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Lotta ai bonus dorati: dal parlamento ancora nulla

Il senatore Thomas Minder ha seguito attentamente anche i dibattiti alla Camera del popolo sul controprogetto all'iniziativa popolare da lui promossa "contro le retribuzioni abusive" Keystone

Cercando un'alternativa all'iniziativa popolare "contro le retribuzioni abusive", il parlamento svizzero si è cacciato in un ginepraio. La Camera del popolo ha appena sepolto il progetto di tassazione dei bonus e già si sta cercando di far rispuntare questa misura.

In quasi quattro anni di lavori, dai banchi parlamentari è uscito un groviglio di bozze di controprogetti all’iniziativa popolare che vuole impedire agli alti dirigenti società anonime quotate alla Borsa svizzera di attribuirsi gratifiche e buonuscite d’oro.

Questo dossier “è diventato molto intricato e complesso. Perfino gli specialisti faticano a trovare la via d’uscita”, riconosce la deputata nazionale Viola Amherd, vicepresidente del Gruppo dei partiti popolare democratico (PPD) ed evangelico (PEV) alle Camere federali. Un parere ampiamente condiviso da altri parlamentari.

“C’è una grande confusione”, commenta il senatore Roberto Zanetti, membro della Commissione degli affari giuridici (CAG) della Camera dei Cantoni. “Credo che vi siano ancora pochi parlamentari che abbiano la visione globale”, osserva il socialista solettese. E “ciò significa che qualcosa non va.”

Indignato per le lungaggini e la confusione create dal parlamento è il promotore dell’iniziativa “contro le retribuzioni abusive” Thomas Minder, imprenditore sciaffusano, senza partito, che alle recenti elezioni federali è stato eletto alla Camera alta. Un’elezione che egli interpreta come un sostegno popolare alla sua iniziativa.

Ed è proprio perché cosciente dei favori di cui gode questo testo nell’opinione pubblica che il parlamento ha cercato di elaborare un controprogetto. L’obiettivo è di evitare che l’iniziativa sia accettata in votazione popolare.

Ma dopo aver preparato e dibattuto diverse varianti di controprogetti, le Camere non si sono ancora accordate sulla versione definitiva delle disposizioni da adottare per migliorare il buon governo delle società, rendere più trasparenti le rimunerazioni degli alti dirigenti e tutelare gli interessi degli azionisti.

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Chiusa la porta alla tassazione dei bonus…

La Camera del popolo il 7 dicembre ha segnato la fine della variante di controprogetto indiretto, tramite una revisione del diritto delle società anonime, che prevedeva la cosiddetta tassazione dei bonus superiori ai 3 milioni di franchi. L’idea, approvata dalla Camera dei Cantoni, era di non più considerarli come costi del personale, ma bensì come parte dell’utile aziendale.

Con 98 voti contro 85, la Camera popolo ha però definitivamente rifiutato di entrare in materia. Sostenuta dal PPD e dalla sinistra rosso-verde, la misura è stata silurata dal centro destra – compresi i Verdi liberali – e dalla destra.

Contrario a questa opzione è anche Thomas Minder, il quale insorge inoltre contro la denominazione “tassazione dei bonus”. A suo avviso, è “completamente fuorviante”, poiché dà l’impressione all’opinione pubblica che si tratterebbe di imposte a carico dei beneficiari dei bonus, mentre in realtà sarebbero a carico delle aziende. Ciò che penalizzerebbe anche gli azionisti.

Ma è sulla sostanza, che Thomas Minder si oppone. “Questa misura non avrebbe alcun effetto dissuasivo, perché non c’è alcuna correlazione tra l’imposizione di un’azienda e i salari esorbitanti”, afferma. Il senatore sciaffusano cita una serie di esempi concreti di membri di direzione e di consigli d’amministrazione di grandi società e banche svizzere che hanno intascato retribuzioni multimilionarie anche quando le loro aziende hanno subito grosse perdite.

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…che potrebbe rientrare dalla finestra

Il PPD, però, resta convinto che sarebbe uno strumento efficace. Vuole perciò tentare nuovamente di farla adottare dal parlamento, introducendola nel controprogetto diretto, che a suo tempo era stato accantonato.

