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Nuova speranza per le vittime di dolori cronici

I due ricercatori zurighesi Hanns Ulrich Zeilhofer (a sinistra) e Robert Witschi eth

Alleviare i dolori cronici senza provocare effetti collaterali: questa prospettiva sembra più vicina grazie ad una scoperta realizzata da ricercatori svizzeri.

Un team di specialisti in farmacologia dell’Università e del Politecnico federale di Zurigo hanno individuato due recettori nel midollo spinale dei topi, che fungono da filtri del dolore.

“Crediamo di aver scoperto due recettori in grado di riattivare un filtro del dolore nei topi, quando entrano in contatto con una sostanza simile al Valium “, afferma Hanns Ulrich Zeilhofer, docente presso l’Istituto di farmacologia dell’Università di Zurigo.

A suo avviso, dovrebbe essere possibile sviluppare una sostanza analoga, in grado di agire anche sugli uomini. Lo studio del professore zurighese e dal suo team vengono presentati giovedì nell’ultima edizione della rivista scientifica “Nature”.

Filtro danneggiato

I dolori cronici sono particolarmente difficili da trattare, soprattutto quando non se ne conoscono le cause. Nella maggior parte della gente, il midollo spinale svolge anche una funzione di filtro dei segnali di dolore: in tal modo non tutti questi segnali vengono trasmessi al cervello e percepiti sotto forma di dolore.

Nel caso dei pazienti che soffrono di dolori cronici, diversi fattori possono aver danneggiato questa funzione: un numero molto maggiore di segnali di dolore vengono quindi trasmessi al cervello.

“La perdita di questa funzione di filtro è probabilmente legata al cattivo funzionamento dei neuroni, che frenano normalmente la trasmissione del dolore nel midollo spinale”, spiega il professor Zeilhofer.

“In base ai nostri lavori riteniamo di poter ristabilire questo funzionamento, riattivando due neuroni in questa centrale di trasmissione del midollo spinale”.

Reazione al Valium

Questi due recettori lavorano generalmente assieme a dei neurotrasmettitori GABA (Acido gamma-aminobuttirico), il cui funzionamento può essere rafforzato tramite della benzodiazepina, ossia una sostanza simile a quella contenuta nel Valium.

“Naturalmente non possiamo trattare semplicemente i pazienti con il Valium”, osserva il docente zurighese. Questo farmaco presenta infatti diversi effetti collaterali, provoca ad esempio sonnolenza e stanchezza. Inoltre il suo effetto diminuisce col tempo, dal momento che il corpo si abitua a questa sostanza.

“Tutti questi effetti collaterali si svolgono però nel cervello. I recettori da noi identificati agiscono invece direttamente nel midollo spinale”, sottolinea Zeilhofer.

Secondo lo specialista, si tratta quindi di trovare una sostanza simile al Valium, in grado di reagire assieme ai recettori GABA nel midollo spinale, senza causare effetti secondari nel cervello. Queste sostanze, già disponibili per i topi, non esistono ancora per un impiego sull’uomo.

Sfida per l’industria farmaceutica

La sfida per il futuro sarà quindi di mettere a punto un farmaco, sotto forma di pillola, in grado di attivare in modo estremamente mirato il funzionamento dei neurotrasmettori GABA nel midollo spinale.

Un compito che il professor Zeilhofer e il suo team non possono assumere con i loro mezzi: “È una sfida che incombe all’industria farmaceutica”. Il ricercatore ha già stabilito dei primi contatti a tale scopo.

swissinfo, Ulrich Goetz
(traduzione di Armando Mombelli)

Tra i dolori cronici più frequenti vi sono il mal di testa, il mal di schiena e le malattie artritiche.

In Svizzera i dolori cronici costituiscono un problema sanitario importante, dal momento che colpiscono circa il 16% della popolazione.

Il trattamento di queste affezioni comporta spese superiori a quelle dovute a malattie coronarie, cancro o aids.

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