Nuova Ginevra, Irlanda
Nel 1782, a Ginevra scoppiò una rivolta popolare contro l’aristocrazia. Il re Giorgio III d’Inghilterra offrì ai ribelli sconfitti - intellettuali e artigiani – un asilo in Irlanda. Conosciuti per essere dei grandi lavoratori, i protestanti ginevrini avrebbero dovuto dare il buon esempio alla popolazione locale. Benno Gut
Il porto del cosiddetto Passaggio ad Est, nella contea irlandese di Waterford. Qui avrebbe dovuto sorgere Nuova Ginevra, ma il progetto non fu mai iniziato. Benno Gut
I potenziali emigranti, tra cui gli orologiai ginevrini, si riconciliarono con i signori dell’aristocrazia. La città non vide dunque mai la luce. Oggi l’attività economica principale della regione è la coltura di ostriche. Benno Gut
Berna, Dipartimento di Santa Fe, Argentina
Berna fu fondata nel 1889 da Hans Liechti, emigrato in Argentina dieci anni prima, all’età di 45 anni. La sua segheria fece affari con un’impresa ferroviaria attiva nel dipartimento di Santa Fe. Benno Gut
L’ultimo treno per Berna arrivò in stazione nel 1992. Da allora la linea ferroviaria è in declino, come in molte altre regioni argentine. Nella città vivono circa 800 persone. Benno Gut
Lo chalet in miniatura appeso alla parete di questa palestra, nella vicina città di Romang, proviene da un carro di carnevale. Nomi come Alemann, Habegger e Reutemann ricordano la presenza svizzera nella regione. Benno Gut
Villaggi lungo il Volga, Russia
Lucerna, Solothurn, Basilea, Schaffhausen, Unterwalden, Zug, Zúrich, Glarus… sono solo alcuni dei nomi coi quali furono chiamati i villaggi lungo il Volga, tra la città industriale di Balakovo e il piccolo borgo di Marx, negli anni 1767-1768. L’imperatrice Caterina la Grande fece installare qui gli immigrati, soprattutto quelli provenienti dalla Germania. Benno Gut
Tra il 1762 e il 1775, giunsero nella regione del Volga 30'632 immigrati, tra cui anche un migliaio di svizzeri. Benno Gut
I tedeschi del Volga
La Repubblica socialista sovietica autonoma dei tedeschi del Volga fu creata nel 1924. Nel 1941, due anni dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale, la popolazione germanofona fu però deportata in Asia Centrale per evitare che collaborasse coi nazisti. Nel 1941 i villaggi furono ribattezzati con nomi russi. Benno Gut
Villa Lugano, Buenos Aires, Argentina
Quartiere popolare alla periferia sud di Buenos Aires, Villa Lugano fu fondata nel 1908 dal ticinese Giuseppe Soldati, che in Argentina si faceva chiamare José Ferdinando Francisco Soldati. Qui sorse il primo aerodromo argentino, nel 1910. Benno Gut
Alla fine degli anni trenta, questo enorme complesso di 12 piani – conosciuto come “L’elefante bianco” – avrebbe dovuto ospitare il più grande ospedale dell’America latina. L’opera però non fu mai conclusa. Oggi un centinaio di famiglie vive abusivamente nella parte inferiore dell’immobile in rovina. Benno Gut
Tra coloro che vivono nei cosiddetti “Villaggi Miseria”, molti sono immigrati provenienti da Paraguay, Bolivia e Perù. Villa Lugano è uno dei quartieri più poveri e malfamati di Buenos Aires. Benno Gut
St. Maurice, Algeria
Quello che un tempo era conosciuto come St. Maurice, oggi si chiama Haï Mouaz M’hamed. Nel 1851 le autorità coloniali francesi ubicarono in questo villaggio 27 famiglie di immigrati, soprattutto contadini poveri provenienti dal basso Vallese. Benno Gut
I contadini non ebbero vita facile in Algeria. La terra arenosa, le cavallette e la siccità impoverivano il raccolto. Furono poche le famiglie che decisero di restare. Durante la guerra di indipendenza, molto coloni abbandonarono case e fattorie. I loro beni furono poi nazionalizzati. Alcune delle vecchie abitazioni ricordano il passato coloniale del paese. Benno Gut
Berna, Indiana, Stati Uniti
La “Münsterberg”, costruita nel 2010, è un’imitazione della torre dell’orologio di Berna (Zytglogge) e un omaggio ai fondatori mennoniti della città che nel 1852 emigrarono negli Stati Uniti dal villaggio di Moutier, nel canton Giura. Benno Gut
La città statunitense di Berna è fortemente legata alle sue origini svizzere. Ogni anno, durante l’ultimo fine settimana di luglio, organizza lo “Swiss Day” festival. La gara di cavalli da tiro è una delle principali attrazioni. Benno Gut
Neuenschwander, Habegger, Eicher, Sprunger, Lehmann sono cognomi comuni tra gli abitanti di Berna, principale centro di produzione di mobili dello Stato dell’Indiana. Molti abitanti raccontano che i loro nonni parlavano sovente in dialetto svizzero-tedesco. Oggi sono tutti cittadini americani e parlano unicamente inglese. Benno Gut
La Svizzera non è l’unico paese in cui si trovano città chiamate Berna, Zurigo o Lugano. Nel corso dei secoli, gli emigranti elvetici si sono insediati ai quattro angoli del pianeta e spesso hanno dato alla loro nuova patria il nome di quella antica.
Questo contenuto è stato pubblicato il 15 marzo 2014
La giornalista Petra Koci ha percorso il pianeta in lungo e in largo alla ricerca delle città e dei villaggi che portano un nome svizzero. La sua ricerca è sfociata in un libro pubblicato di recente: “L’atlante mondiale dei luoghi svizzeri”.
La loro storia non potrebbe essere più diversa. Se in alcuni luoghi le origini svizzere sono ricordate con fierezza, in altri sono ormai andate perdute.
Nello Stato americano dell’Indiana, la città di Berna ha perfino cercato di riprodurre lo Zytglogge, la famosa torre dell’orologio, emblema della capitale elvetica.
Anche le città ticinesi hanno messo radici oltreoceano. Locarno Springs è parte di un insediamento rurale in Australia, dove vivono ancora molti discendenti di migranti. A Villa Lugano – quartiere popolare alla periferia di Buenos Aires – l’unico ricordo della Svizzera è una stazione costruita in stile alpino.
Petra Koci ha fatto tappa anche in Africa. In Algeria il villaggio che una volta si chiamava St. Maurice, oggi ha cambiato nome e soltanto pochi edifici rammentano la presenza svizzera.
Anche i borghi lungo il Volga hanno perso i loro nomi elvetici, ma qualche traccia la si ritrova ancora. Basilea è diventata Vasilyevka (Vasiliy è il nome russo di Basil), mentre il “canton” Unterwalden (in italiano Untervaldo) oggi è registrato come Podlesnoye, entrambi significano “sotto il bosco”.
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