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Nel 2008 il caffé sarà più salato

Il caffé: sempre apprezzato e sempre più caro. Keystone

L'anno prossimo, gustare una tazzina della bevanda al bar costerà di più. L'Associazione svizzera dei gerenti di caffé prevede aumenti compresi tra 20 e 40 centesimi: il prezzo medio si avvicinerà quindi ai 4 franchi.

Nell’imminenza dei campionati europei di calcio in Svizzera, gli esercenti prevedono un forte aumento del consumo: taluni ne saranno favoriti, altri meno.

Stando alle previsioni – rese note lunedì – dell’Associazione svizzera dei gerenti di caffé (SCV), nel 2008 sorbire una tazza della bevanda al un bar costerà più caro. In particolare, la SCV si attende un aumento situato tra i 20 e i 40 centesimi, principalmente nella Svizzera tedesca. Il costo della consumazione si avvicinerà così alla soglia dei quattro franchi.

All’origine del rincaro vi è l’aumento del costo della materia prima e i nuovi salari nel settore della ristorazione a partire dal 1° gennaio. Il prezzo della tazza di caffè è aumentato in media di 7 centesimi l’anno scorso a 3,71 franchi. Sull’arco degli ultimi dieci anni, il rincaro complessivo ammonta a 57 centesimi.

Differenze regionali

Attualmente si registrano grandi differenze regionali, ha rilevato la SCV: un caffè bevuto a Zurigo può costare, in alcuni locali, fino a 4,80 franchi, mentre nel Giura bernese lo si paga in media 2,98 franchi. In Ticino, uno dei cantoni dove la bevanda costa meno, è ancora possibile – in certe mescite – pagare un espresso 1,90 franchi.

Dal momento che la SCV non fa parte di GastroSuisse – l’associazione di categoria degli esercenti – i ristoratori sono liberi di applicare i prezzi che ritengono corretti. Hans-Peter Oettli, presidendente della SCV, ha voluto sottolineare a tal proposito che il caffé resta comunque «un piacere che tutti possono ancora concedersi».

Orizzonte Euro 08 e alcune proposte

I gestori svizzeri di caffé attendono i campionati europei di calcio del 2008 che si disputeranno in Svizzera. Però, se da un lato vi è parecchio ottimismo in vista del previsto aumento delle consumazioni, dall’altro – ha sottolineato la direttrice della SCV Johanna Bartholdi – alcuni esercenti situati in zone distanti dagli eventi temono una diminuzione dei guadagni.

La direttrice ha inoltre consigliato ai gestori di mantenere i servizi in perfetto stato, e se del caso di riscuotere una tassa per il loro utilizzo.

Hans-Peter Oettli, dal canto suo, è favorevole a una politica dei prezzi simile a quella applicata nei paesi vicini: in Italia e Francia, infatti, il caffé consumato al bancone del bar costa meno caro rispetto al prezzo abituale.

Sempre secondo il presidente della SCV, per il cliente sarebbe più interessante adeguare i prezzi alla quantità di caffé: un classico «espresso» costerebbe quindi meno del grande «latte macchiato».

Modi di consumo

Stando alle inchieste effettuate presso la popolazione, in Svizzera la maggioranza dei caffé é consumata a domicilio; soltanto l’11,5% dei caffé è acquistato al bar.

Nella Confederazione, il consumo di caffè è stabile già da alcuni anni. Nel 2006, mediamente, ogni svizzero ne ha bevuto 1’063 tazze di caffé: un consumo superiore a quello di tedeschi, italiani e statunitensi, ma inferiore a quello di finlandesi, norvegesi o svedesi.

swissinfo e agenzie

Il caffé costituisce uno dei prodotti maggiormente commerciati al mondo. Oltre 25 milioni di persone sono coinvolte nell’intero processo di coltivazione e lavorazione.

La maggior parte di loro vive nelle aree di produzione, ossia nella zona dell’equatore.
Dati concernenti la provenienza della produzione di caffé (2000-2004):

56 milioni di sacchi (60kg) dal Sudamerica
29 mio. da Asia e Oceania
17 Mio. dall’America centro-settentrionale.
15 Mio. dall’Africa

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