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Obesi: magri profitti per le assicurazioni sulla vita

L’obesità porta ad una morte prematura, che sarebbe tuttavia evitabile cambiando stile di vita ed alimentazione. Per le compagnie d’assicurazione, potrebbe essere un motivo sufficiente a proporre tariffe più alte per gli obesi.

Swiss Re analizza il possibile impatto dell’obesità sui costi delle assicurazioni sulla vita.

Il problema dell’obesità tormenta sempre più persone, al punto che nel mondo industrializzato si può parlare di vera e propria epidemia. Che impatto ha quest’epidemia sul mondo delle assicurazioni? Swiss Re, la più grande compagnia svizzera di riassicurazione ha cercato di vederci chiaro.

Per questo ha promosso uno studio che analizza i rapporti tra obesità e tassi di mortalità. Altro punto preso in esame: l’influsso della malattia sui prezzi e sulla possibilità di sottoscrivere delle polizze d’assicurazione sulla vita.

Morale della storia: l’impatto del numero di persone obese sui profitti è troppo importante per essere ignorato dalle compagnie d’assicurazione sulla vita.

«Siamo una compagnia di riassicurazione», dice a swissinfo Stuart Collins, portavoce di Swiss Re, «e non possiamo imporre ai nostri clienti di rivedere le polizze che offrono a chi vuole un’assicurazione sulla vita. Tuttavia consigliamo loro di tenere in considerazione l’aumento del tasso di obesità tra la popolazione quando in futuro riconsidereranno la loro politica dei prezzi».

Causa di morte evitabile

L’obesità è associata a problemi cardiaci, al diabete, ad alcuni tipi di cancro. Non stupisce quindi se la speranza di vita delle persone obese sia decisamente inferiore alla media. Negli Stati uniti, l’obesità sta addirittura superando il fumo nella triste classifica delle cause “evitabili” di morte.

Un’alimentazione equilibrata e più movimento potrebbero contribuire a ridurre i rischi, ma sembra che poche persone riescano a cambiare le proprie abitudini. Secondo Swiss Re, le compagnie d’assicurazione dovrebbero chiedere a queste persone di assumersi le proprie responsabilità e di pagare dei premi assicurativi più alti.

L’aumento della mortalità dovuto a problemi di peso si ripercuote sui profitti delle compagnie. Un obeso vive – e paga i premi – da sei ad otto anni in meno di una persona il cui peso rientra nella norma.

«L’obesità è il rischio più grande per il business attuale, dove i margini di guadagno sono sempre più stretti a causa della concorrenza e gli assicuratori si trovano nell’impossibilità di aumentare i premi», si legge nello studio di Swiss Re.

Un monito alla società

Dal punto di vista delle compagnie d’assicurazione, in futuro il problema sarà meno forte, a patto di valutare attentamente i rischi e di tassarli di conseguenza. I clienti si vedranno così fatturare dei premi in rapporto al rischio che presentano.

Questo tipo d’atteggiamento, preso in considerazione dalle compagnie d’assicurazione sulla vita private, non è però proponibile al sistema pubblico d’assicurazione malattia.

Yves Seydoux, delegato alle pubbliche relazioni di santésuisse, l’associazione tetto degli assicuratori malattia, confida a swissinfo che «l’aumento delle persone in sovrappeso ed obese è inquietante», ma che non è possibile aumentare i premi per questo gruppo specifico d’assicurati.

«La legge lo impedisce. Non possiamo nemmeno formulare delle riserve. Se i trattamenti ai quali si sottopongono sono stati prescritti dal medico e si trovano sulla lista dei medicamenti rimborsabili, allora noi li rimborsiamo».

Questione di costi? Di qualità di vita? Di scelta di vita? Certo è che l’obesità sta rivelandosi sempre più una piaga sociale. Ecco perché i governi e la società intera dovrebbero impegnarsi per debellarla. Altrimenti alla fine, conclude lo studio di Swiss Re, «a pagare saranno sempre i consumatori».

swissinfo

Negli ultimi 30 anni il numero di persone obese è triplicato (paesi industrializzati)
Tasso di uomini obesi (paesi industrializzati): dal 10 al 20%
Donne: dal 10 al 25%
Media a livello mondiale: 5%
Un 40enne obeso, anche se non fuma, ha una speranza di vita inferiore di 6-8 anni rispetto ad un non obeso

L’obesità incide sul tasso di mortalità, dato di fatto che ha portato la compagnia di riassicurazione Swiss Re ad analizzare più da vicino il problema dal punto di vista delle compagnie che offrono polizze d’assicurazione sulla vita.

In genere gli assicuratori si avvalgono dell’indice di massa corporea (BMI) per valutare i rischi legati alla firma di un contratto d’assicurazione.

Il BMI, così com’è definito dall’Organizzazione mondiale della sanità, si calcola dividendo il peso di una persona (kg) per il quadrato della sua altezza (m). Chi ha un indice superiore a 30 è obeso.

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