera e propria banca in modo da offrire una gamma completa di servizi finanziari, i quali serviranno anche quale piattaforma per lo sviluppo dell’e-business.

La Posta calcola che in 5 anni gli utili in questo settore aumenteranno da 120 a circa 250 milioni di franchi e potranno così finanziare il servizio pubblico di base. Tuttavia, per evitare una concorrenza sleale da parte dell’azienda pubblica, il Consiglio federale sottoporrà le attività bancarie della Posta alla legislazione degli istituti privati, abolirà la garanzia di deficit da parte dello Stato e vieterà il finanziamento trasversale dei settori poco redditizi all’interno della banca postale.

Maggiore libertà deve godere anche Swisscom, che a livello internazionale costituisce un piccolo concorrente. Per continuare ad essere presente sul dinamico mercato delle telecomunicazioni Swisscom deve poter stringere alleanze con altri partner e, se necessario, cedere il controllo di alcune attività.

Il governo, proprietario oggi del 65, percento del capitale Swisscom, propone di liberare l’ente pubblico dall’obbligo di detenere la maggioranza del pacchetto azionario. Attualmente non esiste nessun piano concreto di cessione, precisa il governo, l’importante è però garantire all’azienda una flessibilità strategica. Ogni futura decisione in merito terrebbe comunque conto degli interessi economici nazionali.

Il pacchetto, che richiede modifiche a livello costituzionale e dunque il voto popolare, va ora in consultazione fino alla fine di aprile, mentre il disegno di legge è previsto per fine 2001. Un pacchetto che affronta ambiti e problemi diversi ma che secondo Leuenberger per motivi politici dovrebbe essere trattato come un tutt’uno, soprattutto in considerazione dell’importanza di queste due aziende per il paese.

Di fronte ai grossi interessi economici in gioco, non è tuttavia escluso che il parlamento decida diversamente, facendo avanzare separatamente certi elementi della riforma rispetto ad altri.

Luca Hoderas

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