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Lugano, trampolino per l’economia africana?

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Prima assoluta per la città sul Ceresio, che ospita l'African Conference, appuntamento voluto dal G8 con capi di Stato, diplomatici e imprenditori africani ed europei.

Per creare le premesse a un vero sviluppo economico del continente africano.

Con questa iniziativa si vuole promuovere una politica di investimenti al di là dei semplici aiuti. Una politica che possa effettivamente far crescere i Paesi africani, ricchissimi di materie prime, ma estremamente poveri.

La Lugano African Conference è maturata nell’ambito del vertice dei paesi membri del G8 svoltosi a Kananaskis, in Canada, lo scorso 27 giugno, dove è stato messo a punto un Piano di azione per l’Africa, nato per impulso della Nepad, la New Partnership for Africa’s development. Si tratta di un programma che intende sottrarre alla povertà gli africani.

Aprire un nuovo capitolo

Il continente africano è, difatti, deciso a voltare pagina. Dopo colonialismo e post- colonialismo, dittature e guerre civili, i leader africani vogliono aprire un nuovo capitolo, inserendo l’Africa nella globalizzazione economica, un processo da cui trarre tutti i vantaggi possibili.

Ma sarà pure un’opportunità per l’Occidente, giunto a un livello di saturazione produttiva insostenibile. L’Africa potrebbe, difatti, aprire nuovi sbocchi per i Paesi sviluppati, che devono fare i conti con un eccesso di produttività, che è all’origine della crisi in cui siamo rimasti intrappolati da un paio di anni a questa parte.

Valutare le possibilità d’investimento

L’appuntamento di sabato al Palacongressi consentirà quindi a imprenditori europei di valutare le possibilità di investimento in Africa. Sarà un’occasione non da poco anche per Lugano, che, essendosi aggiudicata questo vertice, sarà sotto i riflettori internazionali, con una significativa ricaduta d’immagine.

“La città sul Ceresio- precisano gli organizzatori – è stata scelta, perché rappresenta un territorio neutrale”. La Svizzera, Ginevra in particolare, ospita già le sedi di organizzazioni mondiali, ma in questo caso il Ticino ha battuto altri Cantoni con una maggiore vocazione internazionale.

Il vantaggio dell’italianità

Stavolta l’italianità è stato il fattore decisivo. L’African Conference è stata, difatti, promossa anche dal Governo italiano. “L’idea – precisa Alessandro Leto, esperto dell’Africa per la Presidenza del Consiglio dei ministri – è nata in un contesto privato ed amichevole, e ha trovato nelle istituzioni coinvolte l’interesse e la disponibilità necessarie per diventare realtà”.

Lugano, poi, è anche la sede ideale per un’altra ragione: è una città multietnica, dove sono rappresentate decine di nazionalità diverse.

“Lugano – precisa il sindaco Giorgio Giudici – desidera assumere un ruolo attivo nel definire le politiche di investimento a favore di quei progetti di cui i Paesi africani hanno bisogno per il loro sviluppo. La nostra città si trova storicamente e geograficamente al centro di un crocevia di culture e lingue e, inoltre, essa attinge ad una tradizione cosmopolita che le ha permesso di sviluppare al suo interno un’evoluta struttura commerciale e finanziaria.”

Secondo gli organizzatori, Lugano e il Ticino potranno offrire un contributo anche nel campo dello sviluppo delle risorse umane attraverso progetti di formazione e di interscambio tra istituti di ricerca e universitari.”

Elisabetta Pisa, Lugano

Nome: Lugano African Conference
Partecipanti: 400 persone tra ministri, diplomatici e imprenditori europei
In programma interventi di politici e presentazioni di aziende

Lugano è stata scelta per ospitare la conferenza perché rappresenta un territorio neutrale.

L’italianità della città sul Ceresio è però stato il fattore decisivo di questa scelta.

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