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Migliaia di matrimoni forzati in Svizzera

Ajmal A. è stato condannato a 18 anni di reclusione per aver ucciso la moglie, costretta a sposarlo Keystone

Sarebbero migliaia le donne costrette a matrimoni forzati che risiedono in Svizzera. Lo afferma la fondazione Surgir, che ha promosso uno studio sull'argomento.

La fondazione invita ora il governo ad elaborare una strategia nazionale per aiutare le vittime di gravi abusi fisici e psicologici.

Il fenomeno interessa soprattutto donne immigrate molto giovani – dai 13 ai 18 anni – di ceto modesto; esistono però anche casi di uomini, obbligati ad unirsi ad una persona scelta dai familiari.

La Fondazione Surgir, attiva contro le violenze nei confronti delle donne, ha presentato mercoledì a Ginevra il primo studio sui matrimoni forzati realizzato in Svizzera. Per raccogliere i dati, sono state interrogate una cinquantina di istituzioni, quali centri per migranti e per le donne, nei cantoni Vaud, Ginevra, Friburgo, Berna, Zurigo e Basilea.

Sono stati censiti in questo modo circa 400 casi in cui una giovane donna (in due casi un uomo) è stata sposata con la forza, oppure ha subito forti pressioni in questo senso. Circa 140 casi sono venuti a conoscenza delle associazioni sull’arco di un anno e mezzo soltanto, tra il gennaio 2005 e il maggio 2006.

Solo sei vittime di matrimoni forzati hanno però accettato di esprimersi nel contesto dello studio. Altre hanno rinunciato in seguito alla pressione delle famiglie, alla paura di vendette o dal timore di risvegliare traumi appena sopiti.

Punta dell’iceberg

«Le cifre raccolte rappresentano soltanto la punta dell’iceberg», sottolinea Jacqueline Thibault, la presidente della Fondazione. Per ottenere un panorama completo, sarebbe stato necessario interrogare le circa 2000 istituzioni suscettibili di essere confrontate al problema. Estrapolando i risultati, «si può dire che la Svizzera conta migliaia di vittime di matrimoni forzati».

I casi presi in considerazione sono avvenuti in famiglie originarie di paesi dell’ex Jugoslavia, del Medio Oriente, dell’Asia centrale, del Maghreb e dell’Africa nera. Un terzo delle vittime ha fra 13 e 18 anni. Nella maggioranza dei casi, la persona è stata sposata con la forza nel proprio paese.

Se rifiuta lo sposo o la sposa scelta dai famigliari, la persona rischia di essere totalmente esclusa dalla propria famiglia e dalla comunità. In casi estremi, lo stupro è utilizzato come mezzo di pressione per costringere la donna a sposarsi.

Quasi tutte le vittime dicono inoltre di essere state minacciate di morte. Talvolta il rifiuto sfocia in un «crimine d’onore». «Le vittime vivono in uno stato di grande sconforto emotivo», sottolinea Jacqueline Thibault. La giustizia elvetica dispone di pochi mezzi per lottare contro il fenomeno.

Le cronache giudiziarie hanno portato alla ribalta di recente il caso del 26enne pachistano condannato in Ticino a 18 anni di reclusione per aver ucciso la moglie a colpi di martello. La donna 21enne, che era vissuta in Svizzera dall’età di 3 anni e aveva il passaporto svizzero, aveva chiesto il divorzio solo quattro mesi dopo il matrimonio combinato.

Strategia nazionale

La Fondazione preconizza il rafforzamento dell’arsenale legislativo volto a punire la pratica dei matrimoni forzati, contrari al Codice civile svizzero e alle convenzioni dell’ONU.

Surgir raccomanda inoltre la creazione di luoghi d’accoglienza destinati particolarmente a questa categoria di vittime. Attualmente soltanto un’associazione zurighese – la Mädchenhaus» – opera nel settore, con una capacità d’accoglienza di soli sette posti.

La fondazione auspica peraltro una campagna nazionale di sensibilizzazione, nonché la creazione di una linea telefonica destinata ai casi d’emergenza.

«Lo studio sarà consegnato alle autorità competenti e ad esse toccherà decidere quali misure prendere», ha detto Jacqueline Thibault a swissinfo. «Al momento in Svizzera manca una strategia nei confronti dei matrimoni forzati».

swissinfo e agenzie

La fondazione Surgir, fondata a Losanna, è nata nel 2001.
Il suo scopo è di combattere tutte le forme di violenza fisica, psicologica, sessuale o sociale contro le donne.
La fondazione fornisce supporto finanziario a numerose organizzazioni non governative in paesi del Medio Oriente, quali la Giordania, i territori palestinesi, lo Jemen e il Libano.

Secondo la fondazione Surgir, i matrimoni forzati violano la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e vari articoli del Codice civile svizzero.

La fondazione definisce «vittime di matrimoni forzati» gli individui obbligati a sposarsi contro la loro volontà attraverso pressioni psichiche o fisiche o che sono fuggiti per evitare il matrimonio.

D’altro canto Surgir ritiene che i matrimoni combinati, se completamente accettati dalle due parti, non violino i diritti dell’uomo.

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