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Nei nostri polmoni sempre la stessa aria

Anche nella verde e pulita Svizzera, l'inquinamento dell'aria è un problema ricorrente swissinfo.ch

La qualità dell'aria in Svizzera non migliora. Eppure l'ordinanza contro l'inquinamento atmosferico esiste ed è ben concepita. Basterebbe decidersi a rispettarla...

Contro la mancata applicazione della legge si scaglia Greenpeace, che intende punire i responsabili che non hanno svolto correttamente il proprio lavoro.

Quantità eccessive di ozono in estate, valori troppo elevati di diossido di azoto e di polveri fini in inverno. Schematicamente si può riassumere così la qualità dell’aria in Svizzera, che proprio in questi giorni sta attraversando uno dei momenti più critici.

A causa della nebbia, la concentrazione di microparticelle (abbondanti nei gas di scarico dei motori diesel) si situa infatti ben oltre i livelli di guardia: i limiti sono stati superati in dieci stazioni di rivelamento su tredici.

Particolarmente delicata è la situazione a Losanna (Vaud), Berna e Härkingen (Soletta). A Zurigo, il governo ha esortato la popolazione a rinunciare all’auto ed ha chiesto al Consiglio federale di adottare misure severe contro le emissioni di polveri fini.

L’aria non cambia

Dopo il netto miglioramento registrato all’inizio degli anni ’90 (valori di piombo, cadmio e monossido di carbonio più che dimezzati), la qualità dell’aria che respiriamo non è evoluta di molto negli ultimi anni.

I valori delle sostanze nocive registrati nel 2005 – indica l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) – sono stati altrettanto alti di quelli osservati durante l’anno precedente.

«Da una parte potrebbe anche essere un segnale positivo: l’inquinamento non è aumentato nonostante la continua progressione del traffico. Si tratta invece di una cattiva notizia nella misura in cui i valori limite sono stati, a volte, superati abbondantemente», spiega a swissinfo Richard Ballaman, collaboratore scientifico presso l’Ufam.

Troppo inquinamento a sud delle Alpi

La qualità dell’aria è stata particolarmente pessima in Ticino. Per ben 106 giorni, il tasso di ozono registrato a Lugano ha oltrepassato la soglia stabilita dall’Organizzazione mondiale della sanità (120 microgrammi al metro cubo). Simile la situazione a Magadino, nel Sopraceneri, dove i valori massimi sono stati raggiunti e superati in 93 occasioni.

«A sud delle Alpi sono presenti condizioni meteorologiche particolari che sono più favorevoli alla formazione di ozono e la densità di emissioni nocive è più importante che sull’Altipiano. C’è inoltre l’influenza della regione milanese, con il suo traffico e le sue industrie», osserva Ballaman.

A titolo di paragone, la concentrazione di ozono a Zurigo è stata troppo elevata per 50 giorni. 7 giorni invece nella località grigionese di Davos.

A preoccupare fortemente le autorità (e i cittadini) del cantone a sud delle Alpi è pure la concentrazione di polveri fini, spesso superiore del 50% rispetto al resto della Svizzera.

La legge c’è, solo sulla carta

Quella per il miglioramento progressivo della qualità dell’aria, è una delle perenni battaglie condotte da Greenpeace.

L’organizzazione ambientalista non pretende nuove misure a favore dell’ambiente. Chiede semplicemente che vengano rispettate le leggi esistenti. «L’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico è in vigore già da 20 anni, ma non è applicata», si lamenta Cyrill Studer, responsabile della campagna per il clima di Greenpeace Svizzera.

«Il mondo politico non sembra intenzionato a cambiare registro», ci dice Studer, rammentando che sono i cittadini a subirne le conseguenze.

Ogni giorno – afferma – tre o quattro persone muoiono per cause ricollegabili all’inquinamento provocato dal traffico.

Denunciare i responsabili

Per tentare di porre fine a quella che Studer definisce una «situazione insostenibile», Greenpeace è pronta a ricorrere alle vie legali.

Ad inizio gennaio, ha lanciato un appello a tutte le persone che hanno subito danni alla salute a causa dei gas di scarico: chi è in grado di dimostrare le cause della propria malattia, è chiamato a presentarsi in tribunale e a sporgere denuncia.

«I ricorsi potranno essere presentati contro la Confederazione, i cantoni e contro i singoli politici sospettati di non aver fatto rispettare le norme in vigore», spiega Studer.

I dettagli di questa nuova iniziativa non sono ancora chiari, sebbene esista già un profilo ben definito dei potenziali testimoni. Gli ambientalisti cercano soprattutto persone che per lungo tempo hanno vissuto nei pressi di un’autostrada, subendone le conseguenze.

Protocollo internazionale

In futuro, una «boccata di aria fresca» dovrebbe portarla il protocollo di Göteborg (in vigore nella Confederazione dallo scorso 13 dicembre), che fissa nuovi limiti di emissione per diversi inquinanti atmosferici in Europa, Stati Uniti e Canada.

«Ci saranno conseguenze positive essenzialmente per l’ozono e, indirettamente, diminuiranno anche le quantità di polveri fini», afferma Richard Ballaman.

In Svizzera – segnala il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni – la qualità dell’aria migliorerà notevolmente nell’Altipiano e, in misura ancora maggiore, in Ticino.

«Il protocollo di Göteborg rappresenta sì uno strumento importante, ma da solo non sarà efficace», avverte dal canto suo Cyrill Studer.

Per il futuro, c’è quindi da sperare che gli stessi politici che oggi si battono (con foga) per abolire la sigaretta nei locali pubblici – in nome della salute pubblica – si dimostrino altrettanto attivi sul fronte dell’inquinamento atmosferico.

swissinfo, Luigi Jorio

Il 13 dicembre 2005 è entrato in vigore il Protocollo di Göteborg.
Entro il 2010, la Svizzera si impegna a ridurre le emissioni di biossido di zolfo del 40% (rispetto al 1990).
Ossidi di azoto: 52%.
Composti organici volatili: 51%.
Ammoniaca: 13%.

Durante il fine settimana del 14-15 gennaio, la quantità di polveri fini in Svizzera ha raggiunto valori record.

La situazione peggiore si è verificata a Härkingen (Soletta), dove la concentrazione ha toccato i 133 microgrammi/m3 (soglia: 50).

Valori elevati anche a Losanna (Vaud), Basilea, Zurigo e Berna; la capitale ha vissuto inoltre domenica il suo undicesimo giorno consecutivo al di sopra del limite di allarme.

Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente, ogni anno 3’700 persone muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento.

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