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Nucleare: il governo distrugge dei documenti «pericolosi»

I documenti distrutti contenevano informazioni su un presunto traffico nucleare con la Libia (qui un impianto atomico vicino a Tripoli) Keystone

Il governo svizzero ha autorizzato nel 2007 la distruzione di documenti legati a un presunto traffico di materiale nucleare per evitare che queste «pericolose informazioni» finissero in mani sbagliate, compromettendo la sicurezza nazionale ed internazionale.

I documenti e supporti di dati contenenti informazioni su tecnologie nucleari erano stati sequestrati a tre ingegneri svizzeri, in seguito ad un’inchiesta giudiziaria aperta nel 2004 dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per infrazione della legge federale sul materiale bellico e della legge sul controllo dei beni a duplice impiego.

«La documentazione – ha spiegato venerdì Pascal Couchepin – non poteva essere conservata senza contravvenire agli obblighi sottoscritti dalla Svizzera nel quadro del Trattato di non proliferazione nucleare».

Oltre a ciò, ha sottolineato, le informazioni contenute presentavano un «rischio considerevole per la sicurezza della Svizzera e della comunità internazionale».

Per il presidente della Confederazione, la decisione del governo svizzero di procedere alla distruzione dei documenti – eseguita nel 2007 dalla Polizia giudiziaria federale sotto la supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica – è perciò giustificata.

Documenti estremamente sensibili

Durante l’analisi dei documenti sequestrati a tre membri di una famiglia sangallese, il MPC si era reso conto del carattere estremamente sensibile del loro contenuto. «Si trattava di piani dettagliati per la fabbricazione di armi nucleari, di centrifughe a gas per l’arricchimento dell’uranio a scopi bellici e di sistemi di guida per missili», ha precisato Pascal Couchepin.

«Bisognava evitare ad ogni costo che queste informazioni cadessero in mano di organizzazioni terroristiche o di Stati non autorizzati».

In base agli indizi raccolti nel corso del 2006, si legge in una nota della Cancelleria federale, era effettivamente emerso che varie potenze nucleari ufficiali erano venute a conoscenza che la Svizzera era in possesso di documenti sensibili, provenienti dalla cerchia di Abdul Qadeer Khan, il padre della bomba atomica pachistana.

Presunti trafficanti

Uno degli indagati era stato arrestato nell’ottobre del 2004 in Germania con l’accusa di «alto tradimento». L’ingegnere è sospettato di aver contribuito, tra il 2001 e il 2003, al programma di armamento nucleare libico (vedi dettagli a fianco).

Il procedimento penale nei confronti delle tre persone – sospettate di aver partecipato anche alla rete di trafficanti di materiale nucleare fondato da Abdul Qadeer Khan – è attualmente in corso di istruzione preparatoria presso l’Ufficio dei giudici istruttori federali.

Pochi giorni fa, i quotidiani La Liberté e Basler Zeitung hanno sostenuto che alla base della distruzione dei documenti vi sia la cooperazione dei tre ingegneri svizzeri con la CIA americana. Stando al giornale renano, sarebbe stata distrutta la metà degli atti riuniti in un centinaio di raccoglitori.

swissinfo e agenzie

Nel 2004 l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha fornito alle autorità svizzere una lista comprendente due società e 15 individui sospettati di aver partecipato ad un traffico di materiale nucleare con l’Iran e la Libia.

L’ingegnere svizzero Urs Tinner, sospettato di aver aiutato la Libia a procurarsi la tecnologia necessaria per produrre armi atomiche, è stato arrestato in Germania nell’ottobre del 2004. L’anno scorso è stato estradato in Svizzera.

Suo padre Friedrich e il fratello Marco sono pure stati arrestati, con l’accusa di aver esportato illegalmente dell’equipaggiamento nucleare alla Libia, infrangendo così la legge federale sul materiale bellico.

La Costituzione svizzera contiene degli articoli che consentono al governo di prendere le decisioni necessarie al momento in cui gli interessi di politica estera del paese o la sicurezza nazionale ed internazionale sono minacciati.

Queste disposizioni costituiscono la base legale che giustifica la distruzione della metà dei documenti del dossier penale nell’inchiesta sui presunti complici svizzeri della rete di traffico nucleare di Abdul Quadeer Khan.

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