“Sarà difficile, ma vogliamo provare ugualmente ad insistere. Avremo discussioni bilaterali con gli altri partiti, per trovare una soluzione di compromesso”, dice Viola Amherd.

L’intesa per far pendere l’ago della bilancia potrebbe forse essere trovata con i Verdi liberali. Durante il dibattito del 7 dicembre il deputato zurighese e presidente del partito Martin Bäumle ha infatti lanciato segnali di una possibile apertura in tal senso.

La palla è ora nel campo della Camera dei Cantoni, che nella prossima sessione parlamentare dovrà esaminare le divergenze che la Camera del popolo ha mantenuto sul controprogetto indiretto senza la tassazione dei bonus. È nella commissione che i popolari democratici vorrebbero entrare in scena tramite una proposta individuale da sottoporre al plenum.

“La procedura giuridica non è ancora chiarita. Bisogna ancora vagliare se si può introdurre questa opzione in un controprogetto indiretto”, osserva Roberto Zanetti.

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Agli sgoccioli per sbrogliare il bandolo della matassa

Le Camere adesso dovranno accelerare i tempi. La scadenza per trattare l’iniziativa è infatti già stata posticipata due volte e ora non è più possibile alcuna proroga. Entro l’estate il parlamento deve prendere la decisione definitiva.

Una cosa è già certa. Thomas Minder non ritirerà l’iniziativa in favore di alcun controprogetto. “Due anni fa io avevo fatto il mio dovere, compiendo un passo nella direzione di un controprogetto indiretto”, ricorda l’imprenditore. Egli aveva dato la disponibilità a ritirarla se le principali rivendicazioni del suo testo fossero state soddisfatte nell’ambito del diritto delle società anonime. Ciò non è avvenuto. “Ora il tempo è scaduto e voglio che decida il popolo”.

L’assemblea generale vota annualmente l’importo globale delle retribuzioni di consiglio di amministrazione (Cda), direzione e organo consultivo.

Elegge annualmente il presidente e i membri del Cda e quelli del comitato di retribuzione e il rappresentante indipendente degli aventi diritto di voto.

Le casse pensioni votano nell’interesse dei loro assicurati e rendono pubblico il loro voto.

I membri dei vari organi non ricevono liquidazioni, altre indennità, retribuzioni anticipate, premi per acquisizioni e vendite di ditte e contratti supplementari di consulenza o di lavoro da parte di società del gruppo.

La direzione della società non può essere delegata a una persona giuridica.

Gli statuti disciplinano l’ammontare dei crediti, dei prestiti e delle rendite ai membri degli organi, il piano economico, il piano di partecipazione e il numero di mandati esterni di questi ultimi, nonché la durata dei contratti di lavoro dei membri di direzione.

La versione di controprogetto indiretto che sta esaminando il parlamento è stata elaborata dalla Commissione degli affari giuridici della Camera dei cantoni nell’autunno 2010. Quest’ultima proponeva di riprendere nella revisione parziale del diritto delle società anonime gli elementi principali dell’iniziativa “contro le retribuzioni abusive”. Le Camere – tra le quali vi sono ancora divergenze – vogliono però attenuare gli imperativi dell’iniziativa lanciata da Thomas Minder e concedere un certo margine di manovra alle aziende.

In particolare, diversamente dalla Camera dei cantoni, la maggioranza di quella del popolo:

vuole che le buonuscite dorate possano essere sottoposte all’assemblea generale (Ag) degli azionisti e anche essere previste nel regolamento di rimunerazione.

Non vuole che una minoranza di azionisti abbia la possibilità di domandare una modifica del regolamento di rimunerazione.

Non vuole che il regolamento di rimunerazione fissi la parte variabile della retribuzione.

Non vuole l’obbligo per il consiglio d’amministrazione di fissare un rapporto massimo tra la parte fissa e quella variabile della rimunerazione.

La Camera bassa ha adottato una soluzione di compromesso sui salari della direzione: l’Ag dovrebbe pronunciarsi annualmente, ma gli azionisti dovrebbero avere la possibilità di indicare negli statuti se il carattere del loro voto è vincolante o consultivo.

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