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Pace, sicurezza e sviluppo.

ONU: la Svizzera abbandona il ruolo di ossevatrice Keystone

Queste saranno le priorità della Svizzera in vista dell'adesione all'ONU. Berna non proporrà invece l'abolizione del diritto di veto nel Consiglio di sicurezza come richiesto dall'UDC.

“Il voto sull’adesione alle Nazioni Unite permetterà al nostro paese di perseguire i nostri obiettivi in modo più visibile e credibile, e in particolare di difendere meglio i nostri interessi”, ha osservato il consigliere federale Joseph Deiss. In vista dell’adesione formale, in agenda il prossimo 10 settembre all’inizio della 57esima sessione regolare dell’Assemblea generale a New York, il ministro degli esteri ha illustrato i settori principali in cui la Svizzera concentrerà i suoi sforzi.

Pace e diritto umanitario

“Dobbiamo essere ragionevoli nelle nostre ambizioni ma non per questo modesti e titubanti”, ha precisato Deiss. Quale membro a pieno titolo e forte dell’esperienza che ha finora accumulato nelle sotto-organizzazioni dell’ONU, in futuro la Svizzera potrà infatti far valere le proprie esigenze di politica estera anche al più alto livello dei principali organismi onusiani.

Nell’ambito della promozione della pace l’attenzione della missione elvetica si concentrerà su tre regioni: i Balcani, il Vicino Oriente, dove nei prossimi mesi l’ONU dovrebbe svolgere un ruolo importante, e l’Afghanistan, dove già promuove la costituzione di un governo civile multietnico.

In campo umanitario le priorità saranno il rispetto del diritto umanitario internazionale nelle regioni di crisi e una migliore collaborazione tra i diversi attori umanitari. La Svizzera, ha detto Deiss, si è inoltre fatta già promotrice, tramite il Costa Rica, di un protocollo per la prevenzione della tortura.

Sicurezza e attuazione delle politiche di sviluppo

Il divieto delle armi di distruzione di massa e la promozione della pace civile rappresentano i capitoli principali in materia di sicurezza. La Svizzera si impegnerà inoltre contro la proliferazione delle mine anti-uomo e delle armi leggere, ha precisato il ministro degli esteri.

Nella politica di sviluppo e di aiuto umanitario l’obiettivo della Confederazione sarà la traduzione in pratica delle risoluzioni che verranno adottate nelle grandi conferenze speciali in programma per quest’anno. Conferenze che riguarderanno in particolare il finanziamento dei programmi, i diritti dei bambini e lo sviluppo sostenibile.

Neutralità; diritto di veto

Nella sua domanda d’adesione, ha assicurato il ministro degli esteri, il Consiglio federale intende confermare il principio della neutralità e reiterarla nuovamente in occasione della prima dichiarazione nell’Assemblea generale.

Favorevole alla riforma del Consiglio di sicurezza attualmente allo studio all’interno dell’ONU, Berna non ritiene tuttavia opportuno che la Svizzera come prima domanda proponga la soppressione del diritto di veto accordato alle grandi potenze, come richiesto dall’Unione democratica di centro in una mozione.

Per l’UDC, che aveva combattuto l’adesione all’ONU puntando il dito anche sul funzionamento non democratico del Consiglio di sicurezza, con la fine della guerra fredda il privilegio concesso alle cinque nazioni uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale non è più giustificato, e comunque incompatibile con il concetto di uguaglianza tra tutti gli stati membri sancito nello statuto dell’ONU.

Il diritto di veto viene utilizzato sempre meno di frequente, ha replicato il Consiglio federale, e oggi rappresenta uno strumento importante per coinvolgere le grandi potenze nelle politiche di pace e di sicurezza internazionali. Bisogna inoltre domandarsi, fa notare pragmaticamente il governo, se l’abolizione di questo strumento non risulti, in determinate circostanze, contrario agli interessi della stessa Svizzera.

Luca Hoderas

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