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Luxor: una tragedia che ha sconvolto un Paese

Il governo egiziano ha rafforzato le misure di sicurezza attorno ai siti turistici più importanti Keystone

Il 17 novembre 1997 nella località turistica egiziana di Luxor, davanti al tempio della regina Hatshepsut, estremisti islamici sparano a sangue freddo contro un gruppo di turisti.

Bilancio del sanguinoso attacco: 62 morti, di cui 36 svizzeri.

Incredibili scene di terrore si svolgono sotto agli occhi dei turisti scampati all’attacco, in uno scenario – quello del tempio di Hatshepsut, che dall’alto domina tutta la zona dell’antica Tebe.

Un’inchiesta conclusa

Una tragedia che sconvolge la Svizzera. Un dramma che lascia il segno. A cinque anni di distanza autori e moventi sono chiari. L’attentato è opera dell’organizzazione estremistica islamica Gamaa al-Islamija, clandestina dal 1992.

Il capo spirituale dell’organizzazione, sceicco Omar Abdel Rahman, è stato condannato all’ergastolo. E’ sospettato di essere coinvolto anche nell’attentato del 1993 contro il World Trade Center.

L’inchiesta si è conclusa. Il governo egiziano ha varato una serie di misure per proteggere i turisti. I parenti delle vittime – 78 persone – sono stati risarciti.

Hanno ottenuto complessivamente 4,7 milioni di franchi, provenienti da un fondo speciale, alimentato dalle due agenzie di viaggio direttamente colpite, Hotelplan e Imholz, da assicuratori privati e statali svizzeri.

Colpire il turismo

L’obiettivo del sanguinoso attacco in una delle più frequentate località turistiche egiziane non era la Svizzera e i suoi cittadini.

Gli estremisti volevano colpire l’industria turistica egiziana. Non ci sono riusciti. Già due anni e mezzo dopo l’attentato i turisti sono tornati in massa nel Paese dei faraoni.

Anche gli svizzeri, dopo i primi momenti di smarrimento, hanno seguito questa tendenza. “Subito dopo l’attentato il turismo verso l’Egitto è completamente crollato”, dice a swissinfo Hans-Peter Nehmer, portavoce di Hotelplan.

Hotelplan reagisce

“Come agenzia direttamente toccata dal dramma, per un anno abbiamo tolto dal catalogo l’Egitto, poi abbiamo cominciato a proporre gradualmente solo alcune destinazioni, escludendo però Luxor che, per un senso di riguardo nei confronti delle vittime, abbiamo riproposto solo a partire dalla scorsa estate”.

“Quando vi sono attentati di questo tipo, la stampa ne parla, a volte gonfia l’accaduto. Le agenzie di viaggio reagiscono”, spiega Nehmer, “ma la mobilità, la voglia di viaggiare del cittadino è sempre la stessa”. La gente dimentica in fretta.

Vivere con il rischio

Dopo l’11 settembre tutto è cambiato. La paura, il rischio sono onnipresenti. La gente deve imparare a convivere con il rischio. “Non ci sono più destinazioni sicure e destinazioni meno sicure e non esiste nemmeno la sicurezza al 100%”, sottolinea il portavoce di Hotelplan.

“Il compito principale delle agenzie di viaggio è quello di informare la clientela nel miglior modo possibile. Sta poi al turista decidere se intraprendere o meno un viaggio”.

swissinfo e agenzie

5 anni dopo la tragedia di Luxor, l’Egitto, come destinazione di vacanza, registra un “boom”. La gente ha dimenticato. I parenti delle vittime si stanno riprendendo, dopo un doloroso processo interiore che li ha riportati più volte sui luoghi del dramma.

L’attentato fece 62 morti di cui 36 svizzeri.
Il fondatore dell’organizzazione estremistica e il capo spirituale sono in carcere.
78 persone vengono risarcite e ottengono complessivamente 4,7 milioni di franchi.

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