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Modello svizzero per salvare le foreste tropicali

In Indonesia, ogni anno, solo per far spazio alle coltivazioni si bruciano due milioni di ettari di foresta Keystone

Da martedì ad Interlaken 170 rappresentanti di 51 Paesi, tra cui l’Indonesia, esaminano la politica forestale della Svizzera.

Un modello che fa le sue prove da 150 anni e che si basa su decentralizzazione, ripartizione delle competenze a livello nazionale ed un forte quadro legislativo.

La politica elvetica per la salvaguardia dei boschi mediante la cooperazione tra cantoni e Confederazione potrebbe fungere da modello per la protezione delle foreste tropicali dai tagli dissennati.

Tale esperienza è al centro di un seminario che si tiene ad Interlaken (nel canton Berna) da martedì 27 a venerdì 30 aprile.

“Dall’incontro non scaturiranno impegni giuridici o politici, ma un’accresciuta collaborazione tra stati e proposte concrete per il Forum delle Nazioni Unite sulle foreste, la cui quarta tornata inizia settimana prossima a Ginevra”, dichiara a swissinfo il direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) Philippe Roch.

Organizzato dalla Confederazione e dal governo dell’Indonesia, come indica lunedì una nota diffusa dall’UFAFP, il congresso vede la presenza di 170 esperti provenienti da oltre 50 Paesi.

Deforestazione selvaggia

Nelle regioni tropicali scompare ogni giorno una superficie forestale pari a 25.000 campi di calcio. Una perdita imputabile soprattutto all’attuale regime di proprietà ed al tipo d’organizzazione statale.

I governi centrali o provinciali sono proprietari di circa il 77 per cento della superficie forestale mondiale, sebbene molte di tali foreste siano già da tempo utilizzate da comunità locali.

“Le foreste rappresentano una vera questione globale: dipendiamo tutti dallo stato di salute di tutte le foreste del mondo”, aggiunge Philippe Roch.

La scelta dell’Indonesia non è casuale. Come la Svizzera, anche l’Indonesia è un Paese decentralizzato (il processo si è messo in moto nel 2001 con la caduta di Suharto), che soffre di una deforestazione selvaggia.

Ogni anno circa 60 milioni di metri cubi di legname, ossia tredici volte la produzione elvetica di legno, sono tagliati senza permesso.

A ciò si aggiungono circa due milioni d’ettari di foresta che svaniscono nel nulla per lasciare posto all’agricoltura e alla selvicoltura.

Insicurezza giuridica

In Indonesia i massicci tagli di legname, già una realtà sotto il regime dittatoriale di Suharto, sono proseguiti a causa dell’insicurezza giuridica dovuta alla decentralizzazione amministrativa.

“Processi di decentralizzazione sono in atto in più di 60 Paesi. In alcuni di essi si svolgono in modo soddisfacente”, precisa Doris Capistrano del Center for International Forestry Research (CIFOR).

L’odierna situazione dell’Indonesia è simile a quella vissuta nella Confederazione oltre un secolo fa. L’incontro di Interlaken consentirà, tra l’altro, di valutare se le soluzioni escogitate all’epoca possano essere adattate ad altri contesti.

“La storia svizzera ha dimostrato che la decentralizzazione della gestione delle foreste non può essere attuata al di fuori di un quadro legale a livello nazionale, e da una ripartizione chiara delle competenze. Ora, questa nostra esperienza può essere utile a Paesi come l’Indonesia”, afferma il direttore dell’UFAFP.

Il modello svizzero

La politica forestale svizzera suscita grande interesse sul piano internazionale, in quanto offre una soluzione per la salvaguardia delle foreste minacciate nelle regioni tropicali ed in altre zone climatiche.

Con l’Interlaken Workshop la Svizzera intende illustrare, insieme a Paesi partner come l’Indonesia, il Brasile, il Ghana, la Federazione russa ed il Canada, il ruolo del decentramento come soluzione per la salvaguardia della superficie forestale mondiale, concentrata per oltre il 70 per cento negli stati che si riuniscono ad Interlaken.

Il fatto che una simile discussione sia oggi possibile costituisce un progresso notevole, nonché un importante risultato del Forum sulle foreste delle Nazioni Unite.

swissinfo e agenzie

Dopo i tagli rasi subiti 150 fa, la superficie forestale svizzera si è ricostituita. E questo anche grazie ad una collaborazione basata sul federalismo e ad una severa regolamentazione a livello nazionale.

Tale modello suscita interesse sul piano internazionale, in quanto offre una soluzione per la salvaguardia delle foreste minacciate nelle regioni tropicali ed in altre zone climatiche.

Rappresentanti di oltre 50 Paesi partecipano dal 27 al 30 aprile ad Interlaken ad un workshop sulla politica forestale organizzato dalla Svizzera e dall’Indonesia.

Al congresso di Interlaken partecipano 31 Paesi in via di sviluppo, sei Paesi in transizione (Europa dell’Est) e 15 Paesi industrializzati.
La prima legge forestale elvetica risale al 1876, quando la gestione delle foreste in Svizzera era catastrofica.
All’inizio del 19esimo secolo, in Svizzera, le foreste erano state in gran parte privatizzate. Tuttavia, proprio in quel periodo, la crescente industrializzazione esercitava sui neo-proprietari un forte richiamo a vendere il legname. Per le foreste si è quindi trattato di un disastro. Una situazione che assomiglia a quello che sta accadendo ora in molti Paesi del sud.

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