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Misure controverse contro le polveri fini

I limiti di velocità sulle autostrade svizzere saranno in vigore per almeno otto giorni Keystone

A causa dell'alta concentrazione di polveri fini, da sabato in 12 cantoni svizzeri tedeschi la velocità massima sulle autostrade è limitata a 80 km/h.

Pur dicendosi d’accordo sulla necessità d’agire, non tutti i direttori cantonali dell’ambiente convengono sull’efficacia di questo provvedimento.

Da sabato, il limite di velocità massima sui tratti autostradali in dodici cantoni svizzeri a nord delle Alpi è stato abbassato da 120 a 80 km/h.

Con questo provvedimento le autorità cantonali cercano di correre ai ripari dopo che da diversi giorni – complice la nebbia e l’assenza di precipitazioni – la concentrazione di polveri fini nell’atmosfera è abbondantemente al di sopra del livello di guardia.

Sull’efficacia della misura non tutti i direttori degli uffici dell’ambiente cantonali sono però d’accordo.

Valore simbolico?

Ridurre la velocità a 80 km/h per qualche giorno serve a poco, ha dichiarato il consigliere di Stato sangallese Willy Haag, presidente della Conferenza dei direttori dell’ambiente.

Il traffico autostradale – ha affermato in un’intervista pubblicata sabato dal Tages Anzeiger – è responsabile solo di una minima parte di queste emissioni.

Secondo Haag, il provvedimento ha tutt’al più un valore simbolico e può servire a sensibilizzare la popolazione.

Hanspeter Uster, responsabile del Dipartimento della sicurezza del canton Zugo, il primo cantone ad aver introdotto questa misura, ha ammesso da parte sua che il problema non può essere risolto semplicemente riducendo la velocità.

Necessarie ulteriori misure

Per la consigliera di Stato zurighese Dorothée Fierz, il provvedimento non avrebbe avuto senso se fosse stato solamente il canton Zurigo ad introdurlo.

Un’opinione condivisa anche dal suo omologo grigionese Claudio Lardi, secondo il quale non ha senso imporre gli 80 km/h finché i vicini cantoni di San Gallo e Ticino continuano a far valere i 120.

In una lettera indirizzata venerdì al Dipartimento federale dell’ambiente, la Conferenza dei direttori cantonali dell’ambiente della Svizzera centrale ha chiesto alla Confederazione di mettere in atto senza indugi il piano d’azione contro queste polveri presentato a metà gennaio dal ministro Moritz Leuenberger (vedi articoli correlati), piano che comunque è ritenuto insufficiente.

La Conferenza domanda in particolare l’introduzione di un obbligo generalizzato del filtro anti-particolati per tutti i veicoli con motore diesel e di adattare la tassa sul traffico pesante in modo da avvantaggiare i camion muniti di filtri.

Aumentano i ricoveri

Anche tra gli attori del settore della sanità gli 80 km/h sulle autostrade sono giudicati più che altro un palliativo.

Il presidente della Lega polmonare svizzera ed ex direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica Otto Piller ha preconizzato altre 20 misure per migliorare la situazione.

I pneumologhi hanno da tempo segnalato che la popolazione soffre sempre più spesso di problemi respiratori e di asma, ha indicato in un’intervista alla Berner Zeitung. Si tratta di un problema di salute pubblica che però non impedisce a circa 16’000 veicoli diesel dell’esercito di circolare senza filtro, ha criticato Piller.

Negli ospedali, il numero di ammissioni quotidiani per casi legati a questo tipo di inquinamento è aumentato del 17% per ogni gruppo a rischio, ha dal canto suo indicato il medico cantonale vodese Daniel Laufer.

swissinfo e agenzie

In Svizzera e nell’Unione Europea, la soglia massima legale di polveri fini è di 50 microgrammi al metro cubo.
Negli ultimi giorni, questa soglia è stata costantemente superata un po’ dappertutto a nord delle Alpi.
A Losanna venerdì è stato addirittura registrato un massimo di 267 microgrammi al metro cubo.
Secondo le ultime stime risalenti al 2000, l’agricoltura è responsabile del 37% delle emissioni, il traffico del 29%, l’industria e l’artigianato del 27% e i nuclei domestici del 7%.

Le polveri fini, le cosiddette PM10, sono delle particelle di polvere dalla struttura fisico-chimica complessa con un diametro inferiore a 10 micrometri.

Le fonti principali sono il traffico motorizzato (motori ed erosione dei pneumatici), i cantieri edili e la combustione del legno. I motori privi di filtri antiparticolato possono emettere una quantità di particelle fini sino a 1’000 volte superiore a quella liberata dalle auto a benzina.

Date le loro minuscole dimensioni, le polveri fini possono penetrare nelle ramificazioni più sottili dei polmoni, per poi raggiungere, in parte, i vasi linfatici e sanguigni.

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