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Mucca pazza: costeranno 45 milioni all’anno le nuove misure di lotta

I costi della distruzione degli scarti animali saranno coperti dalla Confederazione e dai produttori Keystone

Le nuove misure per debellare la malattia della «mucca pazza» in Svizzera potrebbero costare 45 milioni di franchi all'anno. Il Consiglio federale deciderà in che proporzione la Confederazione parteciperà al finanziamento.

È quanto ha comunicato venerdì l’Ufficio federale di veterinaria (UFV) al termine di un incontro con i rappresentanti degli ambienti interessati, nel corso del quale sono state discusse le modalità d’applicazione del divieto di farine animali.

Per rafforzare i controlli nella lotta contro l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE) è prevista la creazione di un organo di controllo a livello nazionale. L’applicazione delle misure sarà sottoposta a una rigorosa sorveglianza, dal luogo d’origine dell’animale fino al macello.

Le nuove disposizione necessitano di una modifica dell’ordinanza sulle epizoozie. Questa sarà in linea di massima messa in consultazione prima della fine di dicembre, nella prospettiva di un’entrata in vigore dal 1. marzo 2001.

Rappresentanti delle organizzazioni contadine, delle aziende per l’eliminazione degli scarti animali, dei produttori di foraggi, dei distributori e dei consumatori hanno condiviso l’obiettivo dell’UFV di accelerare il debellamento della malattia, indica la nota. Tutti d’accordo anche con la proibizione delle farine animali per i mangimi di tutti i capi di allevamento. Divergenze sussistono invece ancora su scarti da macello trasformati in alimenti liquidi per maiali, nonché sulla valorizzazione delle ossa idonei come derrate alimentari.

L’UFV prevede di distruggere 150mila tonnellate di scarti animali all’anno, ha spiegato all’ats il portavoce Hans Wyss. Dal 1996, ne vengono incenerite circa 30mila tonnellate all’anno. Si calcola dunque che la quintuplicazione della quantità da eliminare dovrebbe generare costi supplementari per 45 milioni di franchi all’anno. Oneri che in gran parte saranno probabilmente coperti dalla Confederazione. Ma anche i produttori dovranno aprire il borsello.

swissinfo e agenzie

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