Simbolo della vecchia censura, le forbici sono un tema ricorrente nei graffiti tunisini.
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«Finalmente, i miei colori sono liberi».
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«La primavera delle rivoluzioni».
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«Vattene!» - uno degli slogan preferiti dai rivoluzionari che chiedevano la partenza del presidente Ben Ali. Al centro, l'emblematica torre dell'orologio di Tunisi.
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Dopo la caduta del regime di Ben Ali, il 14 gennaio 2011, i vicini libici sono scesi in piazza per protestare contro Gheddafi e il suo clan.
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La bandiera tunisina si ritrova su molti graffiti. Le braccia alzate, la folla scandisce: «Vattene!».
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Le bandiere sventolano ...
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... e le braccia fremono.
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Sorrisi e colori.
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«Giustizia» e «liberazione»: questo era il motto della rivoluzione.
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Esercizio di calligrafia sullo slogan "vattene". E l'aereo porta il dittatore in esilio.
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Dopo la caduta del regime di Ben Ali, nel gennaio 2011, gli artisti tunisini hanno dato libero sfogo alla loro gioia e a una sete di libertà repressa per troppo tempo.
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Sotto un ponte autostradale, hanno raccontato la storia di una rivoluzione e lanciato messaggi a volte difficili da interpretare.
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