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Lo Yangtze sotto la lente di ricercatori svizzeri

Ogni anno nelle acque dello Yangtze vengono riversati 25 miliardi di tonnellate di rifiuti Keystone

Il più grande fiume cinese, lo Yangtze, è meno inquinato di quanto si temeva finora. È quanto emerge da uno studio realizzato l'anno scorso da ricercatori svizzeri.

Secondo gli esperti, che hanno elaborato una diagnosi dettagliata della qualità dell’acqua, la presenza di sostanze tossiche nel “fiume azzurro” è paragonabile a quella del Reno, una trentina di anni fa.

Ogni anno 25 miliardi di tonnellate di rifiuti sono riversati nelle acque dello Yangzte (Chang Jiang), uno dei più grandi corsi d’acqua del mondo.

Per valutarne il grado di inquinamento, una spedizione scientifica ha effettuato delle misurazioni della qualità delle sue acque, i cui risultati sono stati consegnati congiuntamente e in esclusiva venerdì a Berna nei locali della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) da un gruppo di ricercatori sino-elvetici.

La diagnosi dei ricercatori lenisce una preoccupazione di molti: lo Yangtze non è morto, per lo meno a livello di qualità chimica dell’acqua. Nonostante il grave degrado, la concentrazione di sostanze inquinanti è infatti simile a quella di altri fiumi: «Attualmente le concentrazioni di metalli pesanti nel fiume cinese sono da due a otto volte inferiori a quelle misurate nel Reno trent’anni fa, quando si trovava nel suo peggior periodo di inquinamento», fa notare il geochimico Beat Müller, responsabile dello studio presso l’Eawag (Istituto federale di ricerca sull’acqua).

Una situazione che August Pfluger, organizzatore della spedizione e direttore della baiji.org Foundation, così riassume: «Se la Cina intensificherà senza indugiare oltre i suoi sforzi a favore della tutela delle acque, l’ecosistema del Chang Jiang potrà essere salvato».

Agricoltura e inquinamento

Gli scienziati dell Eawag e dell’Istituto i idrobiologia di Wuhan hanno raccolto centinaia di campioni d’acqua e di sedimenti su una lunghezza di 1750 chilometri, tra la Diga delle Tre Gole attualmente in costruzione e Shanghai, analizzandoli in seguito presso i laboratori dell’Eawag, in Svizzera, e della Società generale si sorveglianza, in Cina e in Australia.

Prima, importante constatazione: una delle fonti maggiori d’inquinamento del fiume proviene dall’agricoltura, che abusa di concimi minerali le cui tracce si ritrovano nelle acque. È il motivo per cui la quantità di azoto nel Fiume azzurro è raddoppiata in vent’anni. In compenso, la concentrazione di fosfati rimane bassa.

Situazione drammatica nel delta

Ma non bisogna abbassare la guardia. La concentrazione di metalli pesanti mediamente piuttosto bassa si spiega soprattutto con l’enorme portata del fiume: lo Yangtze riversa nel Mar Cinese Orientale 31’900 metri cubi di acqua al secondo.

Ma nel delta le concentrazioni d’inquinamento sono drammaticamente elevate. 1500 tonnellate di azoto e fino a 4,6 tonnellate di arsenico sono trascinate ogni giorno dalle acque lungo gli argini. «L’azoto», spiega Beat Müller, «fornisce nutrimento alle alghe blu, che così proliferano, riducendo il livello di ossigeno negli strati inferiori delle acque marine».

I metalli pesanti gravano anche sull’acqua consumata da centinaia di milioni di persone, sui campi di granoturco e di riso irrigati dal fiume, sui due terzi dei pesci che i cinesi mettono nel loro piatto.

Il futuro del fiume azzurro

Con la crescita industriale della Cina, l’aumento del tenore di vita, i sistemi d’irrigazione, la produzione energetica e la deviazione di quantità enormi di acqua verso i bacini versanti del Fiume Giallo, a nord, la pressione sullo Yangtze non potrà che aumentare.

“Per invertire la tendenza è impellente mettere in atto misure di ripristino e di sviluppo simili a quelle che conobbero, in un passato abbastanza recente, i fiumi d’Europa”, si legge in una nota della DSC.

swissinfo e agenzie

Lo Yangtze è il fiume più lungo dell’Asia. La sua foce è in Tibet a 5405 metri d’altitudine. Traversa tutta la Cina e si getta nel mare cinese orientale, presso Shanghai.

È la meta di 700 affluenti. Dal suo stato di salute dipende la vita di moltissima gente. Lungo le sue rive, lunghe 6300 chilometri, vivono infatti 400 milioni di persone, pari a un settimo della popolazione mondiale. Con le sue acque alimenta il 40% del suolo cinese e in 70% del suo territorio risicolo.

Lungo il fiume è in corso la costruzione della diga delle Tre gole, che produrrà energia elettrica per milioni di persone. Questo sbarramento sarà lungo più di 600 km e raggiungerà una profondità di 180 metri. La costruzione della diga implicherà il trasferimento di milioni di persone.

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