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Lotta contro la desertificazione

L'avanzata del deserto non è limitata al Sahel Keystone

Il 17 giugno è la giornata internazionale contro la desertificazione. Un settore nel quale la Svizzera è attiva da oltre 20 anni, con progetti in alcuni paesi in via di sviluppo.

Particolare impegno della DSC: l’utilizzazione sostenibile delle risorse naturali.

Nel 1996, la Svizzera ha ratificato la «United Nations Convention to Combat Desertification» (UNCCD), la Convenzione dell’ONU per la lotta alla desertificazione, lanciata nel 1994 dopo il vertice della Terra di Rio de Janeiro.

Circa un quarto della superficie della Terra è confrontata al problema della siccità, con conseguenze quali carestia, povertà e movimenti di profughi.

La Svizzera è attiva nel campo della lotta alla desertificazione fin dagli anni 80, nell’ottica del moderno aiuto allo sviluppo che mira a innescare processi sostenibili e gestibili autonomamente.

Collaborazione a tutti i livelli

L’aiuto allo sviluppo si basa sulla collaborazione con autorità locali, istituzioni, organizzazioni non governative (ONG) e direttamente con la popolazione locale.
Andri Bisaz, della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), l’organismo ufficiale svizzero di aiuto allo viluppo, è responsabile per i contatti della DSC con la Commissione per la lotta contro la desertificazione.

«Per la giornata internazionale non ci sono azioni particolari. Ma ovviamente continuiamo a impegnarci contro la desertificazione nell’ambito dei nostri progetti», conferma Bisaz a swissinfo.

Tra il 1997 e il 2000, la DSC ha speso quasi 166 milioni di franchi per la cooperazione bilaterale. Fondi che sono andati in Africa (nella misura del 43 percento), in Asia (38 percento) e nell’America centrale (19 percento).

Aiutare ad aiutarsi da sé

«La DSC è attualmente impegnata in progetti di irrigazione e rimboschimento in Siria, nell’India meridionale (altopiano del Deccan), nel Niger (regione di Tera, nella zona del Sahel) e nell’America centrale», spiega Bisaz.

Ma si tratta di progetti relativamente piccoli, nell’ambito dei quali la DSC si appoggia, nella misura del possibile, sulle tradizioni locali. Per esempio nel nord della Siria, dove regna una siccità cronica, la DSC sostiene un progetto internazionale per il ripristino del tradizionale sistema di irrigazione, vecchio di 3000 anni.

Ripulendo e rinnovando le cosiddette «qantas», canalizzazioni sotterranee scavate a mano, si è potuto aumentare del 30 percento la quantità d’acqua a disposizione della popolazione.

Anche il seco è attivo nell’aiuto allo sviluppo

Pure attivo nel settore dell’aiuto allo sviluppo è il segretariato di stato per l’economia (seco), che finanzia, insieme alla DSC, un centro idro-meteorologico a Tashkent.

«Partecipiamo pure a un progetto internazionale al lago Aral», afferma Bernhard Gasser, del dipartimento Sviluppo e transizione del seco.

Il lago si sta prosciugando e rischia di provocare parecchi problemi nei villaggi e nelle città circostanti. Per questo «siamo impegnati nella ristrutturazione delle canalizzazioni di Nusuk, una città dell’Uzbekistan», conferma Gasser.

Con 7 milioni e mezzo di franchi, il seco copre la metà delle spese del progetto internazionale, mentre l’altra metà è a carico del governo uzbeko.

swissinfo, Elvira Wiegers
(traduzione dal tedesco: Fabio Mariani)

17 giugno 1994: l’ONU lancia, la «United Nations Convention to Combat Desertification» (UNCCD)
1996: entra in vigore la Convenzione per la lotta alla desertificazione
1999: viene creato a Bonn, in Germania, il segretariato permanente della Commissione

La DSC, l’organismo ufficiale svizzero di aiuto allo sviluppo, è presente con progetti nell’ambito della lotta alla desertificazione soprattutto nella zona del Sahel, nell’India meridionale, in Siria e nell’America centrale,.

Per questi progetti, tra il 1997 e il 2000 la DSC ha investito quasi 166 milioni di franchi.

Anche il segretariato di stato per l’economia finanzia progetti d’aiuto allo sviluppo, per esempio in Uzbekistan.

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