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Meno colori in nome del risparmio energetico

Libero Zuppiroli lavora attualmente con l'artista svizzero Daniel Schlaepfer all'esposizione "Luci del futuro", prevista nel dicembre 2011 a Losanna. Christiane Grimm/EPFL

I LED stanno progressivamente sostituendo le tradizionali lampadine. Se da una parte si ridurrà il consumo elettrico, dall'altra rischiamo però di ritrovarci in un mondo sbiadito, con ripercussioni sulla psiche umana, avverte l'esperto di luce Libero Zuppiroli.

Autore di trattati sui colori e la luce, il responsabile del Laboratorio di optoelettronica dei materiali molecolari del Politecnico federale di Losanna è affascinato dalle molteplici forme che può assumere la luce.

Nel suo laboratorio, dove scienza e filosofia si fondono in un unico pensiero, Libero Zuppiroli lavora per contribuire a creare la luce del futuro. Una luce che per il professore di origine italiana deve tener conto non solo dell’energia elettrica, ma anche di quella psichica.

swissinfo: Nel 2012 le lampadine a incandescenza saranno definitivamente messe al bando nell’Unione europea e in Svizzera. Alcuni temono che il passaggio dalla luce calda delle lampadine a quella fredda di molti diodi a emissione luminosa (LED) avrà ripercussioni sull’organismo, sulla psiche. Cosa ne pensa?

Libero Zuppiroli: È la domanda che si sono posti in molti: preferiamo la luce calda o quella fredda? In generale gli occidentali prediligono, perlomeno a casa loro, la luce calda. Cinesi e giapponesi sembrano invece trovarsi meglio con la luce fredda, fluorescente.

Secondo me, la scelta della temperatura di colore non è quindi così importante. L’aspetto al contrario fondamentale è la qualità della luce per una data temperatura di colore.

swissinfo.ch: Ci spieghi meglio…

L. Z.: Una luce di alta qualità è una luce ricca che, come quella del sole, contiene tutte le componenti dello spettro luminoso. Essa ci permette di esplorare tutti i colori che ci circondano.

Date le caratteristiche del nostro sistema visivo è possibile ottenere una luce bianca in diversi modi. Ad esempio associando i tre colori RGB oppure combinando il viola e il giallo. Se si proiettano queste luci su un foglio bianco si vedrà, ovviamente, del bianco. Se però illuminiamo degli oggetti colorati, la risposta sarà molto diversa.

swissinfo.ch: Come si comporta in questo senso la luce bianca dei LED?

L. Z.: In futuro la qualità dei LED migliorerà certamente e si troveranno LED costosi con una luce abbastanza ricca. Ma oggi si tratta di una luce orribile. Il bianco dei LED è ottenuto mescolando il blu della luce al giallo del fosforo. Questo comporta un grande buco nei verdi. Il risultato è che non si possono sondare le tonalità rosse, complementari al verde. Ci troviamo quindi in un mondo dove abbiamo perso dei colori.

swissinfo.ch: Per noi è importante conservare i colori?

L. Z.: È discutibile. Per molta gente le cose importanti al giorno d’oggi sono la sicurezza nella strade della loro città, il lavoro, i buoni risultati dei figli a scuola… Se poi la lampada di casa non rivela correttamente i colori, per loro non è così grave. Personalmente invece, non è il mondo in cui vorrei vivere.

swissinfo.ch: Non ci sono dunque LED a casa sua….

L. Z.: Assolutamente no. I venditori di LED tentano di ingannarci: per ragioni di marketing ci vogliono vendere delle lampade a 25-40 franchi al posto delle vecchie lampadine, che costano due o tre franchi. Sono riusciti a ottenere dai governi la messa al bando delle classiche lampadine.

Tra due o tre anni ci saranno anche dei LED di qualità, ma ancora a un prezzo esorbitante. Ci illumineremo così a due velocità: chi non ha soldi sarà costretto a utilizzare lampadine di pessima qualità, perlomeno fino a quando i prezzi non scenderanno, magari fra una decina d’anni.

