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Moratoria per gli studi medici

I medici assistenti si sono schierati in blocco contro la decisione del Consiglio federale Keystone

Nonostante le pressioni dei giovani medici, il Consiglio federale ha deciso di bloccare per i prossimi tre anni l'apertura di nuovi studi in tutta la Svizzera.

Nell’ambito del pacchetto di misure a breve termine per la riforma della Legge sull’assicurazione malattie (Lamal), il Consiglio federale ha deciso di introdurre dal 4 luglio una limitazione delle autorizzazioni, in base al bisogno, per nuovi fornitori di prestazioni medico-sanitarie. La decisione, adottata mercoledì, è contenuta in una nuova ordinanza, la cui esecuzione è tuttavia demandata ai cantoni.

Motivo dell’urgenza di tale provvedimento è la presa di posizione della Conferenza dei direttori cantonali della sanità che, di fronte all’aumento delle richieste, ha ritenuto che non si possa attendere oltre.

Nel presentare la decisione ai giornalisti, la consigliera federale Ruth Dreifuss ha definito la limitazione delle autorizzazioni come «necessaria», anche in considerazione della possibile «immigrazione dai paesi dell’Unione Europea».

La misura è anche «straordinaria», il che giustifica che la sua applicazione sia demandata ai cantoni. Ed è anche «temporanea», ha aggiunto la signora Dreifuss, dal momento che la relativa ordinanza scadrà il 3 luglio 2005.

Freno d’emergenza

Con il blocco delle autorizzazioni, il governo adempie un mandato affidatogli dal Parlamento, ha precisato la consigliera federale. In effetti, dall’anno scorso la Lamal stabilisce che un “freno d’emergenza” di questo tipo possa essere introdotto qualora si verificassse un eccessivo aumento di nuovi studi medici.

Il Parlamento aveva previsto questo provvedimento a titolo preventivo, quale misura d’accompagnamento alla libera circolazione delle persone introdotta da uno dei sette accordi bilaterali con l’UE.

In concreto, l’ordinanza stabilisce che a livello nazionale sia il Consiglio federale a decidere sulla limitazione delle autorizzazioni. I cantoni sono responsabili però della sua esecuzione e possono prevedere fondate eccezioni per determinate categorie, o per ambiti specialistici, o per regioni.

Le eccezioni stabilite dai cantoni devono comunque essere sempre giustificate. Importante è che essi possano adempiere il loro mandato costituzionale di garantire l’assistenza medica; per cui ciascun cantone, prima di prendere una decisione, deve considerare la situazione vigente nei cantoni vicini.

Nuovi posti di lavoro negli ospedali?

Per quanto concerne l’esercizio di uno studio di specializzazioni mediche e di altre professioni legate alla salute, l’ordinanza dispone di allegati nei quali viene definito per ogni cantone il valore indicativo della copertura dell’assistenza da parte dell’assicurazione di base.

Questi valori riflettono in gran parte la situazione attuale; tuttavia rimane aperta la possibilità dell’entrata in vigore di una nuova normativa per i fornitori di prestazioni a carico dell’assicurazione obbligatoria medico-sanitarie. In questo caso, l’ordinanza che entra in vigore il 4 luglio verrebbe abrogata.

In ogni caso, il Consiglio federale ha respinto la proposta di escludere dall’obbligo di copertura delle prestazioni (da parte delle assicurazioni malattia) dei medici che abbiano più di 65 anni d’età.

Ruth Dreifuss ha anche precisato che questa nuova ordinanza non impone soltanto dei limiti, ma consente anche – in considerazione del mandato dei cantoni a garantire l’assistenza sanitaria – l’eventuale creazione di nuovi posti di lavoro medici negli ospedali.

Infine, secondo la ministra della sanità, la conformità costituzionale di queste decisioni sarebbe certa, almeno sulla base di un’apposita perizia giuridica.

Scetticismo sulle ripercussioni

La moratoria sull’apertura di studi medici ha suscitato numerose reazioni di critica e di scetticismo. I medici intendono proseguire le azioni di protesta contro questo provvedimento che, a corto termine, rischia addirittura di far aumentare i premi delle casse malattia.

In vista dell’introduzione del blocco, centinaia di richieste di autorizzazione per l’apertura di uno studio sono state inoltrate nelle ultime settimane. L’associazione degli assicuratori malattia santésuisse ha registrato oltre 1600 domande.

Tenendo conto che ogni nuovo studio medico provoca costi di circa mezzo milione di franchi per le casse malattia, anche se soltanto una frazione di queste richeste venisse approvata, le spese assicurative rischiano di lievitare fortemente nei prossimi tempi.

Silvano De Pietro

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