Non è il cambiamento della luce a infastidirmi. Ma non mi piace essere preso in giro.

swissinfo.ch: Non ha però accennato alle questioni energetiche. I LED consumano decisamente meno rispetto alle classiche lampadine…

L. Z.: Dai dati di SuisseEnergie risulta che l’illuminazione rappresenta solamente il 2,5% del consumo elettrico nelle economie domestiche svizzere. Possiamo sicuramente risparmiare su questo 2,5%, ma lo possiamo fare tentando di preservare l’energia psichica delle persone, che pure ha un grande valore nella nostra società.

Se la gente si sentirà meno bene, sarà tutta la società a risentirne. Ma per un politico è più facile dire “cambiate la lampadina” piuttosto che “cambiate l’automobile”. Il tutto mi sembra una grande farsa.

swissinfo.ch: I LED hanno comunque il vantaggio di durare più a lungo…

L. Z.: Si dice che i LED abbiano una durata di vita di 100’000 ore. Se si accendono per quattro ore al giorno, dovrebbero durare 70 anni. Ma se prendiamo una lampada LED montata all’interno di un paralume, quindi in uno spazio chiuso, notiamo un aumento della temperatura a livello della giuntura, ciò che riduce drasticamente la durata di vita. Questo però non viene detto alla gente.

swissinfo.ch: Il vostro laboratorio lavora per migliorare la qualità della luce. Come si può rendere la luce più “umana”?

L. Z.: Abbiamo sviluppato due metodi. Il primo prevede la fabbricazione di film di plastica a buon mercato. Messi davanti ai LED consentono di ottenere una luce migliore. Lavoriamo anche sugli OLED: sono simili ai LED, ma invece di semiconduttori inorganici utilizzano dei materiali organici che appartengono alla stessa famiglia delle molecole presenti nelle lucciole. Attraverso un impulso elettrico, queste molecole organiche fluorescenti emettono luce.

Per il momento il rendimento degli OLED è però inferiore a quello dei LED. Attualmente sono venduti sul mercato del design e dell’arte. Il loro vantaggio è che illuminano senza abbagliare: possiamo fissarli direttamente, al contrario dei LED, potenzialmente dannosi per l’occhio.

swissinfo.ch: Come sarà dunque la luce del futuro nelle nostre case?

L. Z.: Ci sono diverse tendenze. L’illuminazione puntuale sarà sostituita da fonti estese, ad esempio dei pannelli. Ci saranno delle fonti luminose colorate, LED oppure OLED, su una grande superficie.

Il 1. settembre 2009 l’Unione europea ha sancito la graduale messa al bando della lampadina a incandescenza, inventata da Thomas Edison a fine Ottocento.

A partire dal settembre 2012 saranno vietate tutte le lampadine con una potenza superiore ai 25W. Le alogene cesseranno di essere vendute nel 2016.

L’Ue, le cui direttive sono state riprese anche dalla Svizzera, giustifica la sua decisione con la necessità di ridurre il consumo elettrico e quindi le emissioni di CO2.

Le classiche lampadine hanno un rendimento del 5% (il 95% dell’elettricità si disperde sottoforma di calore), mentre la nuova generazione di lampadine fluorescenti consente di risparmiare fino all’80% dell’elettricità.

Le lampadine fluorescenti e i LED si stanno imponendo quali fonti luminose a basso consumo elettrico.

Alcune ricerche hanno però sollevato interrogativi sui loro effetti sulla salute umana.

Uno studio presentato nel 2010 dalla IT’IS Foundation del Politecnico federale di Zurigo ha evidenziato che a una distanza inferiore ai 30 cm, le lampade a risparmio energetico generano un campo elettromagnetico che può superare i limiti stabiliti dalla legge.

In attesa di valutare gli effetti a lungo termine, l’Ufficio federale della sanità pubblica consiglia di mantenere una distanza minima di 30 cm, in particolare dalle lampade che restano accese a lungo (scrivania, comodino).

In un altro studio, l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro (Anses) rileva che i LED possono avere conseguenze negative sulla vista.

La forte intensità luminosa dei LED, che può essere fino a mille volte superiore a quella delle fonti d’illuminazione classiche, comporta dei rischi di abbagliamento.

Inoltre, sottolinea lo studio pubblicato nell’ottobre 2010, la componente blu della luce può avere, a forte luminanza, effetti nefasti sulla retina, soprattutto nei bambini.

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